“La cattedrale pagana (dello spreco) presso il Santuario Mariano di Valmala” | Ci scrive Valter Demichelis per denunciare lo stato di abbandono del centro “Valmala Ski”, inaugurato nel 2006

0
720

Correva l’anno 2006 e i visi sorridenti degli amministratori locali con in bella mostra il tricolore, inauguravano il centro “Valmala ski” che doveva fungere da punto d’appoggio e ristoro per gli appassionati dello sci nordico.

 

La grande abbuffata delle montagne olimpiche benedì anche l’ameno pianoro dove nel lontano 1834 nei primi giorni di agosto apparve la Madre della Misericordia ad alcuni pastorelli, braccia aperte e viso rigato dalle lacrime come premonitrice futura della dissolutezza umana, in particolare quella di sperperare le risorse pubbliche.
Tornando ai giorni nostri, il centro giace in un totale stato di abbandono; ampie crepe sui muri denotano che i materiali usati non sono stati di primo ordine,le perline in legno che dovevano fungere da disegno armonioso della facciata ingobbite dall’arsura del sole, sul fronte posteriore l’ampia vegetazione si sta facendo largo tra il muro di contenimento,inoltre gli infissi di scarsa qualità paiono occhi macilenti,appoggiando il viso ai vetri si intravede un disarmo generale, un vecchio del luogo asserisce che i pavimenti sono a pezzi dopo che il gelo ha fatto esplodere le condutture d’acqua.
L’unica nota di colore è data dalla rete arancione, quella dei cantieri,che ne impedisce l’avvicinamento,qualche mano pietosa per confondere l’edificio nel panorama circostante ha innalzato lungo tutto il perimetro frontale ampie cataste di buon faggio.

 

Praticamente, un centro nuovo,quasi mai usato che dopo appena dieci anni risulta a pezzi. Fa bella mostra sulla facciata la placca che ricorda i “benefattori”, escludendo la Cassa di Risparmio di Saluzzo, soldi pubblici,spesi a gogò sul territorio Piemontese; dove ora va di moda ricordare che la coperta è corta per i servizi essenziali, mentre per le cattedrali nel deserto si continua ad attingere senza ritegno.
Se il Piemonte potesse non condividere l’italico disastro,i soldi dei progetti verrebbero sicuramente indirizzati verso opere di necessità certa, nel pieno rispetto dei contribuenti e dell’ambiente. Per esempio si sarebbe potuto riasfaltare il manto stradale dal ponte di ” Valcurta” fino in cima, costellato di buche enormi contemplato dalle molte Madonne votive poste ai lati dell’erta salita,oppure estirpare i plinti ed i pali dello skilift in disuso da molto tempo, quei tralicci verdi che paiono goffi mulini a vento senza pale, di un improbabile passaggio con gli ski dell’ hidalgo don Chisciotte con la “Bertona” del Santuario, accompagnato dal fido Sancio Panza sulle nevi del Chiotto.

 

Demichelis Valter PiemonteStato
Movimento Indipendentista Piemontese