Un viaggio dedicato alla poesia con Brunella Pelizza al Liceo Bodoni di Saluzzo

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Giovedì 14 febbraio è stata tenuta, presso l’Aula Magna del Liceo Classico Bodoni, sede in Via della Chiesa, una lezione pomeridiana sulla poesia in collaborazione con la professoressa e poetessa Brunella Pelizza.

L’incontro, uno degli appuntamenti che compongono l’ormai noto progetto sulla bellezza “Kallitopia”, ha visto come partecipanti gli alunni del Ginnasio e della I e II Classico, i quali sono stati “presi e trasportati” in un viaggio puramente dedicato alla poesia.

Un percorso che però si è caratterizzato per la sua particolare forma: infatti non era presente un tentativo di spiegazione e razionalizzazione della poesia e del suo significato, ma al contrario si è partiti con la descrizione personale della professoressa Pelizza, della sua definizione di poesia e del suo incontro intimo con essa per poi proseguire con un approfondimento su alcuni suoi aspetti (spesso trascurati o ritenuti di poco conto) attraverso un “tour” di quattro poeti.

Poeti scelti non per la loro fama o per la loro importanza nell’ambito letterario, ma semplicemente perché vicini alle idee e alla formazione stessa della professoressa e poetessa; dapprima compare il celebre Eugenio Montale che si abbandona alla mancanza della moglie persa, alla critica della storia e del mondo contemporaneo, cercatore di un “anello mancante”, ma ecco che a lui si affiancano poeti contemporanei e, in generale, poco conosciuti come Vittorio Sereni, “salvatore del momento che sfugge”, Andrea Zanzotto, che esalta il linguaggio come il fulcro sonore e visivo della poesia, e Franco Fortini, che associa la poesia a un testo che non ha nulla da dire o da comunicare.

E alla fine dell’incontro la professoressa Pelizza ha concluso dando alcuni preziosi consigli ai suoi giovani ascoltatori: “La poesia è vivere la vita attraverso uno “sguardo poetico”, ovvero trovando un significato ad ogni attimo di tempo che trascorre, ad ogni momento e avvenimento che, piano piano, va a comporre la nostra esistenza; la poesia tende però a venire coperta dal rumore assordante e dal fracasso che viene prodotto tutto intorno a noi. Per cui, se si può avere paura o vergogna (come nel mio caso) nell’esporre un proprio testo poetico, non si deve avere il minimo timore di scrivere e, soprattutto, di leggere poesie“.

c.s.