La Lavanderia “Il Ramo” di Fossano organizza un ‘porte aperte’ con i sostenitori | Venerdì 24 aprile dalle 15 presso la sede sarà fatto il punto dei risultati ottenuti dal 1998

0
322

Venerdì 24 aprile con inizio alle ore 15, la Lavanderia “Il Ramo” di Fossano organizza presso la sede fossanese della Cooperativa (via Villafalletto, 24) un pomeriggio di ‘porte aperte’ invitando i clienti, i fornitori, i sostenitori e tutte le realtà del territorio con cui collabora ormai dal 1998.

 

Per informazioni è possibile scrivere a [email protected].

 

“Sarà un momento per noi per mostrare i traguardi raggiunti negli ultimi anni, sia dal punto di vista ‘produttivo’, che sociale – afferma Italo De Vito, presidente della Cooperativa -. Abbiamo, infatti, notevolmente aumentato il numero di clienti, macchinari e forniture e sono oltre 400 le persone con disabilità e svantaggi diversi che sono state inserite all’interno della lavanderia dal 1998 ad oggi”.

 

Il programma del ‘porte aperte’ prevede il ritrovo alle 15 con un breve saluto dei rappresentanti della Cooperativa Sociale “Il Ramo” ONLUS e del presidente dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, di cui la Cooperative è emanazione, il Dott. Giovanni Paolo Ramonda. Si proseguirà verso le 16 con una visita all’impianto ed alla zona produttiva in funzione, per terminare con i saluti delle autorità intervenute, i discorsi di rito e i ringraziamenti a donatori, benefattori ed enti con cui “Il Ramo” collabora da anni.

 

La Lavanderia Industriale “Il Ramo” è un progetto di imprenditoria sociale della Cooperativa “Il Ramo” ONLUS. Qui, persone con disabilità diverse o con un passato di disagio, trovano una nuova chance di crescita. La lavanderia opera ormai da più di dieci anni per fornire servizi di noleggio e lavaggio biancheria a residenze per anziani, comunità, hotel e ristoranti.

 

La scommessa della lavanderia è una produzione nostra dalla A alla Z – aggiunge De Vito -, una produzione che mette il lavoro delle persone che ci sono state affidate sul mercato come quello di tutti, una produzione che non svende ma permette di vendere il proprio lavoro per quello che vale, che permette di gioire tutti insieme per ogni nuovo cliente conquistato, una produzione davvero ‘sociale’.

 

Storie di alcoolismo, droga, carcere, malattia mentale ed emarginazione che attraverso il lavoro, l’ascolto, l’attività educativa e la riscoperta di capacità che si credevano perdute si sono trasformate in nuove chance di vita. L’ex alcoolista a cui nessuno dà fiducia, che con il proprio lavoro si riguadagna un posto nella società, l’immigrato che con il primo stipendio getta le basi per un nuovo futuro, il disabile a cui insegniamo giorno per giorno l’importanza del suo contributo”. Delle 46 persone impegnate oggi in lavanderia, 26 si portano dietro disabilità diverse e di queste 8 sono assunte al pari dei colleghi normodotati, portando avanti un’attività industriale competitiva con oltre il 50% del personale svantaggiato.