Domani Savigliano-Sant’Anna Torino, Bonifetto: “Loro ricchi di qualità, dobbiamo essere più incisivi”

Su Dho: "Felice di riaverlo con me, ma non è una bocciatura per gli altri"

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Dopo il tonfo, il mercato e poi la voglia di riscatto. Riparte dal match contro il Sant’Anna il Gerbaudo Volley Savigliano, reduce dal ko contro Busseto e dal ritorno di Mattia Dho.

Coach Roberto Bonifetto sa che tanto c’è da fare, ma parte innanzitutto da ciò che è stato: “Di Busseto, salvo la prestazione di Federico Calandri, che ha dato il massimo al posto di Vittone, e la gara di Ghio, che da alcune settimane fa bene, nonostante i fastidi alle ginocchia che lo attanagliano. Abbiamo fatto fatica in attacco? Si, siamo stati quasi impalpabili là davanti. Non è un problema di solo attacco, però, ma molto dipende da una ricezione che è stata decisamente al di sotto delle nostre medie tradizionali. Dobbiamo lavorare sia sul gesto tecnico che sulla preparazione dell’attacco”.

Conosce bene gli avversari, invece, il tecnico biancoblù, che alza il livello di allerta: “Sant’Anna è una squadra che sfrutta al massimo il suo organico, allenata da un tecnico che è tra i più bravi. Credo che valgano di più della classifica che hanno, ma quando lavori coi giovani ci va pazienza. Sembra banale ricordarlo, ma come tutte le partite di questo campionato, è difficilissima ed imprevedibile, soprattutto alla luce dei molti infortuni che ci portiamo dietro. L’infermeria? Cambia poco. Ritornerà forse con noi Perla, ma di certo non al massimo”.

Infine, due parole sul ritorno di Dho: “Sono felice di riaverlo con me. Ci tengo a precisare per chi c’è, ovvero per Federico ed Alberto, che non abbiamo cercato un sostituto ma colmato un assenza che nella pallavolo è gravissima, perché senza due palleggiatori non ti puoi allenare come vorresti. Fortuna ha voluto che ci fosse tra gli svincolati un giocatore di alto livello. Purtroppo, la condizione fisica attuale della squadra, per via dei molti infortuni, ci ha spinti a fare scelte che mai in vita mia avevo fatto, perché mai ero corso così tanto ai ripari nella sessione invernale. Non si poteva fare diversamente”.