Nuto Revelli: trentatré estati al Real Castello di Verduno

Nell'anno del centenario dalla nascita gli amici lo ricordano, martedì 23 luglio, con racconti, letture e canti

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Il 21 luglio del 1919 nasce a Cuneo Benvenuto (Nuto) Revelli, ufficiale della Tridentina nella tragica Campagna di Russia e tra i primi organizzatori della resistenza armata nel Cuneese, che continuò nella vita il suo impegno civile con la penna, scrivendo numerosi libri nati dai suoi ricordi e dai racconti di tanti protagonisti della vita di quel periodo, peraltro da lui vissuto in prima linea.

“La memoria è il motivo che unisce tutti i miei libri”, sosteneva ormai ottantenne: “Non dimenticare. Ciò non significa che ci si abitui”. “Riesco ancora a scandalizzarmi. C’è moltissimo da fare per la libertà e la democrazia. Però è possibile”. Tramandare memoria e conoscenza per le generazioni future, non più schiacciate dal peso della dittatura, ma illuminate dalla luce democratica e dalla sete di sapere: questa la missione di Nuto Revelli scrittore.

A cento anni dalla nascita, il Comitato nazionale per le Celebrazioni del centenario della nascita ha programmato, tra il 2019 e il 2021, un ricchissimo calendario di iniziative, in collaborazione con la Città di Cuneo e la Fondazione Nuto Revelli.

Tra queste tante occasioni per conoscere o approfondire l’opera e l’insegnamento dello scrittore cuneese, vogliamo qui segnalare l’appuntamento che martedì 23 luglio, alle ore 17, si terrà presso il Real Castello di Verduno, dove Nuto Revelli era solito trascorrere le sue estati, in compagnia della moglie, evento intitolato Nuto Revelli.

Trentatré estati a Verduno. Nel giardino del Real Castello, Nuto accoglieva e ascoltava, all’ombra delle secolari piante, sempre seduto allo stesso tavolino bianco in ferro battuto, le testimonianze di chi la guerra e la Resisetnza l’aveva vissuta sulla propria pelle.

Trascorrere le proprie giornate in questa splendida dimora di Langa – solo chi ha provato può capire fino in fondo l’atmosfera che qui si respira.

“Il Real Castello, per Anna e per me, è una famiglia più che un Albergo. Qui si ringiovanisce, o meglio, si rimane giovani”, scrisse egli stesso sul libro degli ospiti – “è come essere a casa, nell’eleganza che solo la semplicità e la cultura della “buona vita” sanno dare”. Per questo lo scrittore, quando parlava delle sue vacanze estive, diceva: “Il mio castello”, tanto che chi ascoltava credeva davvero che ne fosse il proprietario. E a Nuto Revelli, nell’ottobre del 1992, fu data la cittadinanza onoraria di Verduno.

A Verduno, a partire dalle ore 17 di martedì 23 luglio, dopo il saluto di Alessandra Buglioni di Monale, chef di sapori e di cultura, saranno gli amici a ricordarlo, quelli di sempre, prime tra tutti le Signore del Castello, ai tempi giovani mamme e bambine e ragazzini ai quali il Cavalier Burlotto, propretario e indimenticabile figura di questo magnifico pezzo di Langa, ogni giorno raccomandava di non avvicinarsi a quel tavolino bianco, perché Nuto doveva lavorare. Bellissimo il ricordo di uno di quei bambini di allora, Gualtiero, che così racconta: “In quella foto (quella della locandina dell’evento, ndr) potrei esserci io, che spio da dietro la siepe… Mentre quell’uomo intervista vecchi contadini che gli raccontano della miseria della vita in collina degli Anni Venti e Trenta del Novecento. Quando vedevano vendere al mercato i loro fratelli o se stessi per una gallina. Quando vecchi compagni di Resistenza, delle Brigate in cui aveva combattuto anche lui, gli raccontavano che cosa volesse dire essere arrivati in un paese in mezzo alle vigne dopo un rastrellamento dei nazisti. Molti di quegli uomini, con dignità e silenziosa commozione, lasciavano bagnarsi il viso di lacrime lontane. L’uomo della foto porgeva loro un fazzoletto. Li guardava diritto negli occhi con uno sguardo serio che partiva dal suo volto segnato da una profonda cicatrice, una granata di guerra comune e continuava a trascrivere le loro storie … Aspettavo che finissero quelle interviste … L’uomo a quel punto alzava un poco la voce e rivolgendosi a qualcosa che apparentemente non c’era diceva: ‘Gualtiero, lo so che sei lì dietro anche se non ti vedo’. Io uscivo e dicevo: ‘Mi scusi. Mi avevano detto di stare lontano e non disturbarla’. ‘Lo so’, diceva. ‘Dicono sempre che bisogna stare lontano dalle cose, ché sennò si fa una brutta fine. Io sono qui a scrivere le storie di quelli che non hanno dato retta a questo consiglio. Lo faccio per quelli come te, ce n’è bisogno sempre’”.

E tra gli amici di sempre, oltre al piccolo Gualtiero ormai diventato grande, ci saranno gli Alpini di Verduno con i loro canti, da Va l’Alpin su l’alte cime a Pietà l’è morta a Langarola vagabonda; letture dai testi più significative di Nuto Revelli (La guerra dei poveri, L’anello forte, Mai tardi) e dal libro di Franca Biglino Dove vai signorina, attraverso le voci di Mimmo, Letizia e Monica; ci saranno le testimonianze personali di Gualtiero e Mimmo, di Fulvio, Marco Revelli e Carlin Petrini, che trarranno le conclusioni dell’incontro.

La giornata verrà chiusa da una cena conviviale su prenotazione ([email protected], tel. 0172 470125 per ulteriori informazioni e prenotazioni).

E certamente Nuto sarà lì, con gli amici di sempre, seduto a quel bianco tavolino in ferro battuto, ad ascoltare, a raccontare e a raccontarsi.