Baldissero d’Alba – “Restanza”: quando i bambini della scuola credono nel proprio paese

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Baldissero d'Alba restanza

Un paese, una comunità, una scuola: e un neologismo, particolarmente interessante in un Roero fatto di centri spesso piccoli, frammentati, elementi forse troppo complessi da spiegare a chi poco mastica di Piemonte, di Provincia Granda soprattutto. A cosa serve un paese di mille abitanti come Baldissero d’Alba?

In fatto di teoria e di pratica, se lo chiedono in molti: e sarebbe ipocrita non considerare che molte volte, nell’ultimo quarto di secolo, da Roma abbiano innescato una silenziosa guerra tesa a debellare le realtà fatte di pochi abitanti. Senza però considerare che tutte quelle sono anime, sono cuori, sono persone che lavorano: con la propria arte, e pure con la loro vocazione di amministratori, di cittadini, di volti e mani essenzialmente posti al servizio della collettività.

Adulti ma anche bambini e bambine: come quelli e quelle della scuola primaria di Baldissero d’Alba -appartenente all’Istituto Comprensivo di Sommariva Perno, e la cui esistenza è da molti anni “difesa” dalla Giunta civica- che prima della pausa estiva hanno portato in scena uno spettacolo teatrale dal titolo “Un posto nel mondo”.

Neologismo, dicevamo: quello che porta il nome di “Restanza”, che poi è anche il titolo di un intero progetto cui gli alunni hanno lavorato a partire dallo scorso mese di settembre, alla riapertura delle aule dopo le vacanze.

Ma che cos’è la “restanza”? Lo hanno spiegato loro, insieme al corpo docente della scuola primaria di Baldissero d’Alba: «Restanza significa restare. Restanza significa comprendere tutto ciò che serve per fare un paese. Restanza vuol dire promuovere il concetto di comunità, dov’è il bene del singolo è il bene di tutti. Restanza vuol anche dire partire per poi tornare, rimanere e costruire».

E’ un’idea: è il desiderio di lottare per il posto in cui si vive: «I bambini hanno già sperimentato la Restanza attraverso il gioco, con le attività fatte alla fattoria didattica dei Bageta, il cui progetto è stato patrocinato dal Comune -precisano le insegnanti, insieme al sindaco di Baldissero d’Alba Michele Lusso- in cui hanno immaginato di costruire un paese con tutte le sue componenti, le attività e le istituzioni rafforzando l’idea che per costruire è necessario essere lungimiranti e soprattutto lavorare insieme. I piccoli attori con gli occhi e il cuore puro della loro bella età hanno trovato le parole, i gesti. le canzoni e anche i balli per rappresentare al meglio ciò che significa la parola “Restanza”».

“Un posto nel mondo”, lo slogan impresso sulla scena del salone polifunzionale del capoluogo. Un suggerimento: speriamo che rimanga lì.

È possibile che i piccoli baldisseresi -forse non lo sanno ancora, ma lo capiranno- non abbiano solo imparato a memoria quel “Un paese ci vuole” di pavesiana memoria: lo hanno divorato, digerito, interiorizzato. E poi lo hanno cantato e recitato ai propri concittadini. Ed è una bella lezione: perché è di queste cose che un luogo vive, resiste, e torna a crescere.

Paolo Destefanis