L’Auditorium dell’Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno e la sala incontri di Palazzo Banca d’Alba saranno la cornice il 24 e 25 maggio di due importanti appuntamenti dedicati alla salute nella terza e quarta età, con eventi rivolti sia ai professionisti sanitari sia alla popolazione. Il primo è un Congresso Neurogeriatrico Interregionale e si propone di offrire una panoramica sulla Neuro-Psico-Geriatria, approfondendo temi cruciali con il contributo di esperti del settore e moderatori che guideranno il confronto con gli operatori sanitari presenti. Organizzato con il patrocinio di importanti enti tra cui Asl Cn2, Ordine dei Medici di Cuneo, Comune di Verduno, Comune di Alba, Cooperativa San Pio e Centro Riabilitazione Ferrero e realizzato grazie al contributo di Generali, agenzia di Alba e Alba Cristo Re, l’evento rappresenta un’occasione di aggiornamento e confronto tra specialisti di diverse discipline. Un evento la cui Segreteria Scientifica è stata curata da esperti in questo ambito: professor Carlo Serrati, direttore Diar Neuroscienze e Fisiatria Liguria e Direttore Scientifico del Progetto “Prevedi”; dottor Giovanni Asteggiano, Neurologo e Neuropsichiatra Infantile, direttore Sanitario del Centro Riabilitazione Ferrero di Alba e della San Paolo Senior Housing di Alba; dottor Michele Dotta, direttore Soc Neurologia Asl Cn2.
La rivista Idea ha approfondito con il professor Carlo Serrati (foto sopra) e il dottor Giovanni Asteggiano (foto nella pagina a fianco) le ragioni degli eventi formativi evidenziando il delicato confine tra fragilità e patologia, nella cura della persona anziana.
Professor Serrati, che cosa sono le neuroscienze e la neurologia clinica e perché avete pensato di organizzare proprio a Verduno e Alba due momenti dedicati alla salute nella Terza e Quarta età?
«Le neuroscienze si possono considerare come gli insiemi di studi condotti secondo rigore scientifico in relazione al sistema nervoso che è la parte centrale dell’individuo. Una delle loro caratteristiche è quella di avere come base la multidisciplinarietà, o meglio, afferiscono ad esse numerosi settori che vanno dalla psicologia, alla biologia molecolare, alla biochimica, alla matematica, alla statistica… Le neuroscienze, in particolare la neurologia clinica, servono invece a tradurre i risultati che possono essere molto interessanti dal punto di vista teorico, ma che impiegano magari qualche anno prima di poter avere un “significato” sulla terapia quotidiana del paziente. Il passaggio dal laboratorio, dagli studi clinico-scientifici al letto del paziente è significativo, ma piuttosto lento. Si è scelto un confronto all’Ospedale di Verduno, nosocomio frutto delle grandi generosità locali, anche attraverso donazioni, della capacità di pensiero rivolto al futuro con una direzione di crescita. Sappiamo che attorno al 2050 la quota degli over 65 raggiungerà il 35,9% della popolazione, con un’aspettativa di vita media di 80 anni per gli uomini e 85 per le donne. Questi dati evidenziano un problema legato alle patologie collegate alla terza o alla quarta età. Ci è sembrato dunque, che Verduno meritasse l’interesse di un gruppo di colleghi, con cui sono anche amico con i quali condividere pensieri, critiche e prospettive su questo argomento».
Quali sono le patologie neurologiche più comuni riscontrate nel corso della sua carriera?
«L’attenzione va riservata a due gruppi di patologie: l’ictus, che ha un incidenza elevata che si attesta attorno a 300 casi all’anno ogni 100mila abitanti, generando invalidità neuropsico-geriatriche. Poi ci sono le cosiddette malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer o la demenza vascolare conosciuta come arteriosclerosi o malattia di Parkinson. Parlare di queste patologie significa entrare nel cuore di un problema che riguarda naturalmente i pazienti ma, anche le loro famiglie».
Professor Serrati, si sente da più parti sottolineare il valore della prevenzione. Come direttore scientifico del progetto “Prevedi” quali azioni ha messo in campo?
«Questo progetto, finanziato da Fondi Europei con oltre 2 milioni di euro, si pone come obiettivo quello di prevenire l’insorgenza dell’ictus e delle demenze attraverso un’attività di informazione, formazione dei care giver e screening multi-generazionale nelle famiglie colpite dalla malattia. Risulta che una significativa quota di soggetti colpiti da ictus, che raddoppia il rischio di deterioramento cognitivo, sviluppa, a distanza di un anno, demenza. L’obiettivo strategico di lungo periodo del progetto è invertire il trend di casi di ictus, considerando che la prevenzione di questa patologia è in sinergia con quella della demenza».
Dal suo osservatorio è azzardato sostenere che sono le neuroscienze il laboratorio della sanità del futuro?
«Saranno uno dei fattori di rilievo. Se pensiamo, ad esempio, alle interfacce neurali tra macchina e cervello in termini di neuroscienze, in termini di economia ma, anche in termini di filosofia non possiamo dimenticare che ci sono aspetti di tipo relazionale, in particolare l’empatia che non può essere sostituita dall’uso per esempio dell’intelligenza artificiale. Quindi le neuroscienze saranno una sfida importante e ci consentiranno di migliorare sicuramente l’approccio con i nostri pazienti e aprire dei filoni interessanti credo anche dal punto di vista economico».
Nel corso della seconda giornata, di tipo divulgativo, sarà invece centrale e dedicato al pubblico, l’evento “Una bellezza speciale per la terza e quarta età: dal cervello al corpo”.
«Un concetto simbolico, allargato», sottolinea il dottor Giovanni Asteggiano, Neurologo e Neuropsichiatra Infantile, direttore sanitario del Centro Riabilitazione Ferrero di Alba e della San Paolo Senior Housing di Alba, «che abbraccia un concetto non solo estetico, ma affine alla bellezza interiore, personale, caratterizzata dalla voglia di vivere una vita piena. Un’esistenza della quale si contempla sempre gli aspetti legati alla nascita e alla morte, con in mezzo tappe fondamentali come l’istruzione, l’adolescenza, la maturità e poi ci sono la terza e quarta età sempre un po’ sottovalutate perché considerate fasi della vita in declino.
Invece negli ultimi 10, 20 anni le cose sono cambiate e oggi il bivio, dopo la pensione offre due strade: reclinarsi su se stessi e vivere di ricordi, oppure vivere di piccoli piaceri, o meglio ancora fare una scommessa e intraprendere una nuova vita. Ri-generandosi con il lavoro o la partecipazione attiva ai sodalizi di servizi i cui presidenti sono invitati all’evento per presentare le loro attività. Si affronteranno poi i temi della psicogeriatria allo sport, dall’estetica alla sessuologia fino alla nutrizione, con l’intervento di esperti qualificati che illustreranno strategie e buone pratiche per vivere l’invecchiamento in modo positivo e attivo. L’evento in Banca d’Alba, domenica 25 maggio è aperto a tutti e sarà l’occasione per rafforzare quanto la salute psicofisica sia la base per una vita ricca di bellezza!».
Per info e accrediti: Whynet Srl; [email protected]; www.why-net.it; tel. 340-492 1145