Piano strategico per l’aeroporto di Cuneo: presentato lo studio ICCSAI

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Alla presenza di un pubblico qualificato, si è presentato ieri pomeriggio nel salone d’onore dell’ente camerale cuneese lo studio “Supporto alla formulazione del piano strategico dell’aeroporto di Cuneo”, condotto dal professore Stefano Paleari docente all’università di Bergamo e direttore di ICCSAI (International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry) in collaborazione con il collega Renato Redondi e commissionato dal Patto per lo Sviluppo dei settori economici della provincia di Cuneo.

 

 

Una riflessione concreta e precisa sulla condizione dei piccoli aeroporti italiani ed europei e un’analisi specifica sullo scalo cuneese hanno permesso di comprendere meglio quali siano le debolezze e i punti di forza su cui è necessario orientare l’attenzione per far sì che il nostro aeroporto possa essere rilanciato.
Il professore Paleari ha sottolineato il positivo impatto che l’aeroporto ha sul territorio ricordando che il bacino di utenza, di 600/700 mila potenziali passeggeri, giustifica ampiamente il piano strategico. “L’area per le sue caratteristiche industriali, turistiche e di qualità della vita – ha continuato Paleari – bene si integra con l’esistenza di una struttura aeroportuale. Lo scalo cuneese in quanto tale ha dimostrato di avere, anche in relazione ad altre realtà nazionali, una gestione attenta ed efficiente che si posiziona tra le migliori in Italia”.
Accessibilità, conoscenza, governance e tecnologia sono stati i fattori che hanno determinato lo sviluppo dell’Europa pre-moderna, principi validi ancora oggi per la crescita di un territorio e della sua offerta.
“Negli ultimi anni, il problema dei piccoli aeroporti – ha affermato Renato Redondi dell’Università di Brescia – e dunque il loro ridotto sviluppo ha accomunato l’Italia e l’Europa. Tra i fattori che meritano attenzione e sui quali è necessaria una puntuale riflessione si osservano: il bacino di utenza, il traffico merci e l’offerta commerciale”.

 

Per uscire da questa impasse è dunque necessario considerare quei fattori che, nel caso dell’aeroporto di Cuneo, possano fare la differenza offrendo servizi specifici a costi vantaggiosi. È opportuno orientarsi a vettori low-cost, guardando a destinazioni non contemplate dagli aeroporti che insistono sullo stesso bacino d’utenza, con un’attenzione particolare alla Business Aviation essendo lo scalo cuneese posizionato in prossimità delle rotte internazionali riferite al settore.

 

La qualità della vita nella nostra provincia è alta (ottavo posto nella graduatoria nazionale), il suo territorio è esteso, ma le vie di comunicazione sovente non permettono agevoli collegamenti relegandola all’isolamento.
“È dunque importante – ha sottolineato il presidente Ferruccio Dardanello – una riflessione a livello regionale e nazionale, superando i campanilismi. Per dare concretezza e continuità al “modello Cuneo” è indispensabile avere delle infrastrutture adeguate in grado di permetterci di competere sul mercato internazionale nella consapevolezza che esistono gli spazi necessari per offrire adeguati servizi alla nostra comunità e le giuste emozioni a chi visita la nostra terra”. Il tutto nel rispetto di quel piano unico di programmazione regionale in cui anche il Nord-Ovest e i suoi interlocutori sono chiamati a fare la loro parte.

 

Rispetto ad altri piccoli aeroporti Cuneo è uno scalo virtuoso; nel 2013 ha raggiunto 290 mila passeggeri a fronte di una crescita del 127% nel periodo 2009/13; annoverato tra i 38 scali nazionali, di recente, ha ottenuto la concessione governativa.
“Come aeroporto – ha concluso Giuseppe Viriglio presidente Geac – condividiamo le ipotesi e le soluzioni prospettate dallo studio Iccsai del prof. Paleari, che sono peraltro le assunzioni su cui abbiamo impostato il piano strategico”.