Il Barolo 2012 dedicato a Joe Bastianich nella corte del Castello | Presentata l’etichetta disegnata dal maestro della Transavanguardia Sandro Chia

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“Un’annata non abbondante sotto l’aspetto quantitativo, ma con una materia prima eccellente per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario e le caratteristiche organolettiche,  fattori che ci hanno  permesso di ottenere vini molto equilibrati.” Così lo storico enologo del Barolo e Gran Maestro dell’Ordine Dinastico del Barolo Armando Cordero ha descritto il Barolo 2012 che questa mattina, nel corso di una cerimonia ufficiale, è stato presentato nella corte del Castello di Barolo e dedicato al ristoratore Joe Bastianich, con un’etichetta esclusiva disegnata dal maestro Sandro Chia.

«Noi in generale siamo abituati a conoscerlo come giudice di Masterchef, perchè tutto ciò che passa in televisione gode di un’eco molto vasta – spiega Federico Scarzello, Presidente dell’Enoteca Regionale del Barolo – però i produttori che sono oggi presenti bene o male si sono trovati una volta nella vita seduti in un suo ristorante e possono testimoniare quanto lui, nella sua attività, abbia dato al Barolo un posto di primo piano. Il Barolo nei suoi ristoranti è sempre trattato come un re, e per questo oggi lo vogliamo ringraziare»

 

E il noto ristoratore italo americano, con un piglio ben distante da quello del burbero «lanciatore di piatti» che lo ha reso celebre nel celebre talent culinario, non ha lesinato, tra una battuta ed un aneddoto, di decantare il suo amore per il Barolo «Ieri sera ero a Roma ad un incontro con i Gesuiti, e dopo la messa ho curato la cena a base di Barolo, e posso affermare che ai Gesuiti il Barolo piace parecchio. Ed anche Papa Francesco, che ho avuto il piacere di servire a New York, lo ama molto. Quindi si può tranquillamente affermare che anche il Papa beve Barolo!» ha esordito Bastianich, per poi raccontare il suo «incontro» con il mondo del vino, lui figlio di emigrati italiani in America, il vino prodotto dal nonno che mai mancava in tavola, quindi quello servito dai genitori nel loro primo ristorante, quando ancora essere figlio di ristoratori immigrati era tutt’altro che un vanto, ed ancora i primi viaggi in Italia insieme a mamma Lidia, la scoperta delle Langhe, i sei mesi negli anni Novanta trascorsi ad Alba, l’acquisizione della Cantina Brandini a La Morra che lo fa in tutto e per tutto un quotato produttore di Barolo e un incontro con un personaggio destinato a segnare in qualche modo il suo percorso, il patron di Eataly Oscar Farinetti «Dopo un pranzo a Torino insieme a Oscar, nel corso del quale mi riempì la testa di progetti ed idee per portare Eataly a New York, appena saliti in macchina mia madre mi disse «Joe, oggi hai conosciuto il primo capo che tu abbia mai avuto» E aveva ragione…». Un legame fortissimo quello tra Joe Bastianich, il Barolo e le Langhe, che ha portato l’Enoteca Regionale a dedicargli l’annata 2012 «…per il suo importante ruolo di imprenditore al massimo livello nella ristorazione mondiale. Ha fatto delle eccellenze italiane il suo fiore all’occhiello sostenendo i prodotti di  qualità con particolare riferimento al Barolo, da sempre un protagonista in primo piano nei suoi locali in tutto il mondo».

 

Un Barolo «vestito» dall’etichetta disegnata dal maestro della Transavanguardia nonchè produttore di Brunello a Castello Romitorio a Montalcino, Sandro Chia “Ho pensato di lavorare sul tema del panneggio, una tovaglia prima di essere stesa sul tavolo ed essere imbandita con cibi e vivande – spiega – L’immagine della tovaglia mi è sembrata la più adatta ad evocare la gioia della tavola e il rito antico della degustazione dei prodotti del lavoro e della terra. Mi ricordo che quando in casa appariva la tovaglia era per tutti noi un momento di grande allegria”. E un riconoscimento è andato anche all’artista toscano perchè «…in occasione del cinquantesimo anniversario del conferimento della DOC ha voluto donare al Barolo una veste evocativa che rappresenta l’essenza di questo vino come solo la sensibilità che un artista produttore avrebbe saputo cogliere»

Nel corso della cerimonia, mediata dai giornalisti Sergio Miravalle e Giancarlo Montaldo, davanti ad un parterre ricco di personalità, dal parlamentare europeo Alberto Cirio al presidente dell’ ‘Ente Fiera Internazionale del Tartufo Liliana Allena, ed ancora il neo presidente di Banca d’Alba Tino Cornaglia ed il senatore Tomaso Zanoletti oltre a produttori e sindaci dei paesi del Barolo, è stata presentata la collezione unica comprendente 282.000 etichette donate al WiMu da Cesare Baroni Urbani da Sirolo, nelle Marche. La raccolta sarà catalogata e collocata nei locali attigui al WiMu – sotto l’attuale biglietteria –, in spazi che saranno presto visitabili e inseriti nel percorso museale. A questo proposito, i produttori potranno donare alcuni esemplari delle loro etichette più rappresentative ed entrare a far parte del fondo attualmente a disposizione con una serie monotematica che sarà dedicata alla produzione locale.  «Oggi presentiamo come da tradizione la nuova annata, un momento di festa, di incontro con i produttori, l’occasione per rinnovare gli impegni e gli obiettivi che il nostro territorio ci impone – ha affermato il sindaco Renata Bianco – Nel 2016 questo tradizionale appuntamento si arricchisce dell’acquisizione di una prestigiosa collezione internazionale di circa 282.000 bottiglie provenienti da Paesi di tutto il mondo, donata al comune di Barolo dal professor Cesare Baroni Urbani da Sirolo in provincia di Ancona, il frutto di un appassionato, competente lavoro di raccolta e di catalogazione svolto in diversi anni dal barone e dalla consorte Maria De Andrade, ai quali oggi esprimiamo tutto il nostro riconoscimento e la nostra gratitudine».

 

Sommeiller hanno poi servito il Barolo 2012 ai presenti, poi guidati nella degustazione dall’enologo Armando Cordero, che ha spiegato “La campagna del 2012 dopo un iniziale inverno più mite della media fino a gennaio (15-16°C nelle vigne più esposte), è stata caratterizzata da abbondanti precipitazioni nevose e piovose fino a giugno, rallentando la ripresa vegetativa, velocizzando lo sviluppo della vite e determinando un’allegazione minore, quindi un numero minore di acini per grappolo, che è stato superata successivamente con un oculato minore diradamento a fine agosto, in presenza di temperature vicine ai 38°C e con precipitazioni scarse. La vendemmia ad inizio ottobre ha infine potuto beneficiare di un periodo di importanti escursioni termiche giornaliere a partire dalla seconda decade di settembre. Questo ha fatto si che si sia trattato di un’annata non abbondante ma con materia prima eccellente»

 

Fabio Magliano

Foto Alice Ferrero