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L’ironia e il sarcasmo di Jacopo Fo, ospite dell’Unisg a Pollenzo (VIDEO e FOTO)

"Non esiste una dieta ideale. Oggi c'è una concezione perversa del cibo. Cosa sono il vero lusso e l'apparenza del lusso, a tavola? Molti ristoranti fanno solo apparenza"

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Jacopo Fo (foto Danilo Lusso - Ideawebtv.it)

“Vivere in eterno mangiando solo dinosauri”.

Con questa provocazione, nel tardo pomeriggio di ieri, Jacopo Fo è stato ospite dell’Università di Scienze Gastronomiche di frazione Pollenzo (Bra).

In un’aula magna multietnica e gremita da studenti, lo scrittore, attore, regista, fumettista, blogger e attivista, figlio dei “grandissimi” Dario Fo e Franca Rame, ha affrontato il tema del cibo, delle mode, tendenze e degli stili alimentari, con ironia e sarcasmo, in una conferenza di approfondimento organizzata dall’ateneo (nato nel 2004 su input di Carlo Petrini e di Slow Food).

Durante il suo lungo intervento, Jacopo Fo ha raccontato, anche, dei principi e delle linee guida della Libera Università di Alcatraz, un luogo di vacanza nelle colline tra Gubbio e Perugia, dove si incontrano cittadini amanti della buona tavola e delle buone maniere, da lui fondata nel 1981.

Questi i temi salienti toccati da Jacopo, ieri sera, nell’aula magna: “Io sono Fo di cognome, che poi vuol dire faggio in dialetto piemontese. Non esiste una dieta ideale. Oggi c’è una concezione perversa del cibo. Cosa sono il vero lusso e l’apparenza del lusso, a tavola? Molti ristoranti fanno solo apparenza, molti friggono con l’olio di semi industriali, una frittura che considero velenosa. La nostra bocca non distingue più i sapori, mangiamo per etichette e si vende quello che c’è attorno al piatto. Interessa vendere l’immagine, per dare un piacere alla mente, ma non un piacere reale e concreto. Siamo ad un misto tra delirio e rapina. Il nostro stomaco non è più in grado di digerire le componenti chimiche presenti nel cibo che ingeriamo.

Come Libera Università di Alcatraz, sviluppiamo il rapporto sacro con la tradizione e con le tradizioni. Ad esempio, la cucina milanese è antica e di alcune ricette non vi è più alcuna traccia. In Italia, ci sono tanti piatti poco reperibili e che avrebbero bisogno di essere tramandati. Si corre il rischio che muoiano delle ricette, insieme ai segreti dei cuochi che le hanno scritte e inventate“.