Se, come si dice, l’attenzione di un pubblico in sala si misura dal numero di luci dei telefoni accesi, allora Lorenzo Baravalle ha conquistato a pieno la sua platea. Lo scorso mercoledì 7 maggio il noto podcaster saluzzese ha chiuso la rassegna “Itinerari, Incontri, Approdi” organizzata dal Collettivo Zaratan. Sul palco del Cinema Monviso di Cuneo, Baravalle ha portato “Bari 1991, lo sbarco della Vlora”.
Nel suo podcast dal vivo ha raccontato un evento, quello dell’approdo della nave con a bordo 18mila albanesi al porto di Bari, inserendolo nel suo contesto storico e con l’unico taglio possibile, quello degli italiani e delle reazioni mediatiche e politiche all’evento.
Pur essendo avvenuto ormai 34 anni fa, l’approdo della Vlora è ancora di viva attualità, anche e soprattutto perché la narrativa intorno a quell’evento assomiglia (sinistramente) a quella che si vive oggi con il tema dell’immigrazione. Schemi verbali e parole utilizzate ricorrono e si rincorrono, evocando gli stessi sentimenti. In quell’occasione l’Italia si scoprì paese di immigrazione, un “Eldorado” per qualcuno, una meta di approdo e non solo un luogo da cui partire.
Ma i podcast dal vivo (non solo quello sulla Vlora, che era una “prima”, ma anche quello su Adriano Olivetti ed Enrico Fermi) sono solamente una delle tante proposte del podcaster saluzzese, salito alla ribalta grazie a “Qui si fa l’Italia”, in cui con Lorenzo Pregliasco parla de «i momenti che hanno fatto la storia del nostro Paese raccontati a chi, come noi, non li ha vissuti». Nelle varie puntate, che ad oggi escono il 27 di ogni mese, vengono raccontati argomenti politici, di cronaca, di persone, che riportano anche i più giovani ai più grandi eventi della storia d’Italia.
Ma come nasce quest’avventura che poi si è rivelata così densa di soddisfazioni?
«È nato tutto durante la pandemia: stavo leggendo un libro di Francesco Piccolo, “Il desiderio di essere come tutti”, il quale ha una lunga parte che riguarda Enrico Berlinguer. Ed allora mi sono detto: “Tutti sappiamo chi è Enrico Berlinguer. Ma abbiamo mai sentito la voce di Enrico Berlinguer? Che cosa pensava Enrico Berlinguer? Che cosa voleva fare Enrico Berlinguer?”. Allora ho scritto a Lorenzo Pregliasco e gli ho proposto l’idea, che lentamente ha preso forma tra il 2020 ed il 2021. È stato forse il secondo podcast prodotto da Spotify ed è stato un successo che non ci saremmo mai potuti immaginare. Saremmo stati molto felici di una top-200 ed invece abbiano raggiunto dei risultati molto più lusinghieri».
“Qui si fa l’Italia”, infatti, si è affermato tra i podcast più ascoltati, grazie ad una narrazione precisa, fattuale ma allo stesso tempo brillante e capace di mantenere l’ascoltatore sempre con l’orecchio attento.
Ed è stato amore a prima vista con questa forma di racconto, come spiega lui stesso: «Sono sempre stato affascinato ed incuriosito dal mondo della voce, ma il mondo della radio ed i suoi tempi spesso limitano la narrazione. Il podcast permette invece di raccontare, di rendere vivo e di esprimere».
Ma il racconto si unisce ad un grande lavoro di preparazione: «Abbiamo un team di autori (Alessandro Negri, Francesco Magni e la fossanese Giulia Arduino), e con loro spendiamo molto tempo innanzi tutto nella ricerca storica. Poi arriva la parte pratica: la registrazione delle clip, la stesura del testo e poi la registrazione: tutto vuole e deve essere curato in ogni dettaglio».
Ma “Qui si fa l’Italia” non è l’unica storia a cui Lorenzo Baravalle ha dato voce e vita. Prima è arrivato “Atomika”, in collaborazione con Matteo Curti, e poi, proprio in queste settimane, l’incredibile storia di “Frate Mitra”, al secolo Silvano Girotto, il francescano reclutato dal generale Dalla Chiesa che entrò in contatto con le Brigate Rosse e permise la cattura di Renato Curcio e Alberto Franceschini l’8 settembre 1974 a Pinerolo.
«In quest’ultima storia sono quasi inciampato, me ne ha parlato un amico. Il libro di Girotto era uscito di produzione, e ne abbiamo incredibilmente trovata una copia nel cesto di libri usati di una biblioteca. È una storia da cui è impossibile non rimanere affascinati, al limite del cinema o della serie tv: è quella di un uomo che fu arruolato nella Legione Straniera e mandato in Algeria, predicatore del Vangelo ad Omegna, missionario in Bolivia e poi di nuovo in Italia nel difficile periodo degli anni di piombo».
E con la sua voce pacata, tranquilla ma inarrestabile, si può dire che Lorenzo Baravalle ha fatto centro anche questa volta.