Domenica è cominciata la nuova avventura televisiva di Myrta Merlino che su La7 ha avviato “L’aria di domenica”, nel segno della tradizione dei popolari contenitori mediatici del giorno di festa, quelli che un tempo catalizzavano l’attenzione di un grande, grandissimo numero di telespettatori attorno alla conduzione dei migliori presentatori del momento. Si trattava di eventi mediatici strettamente legati alle abitudini delle famiglie, erano trasmissioni che entravano nelle case, subito dopo il pranzo domenicale e accompagnavano la “routine” pomeridiana, tra uno sbadiglio e un sorriso. Oggi ovviamente il contesto è cambiato, i canali si sono moltiplicati e la tv ha rinunciato al suo ruolo centrale, o meglio lo ha condiviso con altre realtà. Eppure, nonostante tutto, la domanda di questo particolare intrattenimento televisivo resta alta. E così l’offerta non manca. Basta pensare che la nuova avventura di Myrta Merlino va a inserirsi in un palinsesto che propone già la storica (eterna) “Domenica In” con Mara Venier su Rai1, ma anche “Domenica Live” con Barbara D’Urso su Canale 5 e perfino “Mezz’ora in più” su Rai3 con Lucia Annunziata. A metà tra informazione e intrattenimento, tra talk-show e varietà, da sempre la formula è vincente e garantisce ascolti. La compagna dell’ex campione del mondo Marco Tardelli ha raccontato dell’impegno che questo nuovo appuntamento comporterà per il suo lavoro e lo ha sottolineato con una battuta: «La sola cosa che può farmi desistere dal progetto e che
Tardelli minacci di lasciarmi perché lavoro troppo». Myrta per IDEA è entrata nei dettagli della nuova trasmissione.
“Dall’aria che tira” a “L’aria di Domenica”. Si rivolgono allo stesso pubblico?
«La trasmissione si rivolge al pubblico di La7 e a tutti coloro che apprezzano il nostro modo di fare informazione e approfondimento. In questi anni “L’aria che tira” è diventata un punto di riferimento per tanti, di questo sono molto orgogliosa. Il pubblico della domenica non è lo stesso, e anche i temi vanno declinati in modo diverso, con un respiro più profondo, prendendoci un po’ di tempo in più. Diciamo che vogliamo offrire un programma nuovo, con l’ambizione che diventi “un’altra domenica”».
La prima puntata è partita dal virus?
«Ovviamente la prima puntata ha raccontato l’emergenza sanitaria con cui siamo costretti a fare i conti ogni giorno, ma anche la speranza di avere al più presto un vaccino. Poi, ci metteremo (e questo varrà per tutte le domeniche) qualcosa di nostro: una storia, un racconto, un’intervista diversa».
Molti spettatori sono a casa, quale messaggio è rivolto a loro?
«Stiamo insieme, stiamo uniti. Lo dico con il cuore: è un momento durissimo, parliamone, confrontiamoci, anche duramente, ma restiamo tutti dalla stessa parte. Proviamo a considerarci una famiglia, riunita intorno a un tavolo, per il pranzo della domenica, dandoci forza e coraggio l’un l’altro».
C’è possibilità mediaticamente di rendere appunto “più respirabile l’aria” in questa fase difficile?
«Noi ce la mettiamo tutta, ogni giorno, da anni, evitando di urlare, di alzare i toni, anche in situazioni di normalità. E credo che questo ci differenzi da molti altri: ma da anni, non certo da ora».
Qual è l’obiettivo che vorreste raggiungere con questo nuovo spazio su La7?
«Ripeto, offrire un’alternativa, diventare un’altra domenica: con il nostro stile, i nostri valori, i nostri sentimenti. Bussiamo alle porte delle case degli italiani con discrezione, chiedendo il permesso, ma mettendo sul tavolo la nostra esperienza e i nostri strumenti per comprendere la realtà».