“Dottore, sto male”, ma lui ha troppo lavoro: la storia di una mamma di Bra ‘snobbata’ dal medico di base

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Una storia che fa decisamente riflettere quella raccontata attraverso una lettera alla nostra redazione da una mamma di Bra che, al termine di una giornata d’incredulità, ha deciso di raccontare la propria avventura.

 

Riceviamo e pubblichiamo, infatti, una missiva di una mamma di Bra che dopo 14 giorni di febbre si è vista negata una visita a domicilio dal proprio medico di base, dovendo ricorrere alle cure di un dottore a pagamento.

 

“Oggi ho deciso di scrivere questa lettera su invito di alcuni miei concittadini. Mi chiamo Annarita, ho 37 anni, e sono un’orgogliosa cittadina braidese da cinque anni. Sono diventata mamma di due gemellini un anno fa e, nonostante mille peripezie, io e mio marito ce la caviamo benino. Siamo lontani dai familiari ma rimaniamo capaci di organizzarci. In queste settimane, dopo i piccoli di casa, anche a me è toccata l’influenza.

 

In data 6 aprile sviluppo i sintomi tipici che avevo già visto precedentemente sui miei figli e che stavo ancora cercando di curare. Dopo circa una settimana e la assunzione di antipiretici la febbre si abbassa senza, però, scomparire mai del tutto. Infatti, con grande sconforto, la febbre si alza nuovamente e si aggravano alcuni sintomi come tosse, mal di gola, mal di testa e difficoltà respiratorie.

 

Al tredicesimo giorno di malattia, in data 19 aprile alle ore 20.20 circa, decido di contattare la guardia medica che mi invita ad assumere una tachipirina 1000 e a contattare il mio medico di base il giorno successivo poiché a conoscenza della mia storia clinica personale.

 

Così ho fatto, dopo l’ennesima notte insonne, con febbre arrivata sino a picchi di 39.6°. Arriviamo, dunque, al 20 aprile 2018 quando alle ore 9.15, in perfetto orario rispetto al regolamento indicato dal medico (chiamata per visite a domicilio entro le ore 10.00), contatto il mio medico di base.

 

Durante la telefonata il dottore mi comunica di essere oberato di lavoro e che la visita a domicilio è prevista per anziani o per malati cronici ed il mio caso (febbre a 39 da 14 giorni) non prevedeva un tale intervento. Insomma: una madre sola fino a sera con due gemelli degenti, problemi alle vie respiratorie e febbre non merita una visita a domicilio.
Ero sconfortata, debole e delusa ma un’amica mi ha dato il contatto di un medico che effettua visite a domicilio, chiaramente a pagamento. Ho così prenotato la visita con questo bravo dottore. Diagnosi: bronchite, sinusite e faringite con prognosi di altri dieci giorni.

 

Qual è il senso di questa lettera? Far riflettere i signori medici sul concetto, assolutamente opinabile, della visita “secondo discrezione”. E se la mia situazione fosse stata più grave? Fosse stata polmonite o un enfisema?  Se avessi contagiato nuovamente i bimbi già provati dalla loro malattia? Credo che siano troppi se per essere così tranquilli.