Confartigianato Cuneo lancia l’allarme: “Economia sommersa cresciuta del 2,4%”

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Sono oltre 12 mila le aziende artigiane della provincia di Cuneo che risultano più esposte alla concorrenza “sleale” da parte di imprese non allineate alle regole e millantanti professionalità ed esperienza non acquisite.

Il sommerso rappresenta da sempre un grave fenomeno di concorrenza sleale per le imprese regolari. Negli ultimi anni questa minaccia è cresciuta mentre, nello stesso arco di tempo, il lavoro autonomo è diminuito, in quanto sotto pressione a causa della recessione conseguente allo scoppio della crisi del debito sovrano. Il risultato è che, nel triennio 2011-2013, il valore aggiunto dell’economia sommersa e illegale è salito del 2,4% mentre nello stesso periodo il valore dell’economia regolare è sceso del 2,4%. Spacchettando questi dati si comprende come l’aumento del valore aggiunto dell’economia sommersa ed illegale cammini in parallelo al calo del 9,6% del valore aggiunto delle Costruzioni, del 4,6% nel Manifatturiero e dell’1,3% nei Servizi.

 

Una grave minaccia per le imprese regolari e in particolar per quelle operanti nell’artigianato, deriva in particolare dall’abusivismo. Nel 2013 sono 1.049.000 le unità di lavoro equivalente a tempo pieno indipendenti irregolari che, nell’arco di un triennio hanno registrato un aumento dello 0,3% mentre nello stesso arco di tempo imprenditori a lavoratori autonomi regolari sono calati di 275.000 unità, con una caduta del 4,2%.
Sulla base di questi andamenti l’incidenza del lavoro non regolare sale al 14,5%, equivalente ad 1 occupato indipendente irregolare ogni 6 indipendenti regolari. Al terzo trimestre 2015, nel nostro Paese sono 330.233 le imprese artigiane – pari ad un quarto (24,2%) dell’artigianato italiano – che subiscono la concorrenza sleale del sommerso.

 

Secondo i dati di Eurobarometro della Commissione europea si stima che in Italia 6.897.000 persone hanno effettuato negli ultimi 12 mesi acquisti di beni e servizi che contengono lavoro irregolare, pari al 13,3% della popolazione di riferimento e di oltre 1,7 punti superiore alla media UE, che si attesta all’ 11,6%.

 

«Il fenomeno della concorrenza sleale – commenta Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato – sta creando gravi disagi alle nostre imprese. Veniamo da un lungo periodo di crisi, durante il quale gli artigiani hanno faticato non poco a proseguire la loro attività nel rispetto delle regole. Non è più tollerabile che gli imprenditori corretti si debbano confrontare con chi le normative le elude, danneggiando seriamente il mercato e la sostenibilità e la credibilità della nostra economia. L’illegalità va combattuta con ogni mezzo e su questo tema la nostra Associazione ha da tempo avviato collaborazioni con le forze dell’ordine e messo in opera campagne di sensibilizzazione, affinché venga meglio tutelato il lavoro imprenditoriale onesto e qualificato. Si tratta di una questione di aspetto economico, ma prima ancora di valore morale, sulla quale il nostro Paese, insieme a tutti noi, deve vigilare con maggiore severità ed attenzione».