Stop a Juve-Milan e lo spettro delle porte chiuse: ora rischia anche il calcio regionale

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Sono e saranno ore concitate, quelle di oggi, per il calcio nazionale italiano e, a cascata, per quello regionale piemontese, chiamati a prendere una decisione sulla sempre più pressante allerta coronavirus.

Intanto, una precisazione: al momento non c’è nulla di ufficiale e tutto ciò che è rimbalzato a destra e a manca nella serata di ieri rientra nel ramo delle supposizioni, escluso il rinvio di Juventus-Milan a data da destinarsi, quello sì, ufficiale.

Che ne sarà del calcio? E’ quello che si chiedono in molti, ma oggi darsi una risposta è difficile. Il vademecum che dovrebbe essere partorito in parlamento su indicazione del Governo nelle prossime ore dovrebbe disporre tra le indicazioni il divieto alla disputa di ogni manifestazione sportiva a porte chiuse.

Resterebbe valida, quindi, l’ipotesi che vede i principali campionati italiani (Serie A, Serie B e, forse, Serie C) disputati a porte chiuse, lungo tutto lo Stivale e non, come immaginato inizialmente, solo al Nord. Ciò consentirebbe, tra le altre cose, di ridefinire un calendario più vicino alla “normalità”, con Juventus-Inter che potrebbe essere tranquillamente riprogrammata a domenica 8 marzo, non dovendo dipendere dal termine delle disposizioni in vigore (che vietano eventi a porte aperte), che scadono solo nella mezzanotte di quel giorno.

Ma il calcio regionale? Qui, il tema è più vago. Sono ipotizzabili le porte chiuse? Ma soprattutto, è verosimile riuscire a ricalendarizzare non più una ma due giornate di campionato da qui alle scadenze (da sempre molto stringenti) di fine stagione? Molto probabilmente le decisioni del Consiglio Regionale LND (che si riunisce una prima volta questa sera alle 18) dipenderanno da quanto si stabilirà ai “piani alti” (ministeriali e della Lega Serie A, in riunione straordinaria questa mattina).

Insomma, non è detto che una risposta arrivi oggi, mentre le società vivono una condizione di totale incertezza.