Senza incentivi frenano i contratti stabili | E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Inps, per i primi cinque mesi del 2016 assunzioni a tempo determinato -78%, voucher +43%

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Frenano i contratti stabili, aumenta la precarietà, volano i voucher. E’ quanto emerge dai dati diffusi ieri (19 luglio) dall’Inps, che si riferiscono ai primi cinque mesi del 2016. Le assunzioni dei datori privati sono state 2.076.000, con una riduzione di 263.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (- 11,2%).

 

Questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: -280.000, pari a -34% sui primi cinque mesi del 2015. Il calo – evidenzia l’Inps – è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni.

 

Nel periodo gennaio-maggio 2016 sono stati venduti 56,7 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto ai primi cinque mesi del 2015, pari al 43%. Questo un altro passaggio della rilevazione: nello stesso periodo del 2015 la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,2%. Da una prima lettura dei dati c’è una frenata impressionante dei contratti a tempo indeterminato. In carenza del meccanismo degli incentivi, poi, si dimostra che l’andamento dell’economia non è in grado di fornire occasioni di lavoro per colmare il gap. Fuori dalla logica degli incentivi non c’è una crescita dell’economia in grado di assicurare nuovi posti di lavoro.

 

La precarizzazione “torna ad aumentare”. Quasi il 70% dei nuovi rapporti di lavoro è instabile. E poi c’è un vero e proprio boom dei voucher, ovvero il massimo dell’instabilità, che rappresentano un grave problema per le persone. Se si conferma la tendenza quest’anno supereremo i 130 milioni di voucher venduti nell’arco di tutto il 2016. Uno strumento non solo ingiusto, ma che può anche nascondere dentro di sé ulteriori meccanismi di sfruttamento e frode. E il meccanismo messo in atto dal ministero del Lavoro non sarà in grado di intercettare lo sfruttamento e riportarlo ad una situazione normale.