Home Attualità L’uva da tavola senza semi approda in Piemonte ai piedi del Monviso

L’uva da tavola senza semi approda in Piemonte ai piedi del Monviso

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Giovedì scorso a Saluzzo, presso il Circolo Interno Due, nel corso di un convegno-conferenza stampa cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, delle categorie produttive e del mondo del credito, è stato presentato agli organi d’informazione l’accordo tra la società Avi e la Cooperativa Monvisofruit che riguarda la coltivazione di uva da tavola apirena (senza semi) in Piemonte e, in particolare, nell’areale Saluzzese. All’incontro ha preso parte anche l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero.

 

E’ dal 2010 che, grazie all’intraprendenza e alla tenacia di un gruppo di frutticoltori guidati da Claudio Capitini e dai fratelli Claudio e Franco Monge, costituitisi nella Cooperativa Monvisofruit, è stata avviata la produzione di uva senza semi Crimson e Thomson, oggi sviluppata su una superfice di circa 50 ettari nel Saluzzese.
Il raggiungimento di questo risultato è stato possibile grazie alla competenza dell’agronomo pugliese Giuseppe Tagliente, il quale è riuscito ad ottenere un prodotto di alta qualità che sta incontrando il favore dei più importanti mercati europei, Gran Bretagna in primis. Il Piemonte, con sorpresa degli esperti del settore, si è rivelato adatto alla produzione di uva apirena, annoverata ora tra la frutta d’eccellenza.

 

La società Avi, rappresentata dall’imprenditore saluzzese Carlo Lingua, è nata nel 2009, acquisendo i diritti esclusivi di tutte le varietà senza semi “Arra” per l’intera Europa, non solo quella dei Paesi UE. Attualmente, grazie alla produzione in costante crescita e ai contratti stipulati, sono stati superati i 400 ettari coltivati complessivamente sul territorio europeo. L’accordo, che interessa le varietà “Arra”, rappresenta lo sbocco di una  naturale sinergia tra una serie di fattori che stanno disegnando nuovi percorsi innovativi e che vedono, in prima fila, il Piemonte.

 

Oggi mercato, consumatore e distribuzione, sia essa GDO (Grande Distribuzione Organizzata) o vendita tradizionale, richiedono frutta di qualità, sana e buona nel senso più pieno di queste definizioni. L’eccellenza dell’uva apirena soddisfa il consumatore e, al contempo, offre al produttore l’opportunità di vedere riconosciuto il suo reddito.

 

Oltre ai rappresentanti del Comune di Saluzzo, erano presenti il neosenatore Mino Taricco, il consigliere regionale Paolo Allemano, il presidente della Cassa di Risparmio di Saluzzo Roberto Civalleri e vari altri funzionari del mondo bancario, il presidente della Fondazione Agrion, Giacomo Ballari, il presidente della Coldiretti saluzzese Michele Quaglia e quello regionale di Confagricoltura Enrico Allasia, oltre a decine di frutticoltori e imprenditori del mondo agricolo.

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