Furti di rame in Granda: sei pregiudicati denunciati fra Ceva, Mondovì e Borgo San Dalmazzo

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Non più tardi di due settimane fa i carabinieri avevano sorpreso a Cuneo, di notte, un pregiudicato del luogo che nella sua auto aveva oltre 100 kg di rame, del valore di circa un migliaio di euro, di probabile provenienza furtiva.

L’uomo venne denunciato all’Autorità Giudiziaria per ricettazione e partirono le indagini per capire da dove provenisse quel rilevante quantitativo di “oro rosso”.
Nei giorni scorsi i militari dell’Arma, nel prosieguo delle indagini avviate due settimane prima, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Cuneo complessivamente altri sei pregiudicati per furti di rame perpetrati in varie località della provincia cuneese.

 

A Mondovì i carabinieri hanno denunciato per furto aggravato un pregiudicato torinese 30enne che, nei giorni scorsi, si era reso autore del furto di tre grosse lastre in rame poste a copertura di alcune tombe all’interno di un cimitero di un piccolo paese del monregalese. Su di lui intanto gli accertamenti dei militari sono tuttora in corso per capire se l’uomo, con le stesse modalità esecutive, possa aver perpetrato analoghi furti ai danni di altri cimiteri della zona.

 

A Ceva, i carabinieri hanno sorpreso in flagranza di reato un uomo ed una donna 70enni pregiudicati sinti provenienti dal fossanese, che avevano preso di mira il rame presente nei cavi elettrici lungo la linea ferroviaria. Sono stati immediatamente bloccati dai militari e denunciati per furto aggravato in concorso. Anche su questo episodio le indagini sono tuttora in corso per verificare se la coppia di nomadi abbia messo a segno altri furti lungo la rete ferroviaria della provincia di Cuneo.

 

A Borgo San Dalmazzo i carabinieri hanno denunciato per tentato furto aggravato in concorso tre 40enni pregiudicati di Cuneo che, alcuni giorni prima, dopo aver forzato il cancello d’ingresso di un’azienda del luogo operante nel settore delle escavazioni, avevano tagliato i cavi elettrici di alcuni veicoli e macchine operatrici per ricavarne ed asportare il rame in essi contenuto. L’azione criminosa era però stata disturbata dal rientro di alcuni operai ed i tre, alla cui identificazione sono poi giunti i carabinieri intervenuti sul posto, avevano abbandonato oltre 150 kg di rame fuggendo via. Anche sui tre, che ora dovranno rispondere di quel tentativo di furto, le indagini proseguono per verificare se vi sia un legame e tra altri furti di “oro rosso” messi a segno nella provincia Granda negli ultimi tempi.

 

c.s.