Unicalce avrà il suo impianto pet-coke a Bernezzo: la Confindustria Cuneo esulta

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Quella  di  Unicalce  è  stata  una  battaglia  che  abbiamo combattuto fin da subito; una battaglia di bandiera per Confindustria Cuneo, perché  incarnava  la  battaglia  dell’azienda  privata  contro  la  prepotenza pubblica  e  contro  il  disfattismo  dei  comitati  del  no  a  tutto  e  a  tutti.

 Non sarebbe  stato  accettabile  che  trionfasse  la  disinformazione  e  l’allarmismo sulla  realtà  dei  fatti.  La  legge  ci  dava  ragione  e  gli  organismi  di  vigilanza come  Arpa,  Provincia  e  Asl  sono  stati  correttissimi  nel  sancire  che  la  scelta dell’azienda  rientrava  perfettamente  in  ciò  che  le  normative  permettono. Resta   l’amarezza   per   quattro   mesi   trascorsi   inutilmente,   che   hannocomportato  costi,  preoccupazioni  e  danni  d’immagine  che  l’azienda  poteva risparmiare”.  

 

Il  presidente  di  Confindustria  Cuneo,  Franco  Biraghi,  esprime soddisfazione  per  il  parere  positivo  che  la  Conferenza  dei  servizi  ha  dato nella mattinata di mercoledì 20 gennaio al progetto di conversione di uno dei due forni a metano dell’Unicalce spa di Bernezzo in un impianto a pet-coke. Unicalce era da mesi impegnata ad ottenere l’autorizzazione e da tempo al centro di un’aggressiva campagna di opposizione al suo progetto. Chiamata a presentare delle integrazioni,  grazie  anche  alla  strenue  difesa  messa  in  campo  dalla  Confindustria  di Cuneo  l’azienda  ha  finalmente  ottenuto  il  via  libera da  Asl  Cn1  di  Cuneo,  Agenzia regionale  per  la  protezione  ambientale  (Arpa)  e  tecnici  provinciali,  che  hanno rassicurato sull’impatto ambientale e la salute delle persone: “Abbiamo dato il nostro appoggio  in  nome  della  validità  del  progetto  aziendale  e  contro l’ideologia  e  la prepotenza –  prosegue  il  numero  uno  degli  industriali  cuneesi  -.  Vi  era  in  atto una campagna di disinformazione a danno dell’azienda francamente non tollerabile”. Unicalce avrebbe potuto ottenere il via libera al suo progetto con almeno quattro mesi di  anticipo.

 

Stando  ad  una  gestione  normale  di  questo  tipo  di  attività,  sarebbe bastata  la sola Conferenza dei servizi  del 23 settembre 2015 per validare il progetto dell’azienda,  che  ha  subito  un  notevole  danno  d’immagine –  conclude  Confindustria Cuneo -. Questo movimento di opinioni e spropositati approfondimenti hanno dilatato i tempi dell’istruttoria, che hanno portato ad una seconda Conferenza con conseguente slittamento dell’approvazione. In un periodo in cui le aziende devono fare investimenti in tempi molto rapidi, va da sé che rimanere fermi per quattro mesi ha generato costi che  incidono  di  conseguenza  sulla  competitività,  senza  contare  le  preoccupazioni  e  i danni d’immagine. Chi ripagherà ora Unicalce di questi gravi danni patiti?

 

c.s.