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Enrico Ghigo tra i top del rugby nazionale

Intervista al talentuoso atleta revellese fresco di trasferimento al Petrarca Padova

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La determinazione e la voglia di raggiungere obiettivi creano sempre nuove opportunità, come dimostra la brillante carriera del rugbista revellese Enrico Ghigo che, dopo essersi cimentato con lo sport della palla ovale nell’ambito di realtà locali, si è affermato ben oltre i confini cuneesi, giungendo ad­dirittura a vestire, giovanissimo, la maglia della Nazionale. Noi della Rivista IDEA lo abbiamo intervistato.

Ghigo, in che modo si è avvicinato allo sport?
«Già da piccolo non stavo mai fermo. Ero, passatemi il termine, piuttosto “dinamico”. Mi è venuto quindi naturale avvicinarmi al mondo dello sport. Per due anni ho praticato karate; poi, per diverso tempo, ho giocato a calcio con il Revello».

Alla fine, però, è scattata la scintilla con il rugby…
«Sì e ciò si è verificato in modo del tutto inaspettato. Mattia, un caro amico, mi chiese di partecipare insieme a lui alle lezioni di prova di rugby proposte dal Saluzzo Verzuolo. La cosa, in tutta onestà, non mi attirava molto: così rifiutai l’invito. Lui allora mi rispose che se non lo avessi accompagnato, anche lui avrebbe lasciato perdere. Preso dai sensi di colpa decisi di effettuare questa prova. È così che è iniziata la mia storia con questo splendido sport. Dopo due me­si, l’allenatore mi disse di aver intravisto nel mio modo di giocare qualcosa di speciale e, per questo motivo, mi portò a una selezione dell’Accademia na­zionale di rugby».

Come si è sentito quando ha capito di essere dotato di un talento fuori dal comune?
«Il grande interesse riposto nei miei confronti da professionisti qualificati in ambito sportivo mi ha spinto a un impegno ulteriore, in modo anche da raggiungere la forma fisica indicata per praticare questo tipo di sport ai massimi livelli. Nel corso della selezione, feci una buona impressione ai tecnici della Federazione italiana rug­by e sei mesi dopo potei entrare nell’Accademia zonale di To­rino».

Nel periodo dell’Accademia lei è cresciuto in maniera significativa tanto da meritarsi la chiamata della Nazionale.
«Durante il secondo anno, sono stato convocato nell’Italia “under 18” per l’International series in Galles. Al termine dei due anni, insieme ad altri 35 ragazzi, sono stato scelto per frequentare la sezione di Parma dell’Accademia. In questo contesto, ho partecipato al Sei na­zioni di categoria, competizione in cui la nostra selezione si è classificata quarta».

Nella prossima stagione vestirà i colori del Petrarca rugby di Pa­dova. È soddisfatto?
«Molto: il Petrarca è una delle squadre più importanti e stimate della “Top 12” italiana, con una storia molto importante alle spalle. Essere ingaggiati da una squadra come il Petrarca è motivo di orgoglio, significa che sto lavorando bene. Penso che sia la squadra giusta per continuare il mio percorso e per migliorarmi sempre di più. È un club con un impianto bellissimo e un pubblico esigente ma anche molto caloroso. Non vedo l’ora di iniziare questa nuova esperienza».

BaNNER
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