8 mila mascherine per acquistare un simulatore

L’attrezzatura medico-pediatrica è stata donata all’Aso “Santa Croce e Carle” di Cuneo

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Il gruppo di volontarie “Le mascherine centallesi” ha donato alla struttura di Pediatria dell’a­zienda ospedaliera “Santa Cro­ce e Carle” di Cuneo un simulatore medico pediatrico. L’at­trezzatura, consegnata al primario Eleonora Tappi alla presenza dei direttori sanitario e amministrativo dell’ospedale, è stata acquistata con le offerte delle 8.000 mascherine cucite da 26 volontarie durante i mesi di isolamento per l’emergenza sanitaria.
Una delle volontarie, Agnese Monetto, per far capire la portata dell’iniziativa, spiega: «Ab­biamo utilizzato 5 chilometri di elastico per realizzare le mascherine e siamo molto contente del riscontro ottenuto, perché, al netto dei costi vivi, siamo riuscite a racimolare una cifra considerevole, che ci ha permesso di acquistare un si­mulatore medico pediatrico, donato all’ospedale di Cuneo».
Una scelta solidale che ha ripercussioni positive non solo per chi riceve l’opera di bene, ma anche per chi la fa, come si capisce dalle parole di Maria Teresa Costamagna: «È stata un’esperienza che mi ha coinvolto davvero molto, anche perché uscivo da un periodo personale particolarmente difficile, dal momento che a­vevo per­so da poco mio marito e questo impegno nella realizzazione delle mascherine mi ha dato una grande forza per aiutare gli altri».
Eleonora Tappi, primario di pe­diatria al “Santa Croce e Carle” ha spiegato il funzionamento del macchinario, che è «in grado di riprodurre tutti i monitor che vengono utilizzati nell’assistenza dei pazienti critici, in modo tale da permettere ai medici di addestrarsi ad affrontare l’e­mergenza senza trovarsi in pri­ma battuta davanti al paziente».
Monica Rebora, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera “Santa Croce e Carle” ha concluso: «Donazioni come questa ci rendono particolarmente felici, perché testimoniano l’attenzione del territorio e dei cittadini nei confronti del nostro nosocomio. In particolare, questo gruppo di volontarie ha lavorato molto nel periodo epidemico cucendo le mascherine di stoffa compiendo un gesto di solidarietà che ha un valore particolarmente significativo, in considerazione dell’esperienza che abbiamo vissuto a causa del “lockdown”».