Caso di tubercolosi a Saluzzo: “L’allarme creato è del tutto fuori luogo” | Il dottor Domenico Montù, direttore del servizio di igiene pubblica dell’Asl CN1, prova a fare chiarezza sulla situazione

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Ormai da qualche giorno a Saluzzo non si parla d’altro: un caso di Tbc è stato registrato in città. Ma andando per ordine, un sabato pomeriggio come tanti uno dei circa 280 braccianti agricoli ancora presenti nel campo allestito dalla Caritas al Foro Boario si sente male e chiama il 118.

L’uomo è un trentaseienne originario del Mali, rispondono dalla centrale operativa di Saluzzo e protendente viene inviata un’ambulanza sul posto che porta il lavoratore stagionale al pronto soccorso cittadino, dopo i controlli viene chiesto il suo ricovero nel reparto si medicina interna per accertamenti in attesa del trasferimento a Cuneo dove è previsto il trattamento dei malati per malattie “infettive” dopo che gli era stata diagnosticata la tubercolosi.
Dopo qualche giorno il trasferimento non era ancora arrivato e così martedì il 36enne decide di abbandonare l’ospedale per tornare nel campo.

Da subito medici e paramedici avvisano i carabinieri che assieme al personale Caritas si mettono
alla ricerca dell’uomo; una volta trovato anche con l’ausilio di paramedici del 118 lo convinco a salire sull’ambulanza che nel frattempo era giunta sul posto e tornare in ospedale accompagnato da un amico.

Inutile sottolineare che la cittadinanza appena ventura a conoscenza della notizia tramite “Il Corriere di Saluzzo” che per primo ha dato la notizia è entrata quasi nel terrore per il “rischio contagio”. Rischio che sicuramente c’è però come dicono gli esperti non è sicuramente più altro di altre malattie e sopratutto non è una novità, ogni anno infatti si ha a che fare con casi come questi ma semplicemente si “opera” nel silenzio seguendo la prassi medica. È comunque una situazione delicata e non si può escludere che in città non ci siano rischi di contagio.

Come si poteva immaginare sono arrivate anche le polemiche e gli “attacchi” politici di esponenti locali e regionali ma si sa che quando si parla della vita e della salute delle persone ciò che conta è fare chiarezza senza polemizzare e sopratutto, vogliamo ribadire, è fondamentale la prevenzione.

Notizie tranquillizzanti giungono anche dal dottor Domenico Montù, direttore del servizio di igiene pubblica dell’Asl Cn1.

Montù non minimizza in alcun modo la situazione ma, come ci dirà lui stesso, “occorre tracciare un quadro reale della situazione”, senza (aggiungiamo noi) creare panico ed allarmismi dove non ci sono.

 

Ci sono quindi rischi infettivi per la città di Saluzzo?

Non è mai facile rispondere a domande del genere – ci ha detto Montù – Stiamo però parlando di una malattia che è presente nella nostra comunità ormai da molti anni, e che nella nostra realtà è considerata a bassa endemia. Tutti gli anni ci sono casi di Tbc che necessitano di trattamenti sanitari e quindi di un’azione di controllo su persone rimaste a contatto col paziente. Esiste sì la possibilità di contagio, ma non a livello di altre malattie come il morbillo, influenza o gli orecchioni. In questo caso la situazione è molto diversa, sia per le probabilità che per le modalità di contagio. Chiariamo quindi che non tutti coloro che vengono a contatto col paziente si infettano e che a loro volta non tutti gli infetti si ammalano. Siamo in un’epoca in cui la malattia può essere curata e anche molto bene, certo è importante farsi curare, il percorso è un po’ lungo e fastidioso. Nel caso specifico, ci troviamo difronte a un caso che non ha nulla di diverso rispetto a tutti gli altri casi che si sono verificati nel nostro territorio e che hanno interessato anche popolazione autoctona. Escludo categoricamente che esista un problema di natura epidemica o un allarme infettivo. Questo caso è uguale a altri casi di cui nessuno ha saputo nulla e che non sono balzati agli onori cronache, come è successo in questo caso, poiché si tratta di uno stagionale della frutta che dopo la prospettiva di ricovero a Cuneo è scappato per paura. Anche le ricerche del paziente, svoltesi di concerto con i Carabinieri, hanno generato notizia, ma l’allarme creatosi è del tutto fuori luogo. Faremo dei controlli sul luogo di soggiorno dove è stato il paziente, ed eventualmente interverremo con una profilassi farmacologica. Non esiste alcun problema per la città di Saluzzo. Abbiamo a che fare ogni anno con centinaia di casi come questo che curiamo nel doveroso silenzio: i servizi sanitari funzionano bene