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Approvato il progetto esecutivo della variante di Cherasco, che porterà fuori dal centro storico il traffico pesante

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Un’importante notizia è giunta nei giorni scorsi dalla Provincia di Cuneo: è stato approvato il progetto esecutivo della variante di Cherasco, la strada che, partendo dalla Fondovalle Tanaro andrà a congiungersi con la provinciale 661, permettendo di bypassare il centro storico e risolvere l’annoso problema del traffico pesante nelle strette vie della città.

A portare la buona notizia è stato il sindaco Carlo Davico nell’ultimo Consiglio comunale giovedì 19 dicembre 2019. Il giorno successivo il primo cittadino ha firmato, in Regione, la proroga dell’accordo di programma.

Spero di essere l’ultimo sindaco a firmare la proroga – ha commentato Davico – e, visto che l’iter è praticamente concluso (manca solo un via libera dal ministero), si possa presto passare all’appalto di quest’opera che è attesa ormai da troppo tempo”. La strada sarà lunga 1,8 km. Il costo dell’opera è 8.500.000 euro. Di questi 7.500.000 arriveranno dai cosiddetti “fondi Crosetto”, 350 mila sono già stati messi dalla Regione che ne impegnerà altri 450 mila. Il Comune ha già accantonato i 150 mila necessari a cui dovrà aggiungerne ancora 200 mila. Aggiunge Claudio Bogetti, vicesindaco, che ha delega a Viabilità e Lavori

Pubblici e che ha seguito tutto l’iter negli anni scorsi, in veste di primo cittadino: “In questi anni abbiamo seguito l’iter passo a passo, approvando tutte le varianti necessarie, sollecitando continuamente gli enti superiori per arrivare alla realizzazione di un’opera che è per la nostra città, ma anche per tutto il territorio, indispensabile. Il traffico pesante che passa nel centro storico mette a rischio la sicurezza degli abitanti. Le strade sono strette e ci sono seri problemi di viabilità. In questi anni più volte mezzi pesanti hanno urtato la torre, tant’è che proprio lo scorso anno abbiamo fatto fare delle verifiche per accertarne la stabilità e realizzato opere di rafforzamento alla base. Non è possibile continuare a convivere con questo traffico”.

Una lunga storia fatta di burocrazia

L’idea di realizzare una variante che potesse portare il traffico fuori dal centro cittadino risale alla metà degli anni Novanta del secolo scorso. Il problema del traffico tra gli antichi palazzi del centro storico, situazione che creava problemi di sicurezza, di viabilità ma anche di “salute” degli storici edifici, era ben noto da tempo all’amministrazione comunale che già lo aveva affrontato in fase di redazione del Piano Regolatore nel 1994 dove fu inserita una bretella che da Moglia, percorrendo a mezza costa la zona di Torretta Vigne, andava ad immettersi sulla provinciale 661 per Narzole, bypassando il centro.

Tutto restò sulla carta fino al 2002, anche se il problema venne affrontato più volte dalle varie amministrazioni che si sono succedute. Nell’aprile del 2000 il Consiglio comunale approva l’ordine del giorno in cui si sollecita Anas, Regione e Provincia per far diventare realtà quello che era previsto nel Piano Regolatore.

Finalmente dalle parole si passa ai fatti” fu il commento dell’allora sindaco Giovanni Avagnina alla notizia che la Provincia incarica la Sitraci per eseguire unos tudio di fattibilità. L’ipotesi era quella di un passaggio sulla ferrovia tramite un ponte, alto almeno sei metri, due tornanti e l’attraversamento di una zona interessata da una frana attiva. Pur non essendo la soluzione ottimale, era l’unica possibile all’epoca.

Il Comune approva il progetto preliminare adottato dalla Provincia. Arriva però una notizia positiva: la ferrovia non è più attiva dal 1994, danneggiata dall’alluvione e non più ripristinata, pertanto si può passare a raso binari. Il progetto della variante cambia e migliora: non è più necessario il ponte, si può occupare una superficie minore, la pendenza diminuisce così come la lunghezza della strada. E’ il 2008. Non mancano le proteste e vari ricorsi al Tar, vinti dall’Amministrazione comunale. Nel luglio 2011 il Consiglio comunale approva all’unanimità la variante al Piano regolatore che accoglie il nuovo tracciato.

Inizia un iter lungo e tortuoso, una palla che rimbalza da un’ente all’altro per progettazioni, deduzioni, controdeduzioni, sondaggi. Nel giugno 2012 l’iter sembra in via di conclusione, tant’è che l’allora assesore provinciale, in un incontro pubblico si lasciò andare a rosee previsioni: “Ad inizio 2013 si parte con i lavori per la realizzazione. La strada sarà lunga 1,7 km, tempi previsti per la realizzazione poco meno di un anno”.

Ma il 2013 non vide alcuna prima pietra. L’iter era stato rallentato dai ricorsi presentati da alcuni privati che non volevano questo secondo tracciato. Provincia e Comune vanno avanti, i soldi ci sono: 1.300.000 euro arrivano dalle casse comunali, 1.250.000 da quelle provinciali, 3 milioni dalla Regione. Il Comune, fiducioso, continua ad accantonare la cifra necessaria. Continuano intanto le sollecitazioni, con numerosi viaggi a Roma, Torino, Cuneo del sindaco Bogetti.

Si arriva al novembre 2016 quando in Regione viene firmato un nuovo accordo di programma, con gli adeguamenti progettuali che si sono susseguiti negli anni e anche un adeguamento sulla ripartizione dei costi che vengono decisamente diminuiti per il Comune. Il nuovo cronoprogramma vede la gara d’appalto nella primavera-estate 2017 con il fine lavori a luglio 2019. Anche questo cronoprogramma però non viene rispettato.

Con la nuova normativa che ha rivisto e tagliato funzioni e fondi per le Province, da Cuneo arriva la notizia che l’ente non riuscirà a gestire un appalto così importante. Si cerca la soluzione che arriva con SCR, la Società di Committenza Regionale che è disponibile a gestire l’appalto. Provincia, Comune e Regione sono d’accordo, ma SCR chiede tempi certi per i finanziamenti Crosetto.

L’amministrazione torna pertanto a Roma per definire quest’ultimo tassello. Intanto la Provincia porta avanti il progetto, vengono fatti tutti gli accertamenti richiesti, dal Rir alle bonifiche belliche, per arrivare a fine 2019 con l’approvazione del progetto esecutivo.

c.s.