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Il “Cinecamper” fa tappa in Valle Stura (Bagni di Vinadio e Roccasparvera) e Valle Maira (Canosio)

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Giovedì 1°, venerdì 2 e domenica 4 agosto, triplice appuntamento nelle Valli Stura e Maira con la rassegna cinematografica “Cinecamper” del Nuovi Mondi 2019, il festival in viaggio per la montagna curato da Fabio Gianotti e Silvia Bongiovanni di Kosmoki, che grazie ad un camper speciale trasformato in proiettore da quattro anni attraversa le Alpi e porta la magia del cinema in piccoli borghi di montagna. Il programma completo e aggiornato del “Cinecamper” 2019 si può trovare sul sito www.nuovimondifestival.ito sulla pagina FaceBook del Nuovi Mondi Festival. L’ingresso alle proiezioni è libero.

Giovedì 1° agostoalle ore 21, presso “La Tana della Marmotta” ai Bagni di Vinadio (Valle Stura), verrà proiettato “The white maze” (Austria/Russia 2017, 52 minuti, regia di Matthias Mayr), che racconta la missione impossibile di Matthias Hauni Haunholder e Matthias Mayr, che al termine di un intero anno trascorso ad organizzare, programmare e immaginare possibili scenari avventurosi, partono per essere i primi a sciare sul Monte Pobeda, la cima più alta della Siberia orientale.

Venerdì 2 agostoalle ore 21, presso “La Fame” (dove, a partire dalle 19,30 ,sarà possibile mangiare le specialità cotte al forno, su prenotazione telefonando al 375/6349751) a Roccasparvera (Valle Stura), verrà proposto “Funne”(Italia 2016, 74 minuti, regia di Katia Bernardi). La trama prende spunto dal ventennale del circolo dei pensionati “Il Rododendro”, in occasione del quale la presidentessa decide con entusiasmo di dare il via alla raccolta fondi per la nobile causa di far vedere il mare a un gruppo di donne. Il problema è che di soldi per realizzare questo progetto ne servono tanti e le attività messe in campo non sempre si rivelano azzeccate. Comincia così l’avventura che le vedrà cucinare torte da vendere in paese, posare da modelle per un calendario e trasformarsi in esperte di Internet impegnate nel crowdfunding per raggiungere, non senza alcuni momenti di sconforto, il proprio scopo. Risate, lacrime, gelosie, timori accompagnano le “funne” (“donne” in dialetto trentino) e i loro sforzi che le porteranno anche ad una inaspettata notorietà.

Domenica 4 agostoalle ore 21, a Canosio (Valle Maira), in collaborazione con Occitamo, si potrà vedere “Valley uprising”(Usa 2015, 98 minuti, regia di Nick Rosen, Peter Mortimer, Josh Lowel), film ambientato tra le cime della Yosemite Valley in California, uno dei centri nevralgici della controcultura americana. Ripercorrendo cinquant’anni di sfide alla legge di gravità, avvalendosi di eccezionali materiali d’archivio, di una colonna sonora trascinante e regalando momenti di pura gioia, “Valley uprising” racconta la storia di Beatnicks e altri vagabondi, che nella Yosemity Valley trovarono la scenografia ideale per uno stile di vita fieramente opposto al consumismo, praticando l’arrampicata come sintesi perfetta di libertà e tensione verso l’assoluto. Fu un luogo di grandi sfide tra modi diversi di concepire le scalate, tra la società borghese e la ricerca della libertà, ma soprattutto fu il luogo della sfida con se stessi.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DEL “CINECAMPER” DEL NUOVI MONDI FESTIVAL 2019

Giovedì 8 agosto 2019

Ore 21, Aisone (Centro Fondo)

The Dodo’s Delight (Belgio 2016, 53 minuti, regia di Sean Villanueva O’Driscoll)

Quattro anni dopo Vertical Sailing Greenland, il reverendo Bob Shepton (79) chiama il team selvaggio composto da Sean Villanueva O’Driscoll, Benjamin Ditto, Olivier e Ni­colas Favresse sulla sua barca per una importante missione! A bordo della Dodo Deli­ght (una barca a vela di IO metri) per misurarsi con il ghiaccio artico, gli orsi polari e le tempeste, alla ricerca del Santo Graal e di grandi pareti inviolate e dell’illuminazi­one musicale. Dopo alcune appetitose pareti e melodie in Groenlandia, è a Baffin che il gruppo trova grandi pareti vergini e ispirazioni musicali.

Venerdì 9 agosto 2019

Ore 21, Vinadio (Forte Revellin)

Missione a 70000 volt (Perù/Italia 2015, 76 minuti, regia di Stefano Cavallotto)

Una centrale idroelettrica e una linea ad alta tensione sulle Ande boliviane a oltre 4.000 metri di altitudine. Un progetto in cui i missionari salesiani presenti a Kami, in Bolivia, hanno fermamente creduto, vedendovi la possibilità concreta di finanziare le attività della Missione, la scuola, i servizi sociali e sanitari, il sostegno allo sviluppo agricolo e zootecnico in un luogo dimenticato dal mondo. Un’impresa ai limiti dell’incredibile frutto del lavoro instancabile di un gruppo di boliviani e italiani e di una catena interrotta di solidarietà fra l’Italia e la Bolivia che ha coinvolto centinaia di persone in quindici anni.