Il comparto edile per ripartire chiede più attenzione alle imprese sul territorio |Appello ai committenti da parte degli imprenditori edili riuniti in assemblea annuale

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Vogliamo più attenzione per il territorio e le sue aziende. Richiamiamo alle loro responsabilità amministratori e committenti, invitandoli a contare sulle aziende locali. Territorio è una parola di cui ci riempiamo la bocca, ma le istituzioni spesso se ne dimenticano. L’edilizia deve tornare ad essere motrice della nostra economia”. Filippo Monge, presidente di Ance Cuneo, ha aperto così mercoledì 1° luglio, presso la sede di Confindustria Cuneo, la tradizionale assemblea annuale dei costruttori edili dal titolo quanto mai provocatorio “Quanto conta il territorio?”.

Un territorio, quello provinciale, che sconta ancora i numeri della crisi (nel periodo ottobre 2013/maggio 2014 – ottobre 2014/maggio 2015, la provincia di Cuneo ha perso 77 aziende edili e 358 operai), seppur con qualche cenno di ripresa: tra aprile e maggio 2015 il numero di operai e imprese è rispettivamente in crescita del 6,83% (da 3.879 a 4.144) e dell’1,08% (da 1.108 a 1.120), grazie soprattutto a investimenti privati.

 

A stimolare il dibattito è stato l’interrogativo posto dal tema assembleare e riproposto a più riprese ai relatori intervenuti dal numero uno degli edili della Granda, che ha aggiunto: “I dati confermano segnali di debolezza e preoccupazione, in particolare per il comparto stradale, ormai fermo. Ecco perché serve sempre più una collaborazione di territorio. Ma allora quanto conta per noi?”. Partendo da quanto sta accadendo in Grecia, ha provato a rispondere per primo l’economista Riccardo Foa: “Il territorio è il primo vero asset che controbilancia l’emotività della finanza e i costruttori sono i migliori interpreti di tutto ciò. Gli investimenti che si compiono su di esso vanno fatti con attenzione al rischio e alla liquidità, anche a livello immobiliare”.

 

Stimolato a più riprese l’assessore regionale all’Urbanistica e Programmazione territoriale e paesaggistica, Alberto Valmaggia: “Il territorio conta nella misura in cui vuol contare. La legge regionale sulla semplificazione approvata ad inizio anno è il chiaro segnale che per noi conta molto. Stiamo lavorando anche sulla legge urbanistica per arrivare a proporre pratiche uniche. Sul tema paesaggistico stiamo lavorando con il Ministero per superare una serie di passaggi legati alla sovrintendenza che generano solo burocrazia. Sul ritardo dei pagamenti speriamo di saldare quanto prima i debiti arretrati”.

 

Quanto al disegno di legge sul consumo del suolo, Valmaggia ha chiarito: “Se la richiesta è di poter demolire e ricostruire con volumetrie più elevate la cosa non funziona. Dobbiamo provare a riqualificare l’esistente. Da parte nostra, massima disponibilità alla collaborazione e alla richieste delle imprese, nonostante il momento”. Assente l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Balocco, ha portato i suo saluti l’assistente Paolo Milanesio: “Stiamo lavorando per sbloccare risorse ferme da tempo ed attingere a fondi statali ed europei per far ripartire l’indotto”. Interventi a chiudere quelli del presidente regionale di Ance, Giuseppe Provvisiero e del vice presidente nazionale Gabriele Buia: “Il territorio conta poco dal punto di vista politico rispetto ad una volta – ha affermato Provvisiero -. Non è un’accusa, ma un dato di fatto. La scusa dell’assenza di risorse fa sì che esso sia in una condizione difficoltosa”.

 

Nessuno meglio di noi costruttori esprime il senso di territorialità – ha concluso Buia -. Siamo al cospetto di una crisi che trova le sue radici nella finanza, non nel mondo delle costruzioni. Vanno prese decisioni rapide a livello sociale perché sono imprese e famiglie a pagare lo scotto di questa crisi. Il 70% del Pil italiano è generato dal mercato interno, e se non riprende il sistema delle costruzioni non riparte il sistema Italia”.