Le Alpi del Mediterraneo nella rosa finale dei candidati a Patrimonio Mondiale dell’Unesco

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La candidatura a Patrimonio mondiale delle Alpi del Mediterraneo, presentata lo scorso 31 gennaio dal Ministero dell’Ambiente, ha superato la prima selezione da parte dell’Unesco. Una candidatura transnazionale che l’Italia avanza anche per conto della Francia e del Principato di Monaco.

 

Dei 49 dossier depositati (36 nella lista dei Beni culturali, 10 Naturali e 3 mista), per la sessione del 2019, ne sono passati 42 (33 nella lista dei Beni culturali, 7 Naturali e 2 mista).

La formalizzazione dell’elenco da parte del Comitato del Patrimonio Mondiale è in programma nell’incontro per la quarantaduesima sessione, che si sta svolgendo in questi giorni e terminerà il 4 luglio, a Manama, Bahreïn, nel corso del quale saranno proclamati i nuovi siti Unesco.

 

Facendo un paragone ciclistico è come se le Alpi del Mediterraneo avessero vinto un Gran premio della Montagna; le “salite” non sono finite, ma il nostro territorio sta gareggiando alla pari con siti di grande valore naturalistico e ambientale.

 

Le Alpi del Mediterraneo si presentano per il Criterio VIII, relativo gli aspetti geologici, che in questa sessione è base anche per un’altra candidatura, quella del Vatnajökull National Park in Islanda. Nell’elenco dei siti che aspirano al riconoscimento Unesco c’è anche il Parco nazionale della Sila con le sue famose foreste di pino loricato (Criteri IX e X). La Francia complessivamente ha avanzato tre richieste, mentre Monaco non ha mai presentato candidature. E questo potrebbe essere un elemento di vantaggio nelle valutazioni.

 

Dopo aver raggiunto questo primo obiettivo il dossier delle Alpi del Mediterraneo sarà esaminato in ogni suo dettaglio da una commissione di esperti internazionali. Dopo l’estate, il territorio candidato sarà oggetto di sopralluogo da parte di un verificatore. Il responso finale arriverà nel luglio 2019. Il sito “Alpi del Mediterraneo”, con una superficie totale di 268.500 ettari tra terra (60%) e mare (40%), comprende porzioni significative delle alte valli cuneesi tra Stura e Tanaro, dell’entroterra del Ponente ligure, del Mercantour e della Costa Azzurra, oltre al vasto tratto di mare tra Nizza e Ventimiglia. Tutto il territorio interessato è posto all’interno di parchi (Marittime, Marguareis, Alpi Liguri, Mercantour) o di Siti di Importanza Comunitaria. Ben settantanove i Comuni coinvolti, ventotto dei quali in territorio italiano.

 

Al centro della candidatura c’è la storia geologica, e particolare importanza rivestono il massiccio cristallino dell’Argentera e il complesso carsico del Marguareis. Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale della Commissione Unesco “Si tratta di un sistema geologico di grande importanza per lo studio della geodinamica della Terra che, in uno spazio di appena 70 chilometri, collega il ghiacciaio più meridionale delle Alpi agli abissi più profondi del Mediterraneo occidentale. Le Alpi del Mediterraneo sono l’unico sito conosciuto in cui sono visibili le testimonianze di tre cicli geodinamici successivi, lungo un periodo di oltre 400 milioni di anni. Il territorio del sito è particolarmente interessante dal punto di vista della biodiversità, grazie alle caratteristiche geomorfologiche e climatiche legate al passaggio rapido dall’ambiente alpino all’ambiente mediterraneo.”