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A Ceresole Reale la scuola più piccola d’Italia. L’Uncem: “Salva il paese, il Ministro venga a visitarla”

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Ha fatto il giro d’Italia la storia della scuola di Ceresole che salirà sul palco del Festival di Sanremo con i due alunni e la maestra ad accompagnarli.

La classe salva un paese, lo abbiamo ripetuto tante volte e Uncem ha sempre agito affinché la Regione stanziasse le risorse necessarie, previste da un’apposita legge, per la salvaguardia delle scuole di montagna. Mezzo milione di euro che permette la presenza di plessi come Ceresole (e altri), lo sdoppiamento di pluriclassi, il miglioramento dell’offerta formativa.

 

La scuola di Ceresole, come in altri piccolissimi Comuni delle Terre Alte, è l’ultima presenza dello Stato rimasta. Il Sindaco, l’Ammininistrazione comunale, sono i principali artefici e le sentinelle di questa presenza. Con determinazione e passione lavorano, a Ceresole e altrove, affinché i servizi siano garantiti. Alzano anche la voce quando vedono pezzi di opportunità sgretolarsi e altre famiglie andarsene. Provano a costruire, questi Amministratori, risposte alle necessità dei cittadini. “Ecco perché il loro impegno va ascoltato e va corrisposto con precise scelte politiche, regionali e nazionali – afferma Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – Come già era successo ad Alpette con l’unica allieva nella scuola del paese, due anni fa, dobbiamo fare in modo che i servizi siano mantenuti, ma anche agevolare chi sceglie di restare o andare ad abitare nelle aree alpine e appenniniche più interne. Quella scuola è l’ultima presenza dello Stato rimasta”.

 

Uncem ha scritto una lettera al Ministro Giannini per evidenziare queste necessità, anche alla luce dei riflettori accesi dai media su Ceresole e la sua scuola. “In accordo con il primo cittadino, potrebbe visitare la scuola del paese della Valle Orco – spiega Marco Bussone, vicepresidente Uncem Piemonte – La presenza del Ministro potrebbe essere l’occasione per una seria riflessione sul ruolo delle scuole di montagna, sulla loro storia, sull’impegno in passato di tanti insegnanti che potrebbero riunirsi, sulla dimensione formativa che nelle Terre Alte assume caratteristiche differenti dalle aree urbane”.

 

“La vetrina di Sanremo – aggiunge l’on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem – deve indurre il Paese a riflettere sull’importanza di quella scuola. La presenza dei due alunni e della maestra non deve essere ridotta a folclore. Non sono gli ultimi indiani. Deve essere compreso che sono il presente e il futuro della comunità, a beneficio di tutti. Una riflessione necessaria, visto che la scuola è uno degli assi fondamentali del programma nazionale ‘aree interne’ al quale 56 aree pilota in Italia stanno lavorando”.

 

c.s.

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