Nella sua storia, il Premio Ostana ha dato voce finora a 96 autori di 50 lingue da tutti e 5 i continenti, consolidando una vera e propria rete internazionale di autori, appassionati e sostenitori della diversità linguistica che fanno di Ostana un appuntamento di riferimento in tutto il mondo, riconosciuto anche dall’Unesco, che ha proclamato il “Decennio Internazionale per le lingue indigene 2022-2032”, e da due network internazionali fondamentali per la difesa della diversità linguistica come ELEN (European Language Equality Network) e NPLD (Network to Promote Linguistic Diversity). Le sinergie che si creano anno dopo anno tra i Premiati, gli invitati e i collaboratori del Premio fanno nascere collaborazioni uniche, che fanno del Premio Ostana non solo un’istituzione per la difesa delle lingue madri ma anche un luogo di creazione artistica collettiva internazionale che perdura oltre gli appuntamenti del Festival.
Il motto e la canzone 2025
Come ogni anno un filo rosso accompagna il Premio, un motto che guida lo spirito degli incontri e che ha ispirato il Collettivo Artistico Premio Ostana nella composizione dell’omonima canzone-inno che accompagnerà le celebrazioni del festival. Le parole scelte per l’edizione 2025 sono: “Sensa raïtz pas de flors” – senza radici non ci sono fiori.
Si tratta di un verso antico, nato nella poesia dei trobadors e delle trobairitz dell’Occitania medievale. Un’immagine semplice e potente: senza radici, nessun albero cresce, nessun fiore sboccia, nessun colore accende il mondo. Così sono le lingue madri: radici profonde che nutrono le identità, che danno forma ai pensieri, che raccontano visioni del mondo irripetibili.
Ogni lingua porta con sé la memoria di un popolo, il cammino di una cultura viva, capace di incontrare, contaminare, trasformare e così facendo proiettarsi nel futuro. Preservare una lingua significa non lasciare appassire quel fiore unico che essa rappresenta. Il Premio Ostana nasce da questa consapevolezza: celebrare le lingue come semi di futuro, come gesti di cura verso ciò che ci rende umani, diversi e insieme parte dello stesso giardino.
“Partecipare al Premio Ostana – commenta la Direttrice Artistica Ines Cavalcanti – significa essere parte di un gesto collettivo di cura, attenzione e speranza. Perché senza radici, non ci sono fiori. E senza lingue madri, non c’è mondo da costruire e custodire.”
In questo spirito nasce la canzone ideata dal Collettivo Artistico del Premio Ostana, il gruppo di lavoro che anima e segue il Premio Ostana nella sua parte performativa (Paola Bertello, Flavio Giacchero, Luca Pellegrino, Marzia Rey). Il testo prende ispirazione dalla cansò “Can vei la flor” di Bernart de Ventadorn, uno dei più grandi trovatori del XII secolo. Le prime due strofe originali sono state intrecciate a un refrain di nuova composizione che si innesta sulle parole del trobador. Il canto vuole costruire un ponte: tra poesia e contemporaneità, tra le radici della cultura occitana e l’urgenza del nostro tempo. Un inno alla cura, all’amore e alla convivenza, contro i venti di guerra e divisione.
Il video della canzone è disponibile su YouTube: https://youtu.be/T42_gqJbBEU
Il programma completo sarà reso noto prossimamente
Diretta streaming della cerimonia di premiazione
Il “Premio Ostana: scritture in lingua madre – escrituras en lenga maire” è ideato da Chambra d’oc, promosso e sostenuto da: Regione Piemonte, Comune di Ostana, Fondazione CRC, Fondazione CRT, ATL Cuneo, CIRDOC, Pen club Occitan, Babel Film Festival, Cooperativa di Comunità Viso a Viso.