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«Il primo libro di figure e la carriera s’invola»

Il talento di Federica Vissio ha già saputo imporsi a livello nazionale: “Il confronto è sempre stimolante”

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Mondovì ha an­cora negli oc­chi lo strepitoso, colorato suc­­cesso dell’edizione 2025 di “Illustrada”, il festival dedicato all’illustrazione. Evento nell’evento, il concorso “Il mio primo libro di figure”, promosso dall’organizzazione di “Illustrada” in collaborazione con la casa editrice Gribaudo. A vincere, su un totale di oltre cento iscritti provenienti da tutta Italia, il talento di Federica Vissio, classe 2001, fossanese.

Federica, innanzitutto complimenti. Da dove nasce la sua passione per il disegno e l’illustrazione?
«Ce l’ho da sempre. Inizial­mente alimentata dal fatto che mia madre è insegnante di Arte alle scuole medie: sin da piccola mi ha sensibilizzato sull’argomento, mi portava a vedere mostre. Ma soprattutto, mi ha sempre sostenuto, cosa per nulla scontata: una carriera artistica non è per nulla agevole».

Come si è dipanato il suo percorso formativo?
«Il mio percorso ha preso il via al Liceo artistico di Cuneo. Poi ho proseguito alla Libera Accademia d’Arte Novalia di Alba, dove ho concretamente deciso che “avrei fatto l’illustratrice”. Lo scorso anno ho chiuso il mio percorso con un ultimo progetto, basato su un libro di fiabe di J.R.R. Tol­kien».

Si è quindi affacciata alla professione in tempi recenti: come si è mossa per valorizzare e far notare il suo lavoro?
«Ho cercato vari concorsi sui quali lavorare. Lo scorso inverno ho partecipato al Lucca Junior, a livello nazionale, e ho vinto il premio speciale “Book on a tree”: dovevamo lavorare su un testo molto stimolante, incentrato sul “libro” non tanto come oggetto tradizionale ma come porta verso altri mondi. Ne ho realizzato una versione illustrata, con la creazione di dodici “aperture”, cioè doppie pagine. Il riconoscimento mi ha galvanizzato e mi sono detta: “Proviamoci ancora!”».

Arriviamo dunque alla vittoria ne “Il mio primo libro di figure” a Illustrada a Mondovì che, ricordiamo, le ha assicurato un contratto editoriale.
«È stata un’esperienza molto bella. Anche se non nascondo di aver avuto un po’ di agitazione, derivata dal confronto con gli altri colleghi. Tutti noi abbiamo visto lo stesso testo (“La piuma rosa” di Guia Risari, ndr) in modi anche completamente diversi. Abbi­a­mo aderito in 104: in fondo il meccanismo dei concorsi è crudele, si partecipa in tanti, uno solo viene premiato. Ma la soddisfazione di vincere una “battaglia” così prestigiosa è stata grandissima. Ancora non ci credo».

Il mondo dell’illustrazione è davvero così complesso?
«Sì, è un mondo complicato. Da noi soprattutto: in Italia purtroppo di deve far fronte ad una situazione generale dove ci sono pochi lettori. In un contesto di base come questo diventa davvero difficile emergere. Ma di conto, quello dell’illustrazione è un mondo meraviglioso».

Perché?
«Perché ognuno di noi illustratori ha il proprio stile. Dello stesso testo si possono avere le interpretazioni più disparate. Molto spesso mi capita di vedere e confrontarmi con altri lavori e penso: “Ecco, è stato molto più bravo di me”… Penso che si possa sempre imparare, migliorarsi. Io, poi, non mi accontento mai».

Cosa può raccontarci sulla sua tecnica?
«Sono molto tradizionale: la­voro a pennello ed utilizzo la gouache, una sorta di tempera ma molto più raffinata, con un effetto finale più materico, decisamente più opaco rispetto ad un acquerello. Molto simile ad una pittura vera e propria».

Che rapporto ha con il disegno digitale?
«Chi non ha esperienza nell’illustrazione può pensare che il disegno digitale sia più “facile”. Non è affatto vero: si deve comunque possedere la tecnica, assieme all’estro. Sapersi destreggiare con sicurezza tra tavolette e Ipad. Io personalmente non ho tutto questo feeling con il digitale, ed ho preferito orientarmi su altro».

Altri progetti e collaborazioni?
«Collaboro con un piccolo laboratorio di Cuneo che personalizza borse: con loro sono stata in giro per l’Europa, disegnando dal vivo, un’attività che trovo straordinariamente stimolante. Certo, c’è l’ansia dell’avere gli occhi puntati: ma il contatto con il pubblico è un valore aggiunto. Così come lo è il confronto con altre realtà al di fuori del nostro piccolo mondo».

Che ne pensa dell’incidenza dell’intelligenza artificiale?
«Da un certo punto di vista è preoccupante, soprattutto in carriere lavorative ed artistiche come la mia dove l’ia rischia di incidere in modo importante. Però sono fiduciosa: innanzitutto perché le attuali creazioni di intelligenza artificiale sono riconoscibili e in fin dei conti con strutture molto simili tra loro, quasi ripetitive. Ma soprattutto: io credo che continueremo a riconoscere un’opera per la sua bellezza, una bellezza che solo il lavoro “umano” sa dare e rendere concreto».

ILLUSTRADA: MERAVIGLIE DISEGNATE SU PIAZZA MAGGIORE

Un evento nient’affatto di nicchia, come si potrebbe supporre, poiché andato in scena su piazza, aperto alla cittadinanza, in “mostra” a curiosi, appassionati, famiglie, bambini. Illustrada, organizzato a Mondovì sulla suggestiva piazza Maggiore, fa scoprire anno dopo anno curiosità, talenti, bellezze, legati al mondo dell’illustrazione. Sotto la direzione artistica di Cinzia Ghigliano, una delle eccellenze monregalesi più fulgide, ogni anno trasforma Mondovì in una “piccola (ma mica poi tanto) Lucca”, portando in città le firme più prestigiose del settore. Quest’anno è toccato a Rébecca Dautremer, illustratrice di fama internazionale, tra l’altro una delle preferite di Federica Vissio: “Quasi non ci credevo quando mi hanno detto che sarebbe stata presente a Mondovì”, ci ha confessato, entusiasta. Le opere della Dautremer sono state esposte al Museo della Ceramica nei giorni della manifestazione. Sulla piazza, esposizioni, laboratori, fervente attività di matite e colori che han saputo creare meraviglie davanti agli occhi estasiati del pubblico. E non solo dei più piccoli…

BaNNER
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