Confagricoltura ha presentato a Cavallermaggiore un decalogo di proposte per fronteggiare la crisi del latte

0
309

Un decalogo di azioni da mettere in atto al più presto per sollevare dalla crisi le aziende agricole del comparto lattiero caseario. Lo hanno presentato agli attori  della  filiera  Confagricoltura  Cuneo  e  Torino  nel  convegno “Latte,  i  conti  non tornano” che si è svolto oggi, venerdì 29 aprile, a Cavallermaggiore.

Le dieci proposte illustrate   sono:   efficientamento   delle   imprese   agricole,   integrazione   di   filiera, semplificazione  della  Pac,  etichettatura,  promozione,  ampliamento  del  paniere  delle DOP,  rafforzamento  dell’export,  miglioramento  delle  qualità,  sgravio  contributivo  e contingentamento temporaneo delle produzioni a livello europeo.

 

Proposte sostenute anche  dal  presidente  nazionale  di  Confagricoltura  Mario  Guidi,  che  ha  partecipato  al convegno  sottolineando  l’importanza  di  unire  le  forze  per  delineare  il  futuro  dell’agricoltura,  a  partire  dal  settore  latte: “Dobbiamo  imparare  a  fare  squadra,  perché solo  insieme  possiamo  competere,  rafforzare  le  nostre  posizioni  e  valorizzare le eccellenze  italiane  per  conquistare  nuovi  spazi  di  mercato.  A  poco  servono  misure tampone per risolvere la crisi del comparto latte: occorrono interventi più significativi e una programmazione ad ampio respiro che coinvolga tutta la filiera”.Centinaia  gli  imprenditori  agricoli  provenienti  da  tutto  il  Piemonte  per  assistere  al  convegno, aperto  dai  presidenti  provinciali  di  Confagricoltura, Enrico  Allasia  (Cuneo)  e Paolo  Dentis(Torino). “Crediamo  che  la  strada  maestra  per  uscire  da  questo  momento  sia  quella  dell’ aggregazione  tra  produttori,  oltre  alla  promozione  della  qualità  a  360  gradi:  non  dobbiamo fermarci a considerare solo il prodotto che portiamo sul mercato, ma dobbiamo riuscire a dare maggior  valore  a  tutto  il  processo  produttivo”,  ha  detto  il  primo. “La  situazione  del  comparto latte richiede soluzioni complesse. Per ottenere un cambiamento di rotta dobbiamo confrontarci con tutta la filiera se vogliamo individuare soluzioni durature, sostenibili e non temporanee. Per trovarle ognuno deve fare la propria parte”, ha rimarcato invece il secondo.  

 

L’ economista  agrario Ermanno  Comegna ha  illustrato,  invece, uno  studio  realizzato  su  dati forniti  dalla  Confagricoltura  di  Cuneo  e  Torino.  L’ indagine  dimostra  come  il  reddito  lordo  degli allevamenti  bovini  da  latte  in  Italia  si  sia  ridotto  del  116%  nel  2015  e  del  139%  nel  primo bimestre di quest’ anno rispetto alla media dei redditi 2011-2015. Lo studio – con l’ indicizzazione dei dati Ismea e senza considerare le sovvenzioni pubbliche – evidenzia che il confronto tra costi e ricavi per la produzione del latte bovino nel 2011 comportava un reddito lordo per l’ allevatore di 3,87 euro ogni 100 kg di latte. A inizio 2016 il margine era negativo per 0,85 euro, mentre la stima di aprile evidenzia un disavanzo di 3,34 euro ogni 100 kilogrammi di latte prodotto. Il  direttore  del  CLAL Angelo  Rossi,  poi,  ha  fornito  alla  platea  uno  spaccato  delle  dinamiche internazionali  che  stanno  interessando  il  settore  lattiero  caseario.  Secondo  Rossi  la  crisi  del comparto  ha  origine  nell’ emisfero  sud  del  mondo,  dove  nel  2014-2015  è  stato  prodotto  molto più  latte  rispetto  alla  domanda,  soprattutto  a  fronte  di  un  rallentamento  delle  importazioni causato  da  molteplici  fattori,  primo  fra  tutti  la  riduzione  del  PIL  mondiale.  Per  non  subire  la concorrenza di prezzo globale, bisogna a suo avviso orientarsi sempre di più verso produzioni di Denominazione  di  Origine  e  favorirne  l’ esportazione.  

 

Per  fare  questo  l’ Italia  è  chiamata riprogrammare la politica di sviluppo del settore, mentre a livello europeo bisogna andare oltre i contributi ‘ a pioggia’ , poco incisivi e utili.  A Roberto  Morello,  presidente  di  Piemonte  Latte,  e Tommaso  Visca,  presidente  di  Lait Service,  è  toccato  il  compito  di  portare  il  punto  di  vista  del  mondo  cooperativo,  mentre  a Franco Biraghi, presidente di Confindustria Cuneo e del caseificio Valgrana di Scarnafigi, quello degli  industriali  del  territorio.  Al  dibattito  sono  intervenuti  anche Giorgio  Ferrero,  assessore regionale all’ Agricoltura, Alberto  Cirio, europarlamentare, Felice  Assenza, del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, oltre al vicepresidente del CEJA, il giovane allevatore belga Jannes Maes.