PMI, da Cuneo a Roma “sognando il futuro”, e chiedendo più rappresentanza

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Da Cuneo a Roma “sognando il futuro”, e chiedendo più rappresentanza nelle sedi di elaborazione delle politiche economiche che vengono poi approvate dagli organi politico-istituzionali.

 

La delegazione della Confapi della provincia Granda, espressione dei principali settori merceologici, ha preso parte all’assemblea per i 70 anni della Confederazione delle PMI a Roma, coordinata dal Presidente​ nazionale Maurizio Casasco, dal quale è venuto un intervento in forma di monito indirizzato agli esponenti politici e sindacali presenti alla kermesse economica partecipata dalle varie regioni italiane.
Casasco ha infatti messo in guardia dalla eventualità che si venga a creare un monopolio della rappresentanza tale da mettere ai margini le delegazioni ufficiali della piccola e media industria dai tavoli della politica economica nazionale.

 

Emblematico il caso degli incentivi all’industria 4.0, andati in prevalenza ai soggetti economici medio-grandi“. Da qui l’appello alle parti sociali affinché “assieme si arrivi al risultato di avere per la rappresentanza economica decisionale lo stesso schema di rapporti oggi vigenti nel quadro delle relazioni contrattuali, dove gli accordi collettivi da noi stipulati e vigenti in settori come meccanica e agroalimentare sono applicati da un numero più ampio di aziende oltre le singole basi associative“.

 

Sulla provincia di Cuneo – commenta il Presidente provinciale Pierantonio Invernizzi – abbiamo da tempo avviato un modello collaborativo nel quale imprese medio-piccole e grandi formano filiere e processi produttivi unitari, come in campo agroindustriale ma anche in quello meccanico. Il prossimo passo deve essere quello del passaggio a un riconoscimento istituzionale proporzionato alla effettiva entità delle adesioni non soltanto associative ma agli accordi di categoria siglati dal sistema Confapi con le forze sociali e istituzionali, affinché le scelte di strategia economico-industriale siano sempre più inclusive e fruibili per le varie categorie di dimensione di impresa“.

 

Aggiungono Giuseppe Rossetto e Paolo Cantelmi, a capo rispettivamente di Unionalimentari e Unionmeccanica: “Gli spunti emersi dall’assemblea romana hanno prodotto linee guida suscettibili di trovare una coerente traduzione all’interno dei singoli territori. Se per esempio anche il documento di economia e finanza della Regione Piemonte ha stabilito che il maggiore apporto alla ripresa sta venendo sì dalla meccanica ma anche da agroalimentare e turismo, allora serve la responsabilità di focalizzare le risorse nei settori trainanti, così da favorire il rilancio e la riconversione di altri più saturi o critici“.

 

Come fu per l’investimento dedicato alla torre di polverizzazione del latte realizzata a Moretta dalla nostra Inalpi – conclude il Presidente dell’Azienda lattiero-casearia, Ambrogio Invernizzi – La concentrazione dell’impegno finanziario ha permesso di supportare un territorio a rischio di deindustrializzazione, a beneficio sia di un vasto indotto trasversale di PMI sia della grande industria di trasformazione come la Ferrero, e questo sta ora contribuendo ai numeri di tutto rispetto dell’export della provincia Granda nel Food“.