Consiglio d’amministrazione rinnovato e cariche dirigenziali confermate. L’assemblea degli azionisti di Intesa Sanpaolo, riunita nei giorni scorsi a Milano, ha riaffermato la fiducia per Carlo Messina, che sarà ancora amministratore delegato. Con lui ci sono anche Gian Maria Gros-Pietro nel ruolo di presidente e Paolo Andrea Colombo come vice presidente.
Nel nuovo consiglio d’amministrazione, oltre a Gros-Pietro e Colombo, con Carlo Messina, sono entrati complessivamente diciannove componenti in totale, di cui otto donne. Per la lista 1 di maggioranza, presentata da Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, sono stati eletti 14 consiglieri: Gian Maria Gros-Pietro, Paolo Andrea Colombo, Carlo Messina, Franco Ceruti, Paola Tagliavini, Liana Logiurato, Luciano Nebbia, Bruno Picca, Livia Pomodoro, Maria Alessandra Stefanelli, Bruno Maria Parigi, Fabrizio Mosca, Milena Teresa Motta, Maria Cristina Zoppo.
Per la lista 2 di minoranza delle Sgr sono stati eletti 5 membri: Daniele Zamboni, Maria Mazzarella, Anna Gatti, Alberto Maria Pisani, Roberto Franchini.
Nel dettaglio, la lista 1 ha ottenuto voti favorevoli pari al 76,51463% delle azioni ordinarie rappresentate in assemblea, la Lista 2 al 22,76285%. L’assemblea degli azionisti ha inoltre approvato il bilancio d’esercizio 2021 della Capogruppo e la destinazione dell’utile dell’esercizio e distribuzione agli azionisti del dividendo.
Un nuovo Consiglio di Amministrazione che quindi nasce nel segno della «continuità, con persone di riconosciuta professionalità e autorevolezza», come ha affermato il presidente Gian Maria Gros-Pietro. Il momento, nel contesto economico generale, è particolarmente delicato: la situazione d’emergenza scatenata dal conflitto russo in Ucraina, dopo l’emergenza Covid, preannuncia una serie di valutazioni che l’Istituto dovrà prendere sempre più complesse. A proposito, Intesa Sanpaolo si è distinta già nei primi giorni dell’emergenza umanitaria legata alla guerra con una donazione da 10 milioni di euro. Un gesto solidale importante per definire ulteriormente i contorni etici dell’Istituto, al di là delle questioni esclusivamente imprenditoriali legate alla finanza.
Va detto anche che i risultati operativi nell’ultimo periodo sono stati comunque eccellenti. L’Ad Messina ha ribadito come, nell’arco degli ultimi otto anni, il gruppo sia stato in grado di affermarsi a livello continentale: con il «contributo delle nostre persone e il supporto dei nostri azionisti stabili, il Gruppo si è affermato come gruppo leader in Europa», ha commentato infatti Carlo Messina. Tra il 2014 e il 2021 sono stati distribuiti 19 milioni di euro in dividendi e sono state perfezionate operazioni strategiche come ad esempio la recente e brillante acquisizione di Ubi Banca. Nei prossimi quattro anni si prevede un contributo all’economia reale pari a 520 miliardi di euro.
L’assemblea ha approvato il bilancio del 2021, con la distribuzione del dividendo, a saldo, di 7,89 centesimi per azione, cifra che ha portato la cedola complessiva a 2,9 miliardi di euro: cifra che corrisponde al 70% dell’utile netto del 2021. Autorizzato anche il piano di acquisto di azioni proprie, di entità pari all’ammontare dei dividendi 2019 non distribuiti agli azionisti in ragione delle raccomandazioni formulate dalla Banca Centrale Europea.
L’autorizzazione è stata concessa per un massimo di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo corrispondente a un esborso complessivo massimo di 3,4 miliardi di euro e, in ogni caso, non superiore a 2.615.384.615 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, fino alla data di stacco del dividendo relativo al bilancio di esercizio che si chiuderà al 31 dicembre 2022. Approvate anche le due iniziative di incentivazione di lungo termine legate al nuovo Piano di Impresa 2022-2025 e ai risultati complessivi raggiunti a fine Piano: il Performance Share Plan (Psp), piano basato su azioni rivolto a tutto il management del Gruppo, e il Lecoip 3.0, su cui è stato raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali».
Premio aziendale da 1.125 euro per i dipendenti grazie all’integrazione di 325 euro annui garantiti in caso di non adesione al Lecoip 3.0 (Piano di azionariato diffuso) che rimane volontaria.