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Mondovì – Droga a ragazzini di 13 e 14 anni, sgominato gruppo di richiedenti asilo| Sette misure cautelari ed 11 denunciati da parte dei carabinieri, che hanno condotto le indagini per 6 mesi

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Si faceva chiamare “Kapon” il giovane africano originario del Gambia al centro di un sodalizio criminale che spacciava sostanze stupefacenti a ragazzi, anche giovanissimi, di Mondovì. “Kapon” come il nome che i carabinieri di Mondovì hanno dato all’operazione che ha portato all’esecuzione di 7 misure cautelari e alla denuncia di 11 persone.

 

In tre sono finiti in manette: uno è proprio “Kapon”, M.M., 24 anni, profugo che da agosto aveva perso la status di richiedente asilo; di origini africane anche S.S., 22enne, pure lui beneficiario dello status di richiedente asilo e ospitato all’hotel Alpi del Mare di Mondovì. Italiano invece il terzo arrestato, C.C., 37 anni, uno dei fornitori del sodalizio.

 

Impressiona, in questa vicenda, l’età dei ragazzini che acquistavano la droga (marijuana e hashish) dagli spacciatori: molti minorenni, alcuni addirittura di 13 e 14 anni. La zona era quella della stazione, da tempo segnalata dai residenti come un’area poco sicura nelle ore notturne, ma non solo, perché gli scambi avvenivano anche in altre zone, per esempio sui treni.

 

Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Mondovì, durate circa 6 mesi, sono partite proprio da queste segnalazioni ed hanno consentito di portare alla luce un’attività strutturata e ben organizzata, guidata da “Kapon” ed in cui tutti avevano un ruolo ben preciso: chi consegnava, chi faceva da palo, chi andava a prendere e trasportava la droga. Ed anche chi la produceva, l’italiano che a Farigliano aveva una vera e propria serra e da cui il sodalizio, che a volte per questi acquisti si rivolgeva anche alla zona di Torino, si riforniva.

 

“C’è soddisfazione perché abbiamo tolto dalla strada gente che spacciava droga a ragazzini, anche giovanissimi – ha spiegato il comandante della Compagnia di Mondovì Raffaele Ciliento nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i risultati dell’operazione. “Inoltre, con questo intervento è stata data una risposta importante ad una richiesta di maggiore sicurezza nella zona della stazione che ci veniva dai cittadini”. Il comandante del NOR di Mondovì Vincenzo Sagnelli si è concentrato sulla modalità delle indagini: “Sono state fatte in maniera tradizionale – ha spiegato -: con pedinamenti ed appostamenti notturni sui treni, davanti alle scuole e nelle zone dove avvenivano gli scambi. Sono state lunghe ed articolate”.

 

Nel corso dell’operazione sono state eseguite 15 perquisizioni domiciliari e sequestrati complessivamente circa tre etti tra hashish e marijuana. Gli extracomunitari arrestati o denunciati beneficiavano del programma di protezione in quanto richiedenti asilo, ed erano ospitati in strutture ricettive del monregalese: sono stati segnalati alla Prefettura, che avvierà ora la procedura di revoca dello status di richiedenti asilo in Italia.

 

Sfruttando l’inesperienza di questi minori, i pusher riuscivano a vendere sempre le dosi a 10 euro, anche se non di grande qualità. Si calcola che il giro di affari fruttasse circa un migliaio di euro a settimana ad ognuno degli spacciatori.

 

Gabriele Destefanis

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