Home Attualità Biodigestore a Borgo San Dalmazzo, Acsr: “Vantaggi ambientali, energetici ed economici” (VIDEO)

Biodigestore a Borgo San Dalmazzo, Acsr: “Vantaggi ambientali, energetici ed economici” (VIDEO)

L'azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti ha spiegato ai giornalisti il progetto che sta facendo molto discutere: "Un'occasione da non perdere"

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“Vantaggi ambientali, energetici ed economici a fronte di un intervento dall’impatto minimo”. Eccole, riassunte in poche parole, le motivazioni con cui l’Acsr (Azienda cuneese smaltimento rifiuti) spiega la volontà di portare avanti il progetto del biodigestore nell’area dell’ex discarica di Borgo San Dalmazzo. Dopo le tante polemiche dei giorni scorsi ed un Consiglio comunale infuocato, l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti in provincia di Cuneo ha voluto incontrare i giornalisti per fare chiarezza su alcuni punti.

La direttrice dell’Acsr Cristiana Giraudo ha spiegato come si svolge l’attività attuale dell’impianto di compostaggio, che tratta i rifiuti trasformandoli in compost: “Ne distribuiamo circa 5000 tonnellate all’anno agli agricoltori del territorio, gratuitamente”, ha detto Cristiana Giraudo, specificando che si tratta di un fertilizzante molto appetibile in agricoltura. Il progetto prevede la riqualificazione tecnologica dell’impianto di compostaggio esistente. Lo studio di fattibilità è stato redatto dall’ingegner Federico Valentini: “Si tratta di un ulteriore passaggio tecnologico per la linea del compostaggio di qualità. Le direttive europee ci suggeriscono di valorizzare il compost”. Come?: “Con il biometano, che non è un’energia, ma un vettore energetico che va a sostituire il petrolio e che è perfettamente circolare, visto che può essere utilizzato nella rete dei trasporti”.

L’intervento prevede l’inserimento di una sezione di digestione anaerobica nell’esistente impianto di compostaggio. Il costo ipotetico dell’investimento è di 13,4 milioni di euro, con un rientro previsto entro 5-6 anni. Opera nuova o ammodernamento? La questione, su cui si sono scatenate le polemiche nei giorni scorsi, è stata affrontata così da Valentini: “Si può giocare con le parole come si vuole, ma l’unica parte nuova è il biodigestore, un parallelepipedo di 40 metri per 12 che verrà inserito in un impianto già esistente, di cui rappresenterà appena il 2,3%”.

Sull’impatto che avrà sul territorio, è stato specificato che il consumo di acqua passerà da 4.000 ad un massimo di 20.000 metri cubi annui. Il rumore non sarà superiore rispetto al passato, così come gli odori. Per quanto riguarda l’incremento del traffico, l’Acsr ha calcolato che circoleranno circa 4 mezzi al giorno in più. L’organico attuale di 28 dipendenti verrà inoltre aumentato di 3 unità. Una volta redatto il progetto definitivo, che terrà conto delle criticità evidenziate, l’iter prevede la costruzione dell’impianto che potrà iniziare ad essere operativo entro il 31 dicembre 2022. “E’ una grande occasione per dare un valore diverso alla gestione dei rifiuti, trasformandola in una cosa positiva – ha concluso Valentini -. Portare avanti questo progetto secondo me è un obbligo morale se vogliamo essere protagonisti del processo di evoluzione delle politiche ambientali”.

Ecco, ai nostri microfoni, le parole di Cristiana Giraudo e dello stesso Valentini, che chiarisce anche la questione legata alla destinazione degli impianti di selezione di carta e plastica: potrebbero essere eliminati (e portati all’impianto di Magliano Alpi), ma c’è anche un’altra opzione.