Il settore automotive sta attraversando una delle fasi più delicate e trasformative della sua storia. A livello globale, la transizione verso l’elettrico e le nuove forme di mobilità è al centro delle strategie dei costruttori: l’Europa ha fissato target stringenti sulle emissioni, mentre Stati Uniti e Cina spingono con politiche industriali aggressive per guidare la corsa alle tecnologie pulite e alla produzione di batterie.
In Europa, il mercato sta vivendo una fase di rallentamento e incertezza: da un lato l’aumento dei costi di produzione e la concorrenza dei marchi cinesi, dall’altro la difficoltà a diffondere capillarmente le infrastrutture di ricarica e a rendere accessibile l’auto elettrica al grande pubblico.
In Italia, il quadro è ancora più complesso. Gli incentivi all’acquisto elettrico hanno avuto un andamento intermittente, generando picchi e cali nelle immatricolazioni. Il canale privato è sceso sotto il 50% del mercato, mentre cresce il peso di flotte e noleggio. Nonostante queste criticità, il mercato resta dinamico e competitivo, con margini di crescita per i marchi capaci di offrire innovazione e ampiezza di gamma.
In questo scenario si inserisce Hyundai, che negli ultimi anni ha rafforzato la propria posizione in Italia grazie a una gamma diversificata (ibridi, elettrici, termici e gpl), un posizionamento tecnologico d’avanguardia e un’identità di marca che punta a raccontare non solo il prodotto, ma l’intero ecosistema del gruppo coreano, attivo in settori che spaziano dalla robotica alla logistica, dall’acciaio all’intelligenza artificiale.
A guidare questa fase c’è Francesco Calcara, nominato presidente e ceo di Hyundai Italia nel 2024. Manager con un solido percorso internazionale nel settore automotive, Calcara porta con sé un approccio fortemente orientato allo storytelling del brand e alla valorizzazione del posizionamento premium-tecnologico di Hyundai. La sua missione è chiara: rafforzare la quota di mercato italiana, allineandola agli standard europei, e consolidare l’immagine di Hyundai come protagonista della mobilità del futuro.
Qual è oggi la più grande sfida competitiva per Hyundai in Italia rispetto ai marchi europei e asiatici e come intendete differenziarvi?
«Hyundai parte da una storia di trent’anni in Italia, inizialmente come importatore e dal 2009 come National Sales Company. Siamo stati percepiti come brand di qualità, affidabilità e giusto posizionamento di prezzo. Oggi però non basta più il “value for money”: quello spazio è occupato da marchi come Dacia. Noi dobbiamo salire di livello, raccontando non solo le nostre auto, ma tutto ciò che Hyundai rappresenta: robotica, intelligenza artificiale, logistica, energia, fino ai droni per il trasporto delle persone. “Progress for Humanity” significa proprio questo: non solo auto sostenibili, ma progresso, innovazioni, per migliorare la vista delle persone. È necessario che il brand racconti le sue eccellenze a 360 gradi».
Qual è il ruolo della gamma e delle diverse motorizzazioni nella vostra strategia?
«Il mercato non va forzato dall’offerta, ma guidato dalla domanda. Hyundai offre una scelta completa: benzina, Diesel, elettrico, plug-in hybrid, full hybrid, mild hybrid, gpl e addirittura idrogeno. La gamma Ioniq è un’eccellenza tecnologica, con piattaforme a 800 Volt che solo pochi brand premium possono offrire, per ricariche della batteria in appena 18 minuti. Ma non dobbiamo ossessionarci a vendere elettriche a tutti: vanno proposte a chi è davvero elettro-compatibile. Questa pluralità di soluzioni è un punto di forza unico di Hyundai, che rimane un’azienda davvero globale».
Hyundai ha deciso di mantenere il modello di concessionari, rinunciando al modello di agenzia. Quanto conta la rete in Italia?
«Per me è fondamentale. La concessionaria resta l’ultimo miglio, senza il quale tutto il lavoro di marketing e posizionamento non serve. L’Italia è lunga e stretta: la prossimità al cliente è cruciale. E non si tratta solo di distribuzione: la rete è contatto umano, negoziazione, relazione. È un asset che Hyundai manterrà e valorizzerà».
Il mercato italiano nel 2023 vi ha visto crescere del 19%, ma gli incentivi hanno avuto un ruolo discontinuo. Quali sono i vostri obiettivi di medio periodo?
«Abbiamo una gamma che si rinnoverà quasi completamente, incluso il lancio di un nuovo modello compatto della gamma IONIQ, oltre a modelli chiave come Tucson, Kona, Bayon e Santa Fe. Vogliamo portare l’Italia ad allinearsi alla market share europea (circa 3,8-3,9%), diventando contributori e non detrattori all’interno del Gruppo. L’obiettivo è chiaro: superare la soglia del 4% nei prossimi anni».
Che peso avranno i canali alternativi alla vendita privata, come flotte e noleggio?
«Il privato oggi è sceso sotto il 50% del mercato. Al contrario, il noleggio è l’unico canale in crescita. Hyundai finora non aveva mai spinto seriamente sulle flotte, ma dal 2026 questo sarà un pilastro strategico. Abbiamo 6-7 modelli perfetti per il business fleet, dall’Ioniq 5 e 6 full electric ai Suv come Tucson e Santa Fe. Con la giusta politica commerciale e un team dedicato sul territorio, entreremo in questo segmento con forza».
Hyundai punta molto anche su software, Ai e connettività. Come si tradurrà tutto questo per il cliente finale?
«Stiamo sviluppando piattaforme software in-house, integrate con intelligenza artificiale. Hyundai è un ecosistema tecnologico, e molto di ciò che nasce in altri ambiti – dalla robotica agli esoscheletri industriali – ricade sulle auto. Infotainment, user experience e connettività sono ormai fattori decisivi nella scelta di un’auto. L’obiettivo è che il cliente non viva più l’effetto “wow” entrando in una Hyundai, ma lo dia per scontato: qualità e tecnologia come standard».
Qual è la sua visione per il mercato dell’usato elettrico in Italia?
«L’usato sarà una grande opportunità per abbattere il prezzo d’ingresso e allargare la base di clienti. Le prime elettriche costavano molto, avevano prezzi impegnativi e autonomie limitate. Oggi la tecnologia si è evoluta, autonomie più che adeguate, prezzi ben più accessibili. Questo porterà a residui più solidi, a canoni di noleggio più accessibili e a una maggiore fiducia del cliente. L’usato diventerà un volano per il nuovo, con più persone che proveranno l’elettrico e poi passeranno al nuovo modello».
In un mercato in rapido cambiamento, Hyundai Italia vuole rafforzare la propria presenza e raccontare una visione che va oltre il prodotto. Con Francesco Calcara alla guida, la sfida è trasformare un marchio solido in un punto di riferimento per la mobilità del futuro.


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