L’infermiera braidese Caterina Becchio testimonial nazionale della campagna di MSF “Cure nel cuore dei conflitti”

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Ogni giorno gli operatori umanitari di Medici Senza Frontiere (MSF) sono al lavoro nei principali teatri di guerra in tutto il mondo per soccorrere le popolazioni colpite.

Impegnati il più vicino possibile alla linea del fronte, forniscono cure mediche e chirurgiche ai feriti o ai malati rimasti senza cure, fanno nascere bambini, offrono assistenza psicologica, migliorano le condizioni nei campi rifugiati. Un’azione difficile e rischiosa perché dall’Africa al Medio Oriente si combattono guerre senza regole che prendono di mira ospedali e civili, ormai le principali vittime di feroci guerre che non combattono.

 

Per sostenere questa azione MSF lancia la campagna di raccolta fondi “Cure nel cuore dei conflitti”: dal 20 ottobre al 13 novembre si possono donare 2 o 5 euro via SMS, 5 o 10 euro con chiamata al numero 45548.
Il ricavato andrà a sostegno dei progetti di MSF nei conflitti, in particolare in Yemen, Siria, Iraq, Afghanistan, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana: bastano 2 euro per 15 garze con chiusura adesiva, 5 euro per 6 teli isotermici da sopravvivenza, 10 euro per un kit chirurgico per un’operazione di emergenza.

 

Testimonial della campagna è anche Caterina Becchio, infermiera, è nata a Bra nel 1982. Con Medici Senza Frontiere ha svolto missioni in territori di guerra in territori di guerra in
Sud Sudan e Yemen.

 

Quando un paese è devastato dalla guerra, intere popolazioni vengono messe in ginocchio” dichiara Loris De Filippi, presidente di MSF. “Oltre ai feriti degli attacchi, tra cui donne e bambini colpiti nelle loro stesse case, ci sono comunità assediate senza cibo e beni essenziali. E se un ospedale viene distrutto, a migliaia restano privi di assistenza medica, anche per una malattia o per far nascere un figlio. Consegnare tempestivamente le cure di cui hanno bisogno è una sfida medica e logistica senza pari, che affrontiamo ogni giorno nei conflitti. Come organizzazione indipendente possiamo farlo solo grazie a chi ogni giorno sceglie di sostenere la nostra azione.

 

Non avevo mai visto così tanti pazienti con ferite così serie tutti insieme in una giornata. Vedere dei bambini in quelle condizioni è stato davvero duro” racconta Chiara Burzio, coordinatore medico di MSF in Iraq durante i giorni dell’offensiva di Mosul. “Nella clinica ho potuto toccare con mano quanto in concreto possiamo aiutare questa popolazione, nel rinascere e anche nel ritrovare un po’ di gioia per andare avanti.”