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Fecondazione assistita e matrimonio omosessuale: due sentenze di civiltà

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Così la Federazione Provinciale di Sel

Mercoledì 16 aprile – 16.00

Riceviamo e pubblichiamo: “A distanza di pochi giorni due sentenze hanno profondamente segnato una svolta in positivo sull’affermazione dei Diritti Civili ancora troppo spesso mortificati nel nostro Paese.

Prima la Sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la Legge 40/2004 sulle “norme in materia di fecondazione medicalmente assistita” che vietava la fecondazione eterologa, poi quella del Tribunale di Grosseto che obbliga il Comune maremmano a trascrivere un matrimonio tra due uomini, celebrato a New York, nei propri registri di stato civile.

 

Una sentenza quella del Tribunale di Grosseto che evidenzia che nel nostro codice «non vi è alcun riferimento al sesso fra le condizioni necessarie al matrimonio», citando oltretutto la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo la quale “non ritiene più che il diritto al matrimonio debba essere limitato in tutti i casi al matrimonio tra persone di sesso opposto” e che ha affermato come “il diritto al matrimonio” abbia “acquisito un nuovo e più ampio contenuto, inclusivo anche del matrimonio contratto tra due persone dello stesso sesso”.

 

Come prevedibile, entrambe le sentenze sono state da subito oggetto di feroce critica da parte di autorevoli esponenti del centro-destra e della gerarchia religiosa, ad iniziare dalla  CEI che, intervenendo a gamba tesa, afferma che la sentenza dei giudici di Grosseto “suscita profondi interrogativi”. Già, profondi interrogativi!

 

Perché in Italia devono essere i singoli cittadini a dover affrontare in prima persona faticosi ed onerosi percorsi legali, sia dal punto di vista economico che umano, per poter vedere affermato il principio dell’ uguaglianza dei diritti tra le persone?
Forse c’è pure una risposta: perché abbiamo gran parte della classe politica integralista, ma forse peggio ancora ipocrita ed opportunista, incapace di garantire uno Stato compiutamente laico.
Ancora una volta, là dove la politica non è voluta arrivare (e dove è arrivata lo ha fatto male), è toccato ad altri, in questo caso ai giudici intervenire per rimuovere palesi discriminazioni sul fondamentale tema dei diritti civili, tentando di far affacciare l’Italia verso un panorama (quello europeo) che in tema di diritti è certamente avanti, e non da oggi.

 

SEL continuerà la sua battaglia affinché, anche in Italia, Governo e Parlamento finalmente decidano di dare un nuovo volto alle leggi che regolano la vita sociale, “normando” i Diritti delle persone secondo la laicità della nostra Costituzione, evitando in tal modo sofferenze a milioni di cittadini.

 

Mario Cravero – Coordinatore Provinciale SEL Cuneo
Fulvio Baralis – Responsabile Forum Diritti SEL Cuneo”.

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