Coldiretti ed Arema contrarie all’ampliamento del Parco del Po cuneese

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Le associazioni lamentano il mancato coinvolgimento finora degli agricoltori, allevatori e boscaioli presenti in valle

In relazione all’ampliamento della superficie protetta nell’ambito dell’ente di gestione del parco del Po cuneese, Coldiretti Cuneo ed Arema (associazione Regionale Margari) rimarcano la piena contrarietà all’ampliamento dei confini del parco, pur esprimendo la disponibilità a partecipare ad un confronto volto a produrre una serie di valutazioni su tutti gli effetti che ne deriverebbero a carico delle attività agro-silvo-pastorali.

In una lettera inviata a Silvano Dovetta, commissario Ente di gestione delle aree protette del Po cuneese, all’assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, al presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna, al presidente dei Comuni Montani Valle Varaita, Milva Rinaudo, ai sindaci di Sampeyre, Casteldelfino, Pontechianale e Bellino, nonché al comprensorio Alpino CaCn2, i presidenti delle sezioni Coldiretti Sampeyre, Giuseppe Stefanino Barra, di Casteldelfino, Valter Bernard, di Bellino, Cristiano Peyrache, e di Pontechianale, Renato Agù, insieme al segretario Zona Coldiretti Saluzzo, Mario Dotto, sostengono che: “Stando a quanto appreso dalla lettura di alcuni articoli di giornale e, soprattutto, a quanto  riportato da alcuni agricoltori ed allevatori della Valle Varaita, risulterebbe essere oggetto di avanzata analisi l’ipotesi di un significativo ampliamento dell’area ricompresa all’interno dell’Ente di Gestione del Parco Po Cuneese o, comunque, assoggettabile a non meglio precisati ulteriori strumenti di tutela”.

 

I presidenti delle sezioni Coldiretti continuano: “Assunto che gli effetti derivanti  da una tale ipotesi, incidono prioritariamente su coloro che in queste aree risiedono e lavorano (tra essi soprattutto chi con l’ambiente e nell’ambiente svolge la propria attività), prendiamo atto del fatto che fino ad ora non si è ritenuto opportuno coinvolgere in tale dibattito i rappresentanti degli agricoltori, allevatori e boscaioli presenti in valle. Tale scelta, oltre a non favorire una corretta informazione ed alimentare il dubbio che non vi sia la reale volontà di un confronto costruttivo con i portatori di interesse,  riteniamo possa rappresentare una mancata occasione per una serena ed oggettiva valutazione congiunta delle effettive conseguenze che, sul settore di nostro interesse, possono derivare dall’attuazione del suddetto progetto. E’ nostro fermo convincimento che ogni intervento di pianificazione, così come ogni eventuale introduzione di nuovi vincoli gravanti su superfici di interesse agricolo, zootecnico e forestale, debbano essere attentamente valutati alla luce degli effetti che gli stessi possono produrre su questo settore produttivo e che, propagandistiche affermazione quali “non ci saranno vincoli ma  solo vantaggi”,  debbano essere sostituite da una seria analisi di natura tecnico – economica”.