“8 delle langhe” quando il rombo diventa memoria

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Le colline delle Langhe a fine agosto si trasformano. Per quattro giorni, il silenzio delle vigne e il fruscio del vento tra i noccioleti cedono il passo al rombo delle moto d’epoca e alle voci di una comunità che torna a riunirsi. La nona edizione dell’“8 delle Langhe” è stata tutto questo: un rito collettivo, un omaggio alla storia e al territorio, un intreccio di motori, sorrisi e ricordi. Non è solo una gara di regolarità, ma un’esperienza che unisce sport, cultura e turismo, dove ogni curva diventa occasione di incontro e ogni sosta un pretesto per celebrare la bellezza di questa terra. Le radici di questa manifestazione affondano lontano, negli Anni Venti, quando un gruppo di studenti torinesi de “La Goliarda” ideò un raduno goliardico che partiva da Torino e portava i partecipanti tra le colline delle Langhe, passando da Alba e da altri borghi allora quasi sconosciuti ai più. Era un evento spartano, riservato agli studenti, e con il tempo prese piede, aprendosi anche ai “gentleman rider” e diventando sempre più frequentato. Ci furono edizioni epiche e altre segnate dal maltempo, prove di abilità che mettevano alla prova non solo il pilota ma anche il meccanico – c’era chi doveva smontare e rimontare il carburatore lungo il percorso – e poi l’interruzione dovuta alla guerra. Dopo decenni di silenzio, nel 2016 l’8 è tornato a vivere. «Il primo anno – racconta Matteo Rossi Sebaste, promotore dell’evento – fu pionieristico: chiamammo gli amici due settimane prima, vennero in 25. L’anno dopo eravamo già in 60 e abbiamo dovuto iniziare a selezionare le moto e i partecipanti. Da allora la crescita è stata costante, e oggi possiamo dire che l’8 è diventato un appuntamento atteso da appassionati di tutta Italia e anche dall’estero».

L’edizione 2025, organizzata da Amici Vecchie Moto con la collaborazione delle Ruote d’Epoca Cherasco e il patrocinio del Comune di Cherasco e Ente Turismo Langhe Roero e Monferrato, ha preso il via da Cherasco, come da tradizione, e ha portato i partecipanti lungo la Alpi liguri, le Langhe e il Roero, sino a Sommariva del Bosco, dove si è corsa la prova speciale conclusiva. Ogni concorrente parte con una scheda oraria, scaglionato di trenta secondi, e deve rispettare medie basse per arrivare puntuale ai controlli orari e ai timbri. La velocità non è mai fine a sé stessa, anzi: il percorso è pensato per essere goduto, per dare il tempo di ammirare i paesaggi, di fermarsi nei borghi, di condividere pranzi e cene in compagnia. «La parte turistica è fondamentale – spiega Matteo – perché vogliamo far conoscere le nostre strade, i nostri paesaggi, i piatti e i vini che ci rappresentano. È un evento che unisce il piacere della guida con quello della scoperta».

Il vincitore assoluto dell’edizione 2025 è stato Vittorio Berzero, appartenente alla categoria oltre 350 cc, in sella a una splendida Bmw R 51/3 del 1951. Precisione, eleganza e un pizzico di audacia hanno fatto la differenza sulle strade delle Langhe, regalando a Vittorio un’edizione memorabile. Immancabile anche la classifica a squadre, giocata – com’è tradizione – all’insegna della goliardia. Gli abbinamenti vengono sorteggiati all’inizio dell’evento, nel segno dello spirito conviviale che anima l’8: niente team prestabiliti, solo fortuna, spirito di squadra e tanta ironia. A vincere quest’anno sono state le tre squadre con i nomi più evocativi della cultura enogastronomica piemontese: Pe­la­verga, Favorita e Nebbiolo. Più che un podio, un brindisi alla bellezza del gioco e dell’amicizia, come in una festa di paese dove si corre per il gusto di farlo insieme. La terza tappa ha regalato il momento più emozionante: la sosta allo storico torronificio Sebaste, dove la famiglia ha ricordato Dario, il collezionista e imprenditore cui è dedicato il trofeo principale.
«Dieci anni fa papà ci disse dal palco: non mollate mai la presa. È il suo lascito più grande, la sintesi della sua vita e della sua passione per le moto. Oggi siamo qui per onorare il suo esempio», ha detto con emozione Egle Sebaste davanti ai partecipanti. Matteo, nipote di Dario, raccoglie quel messaggio con orgoglio: «Ogni anno è un po’ come rivedere il nonno sorridere da dietro il manubrio di una delle sue Guzzi. L’8 per noi è questo: un modo per far vivere di nuovo la sua passione e condividerla con chi viene da vicino e da lontano».
«Un ringraziamento sincero – ha concluso Matteo Rossi Sebaste – va a tutto lo staff, perché questa è una manifestazione che si costruisce nell’arco di un anno, con cura, dedizione e amore per il territorio. Ogni dettaglio, dai pettorali personalizzati ai percorsi scelti, è pensato per accogliere, stupire e raccontare le Langhe nel modo più autentico possibile. E poi grazie ai partecipanti, che sono l’anima dell’8: il loro spirito, la voglia di esserci e di condividere questi giorni speciali è ciò che rende questo evento unico. Ogni edizione è una nuova occasione per rivedersi, rafforzare amicizie e viverne di nuove. È questo, alla fine, il nostro vero trofeo».

Perché il tempo, sulle strade di Langa, non passa, si trasforma in memoria, poi riparte con rinnovata passione, chilometro dopo chilometro.