Una volta si chiamava Provveditore agli Studi, con tutte le maiuscole. Era al vertice della piramide provinciale di tutte le scuole di ordine e grado, dagli asili all’ultimo anno delle superiori. Oggi il titolo esatto, fin dalla fine degli anni Novanta, è “Dirigente dell’Ambito Territoriale Scolastico”.
A Cuneo, dal 24 marzo, il ruolo è ricoperto da Umberto Pelassa, 42 anni, di Alba, ex allievo del mitico Liceo Classico Govone della capitale langarola, laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode.
Eccellente studente, tra la pratica notarile e quella da avvocato, vince prima il concorso per essere iscritto all’albo dei segretari comunali, facendo pratica in Comune a Villafalletto, e poi il concorso per dirigenti dello Stato. Nel frattempo lavora al Demanio e all’Agenzia delle Entrate a Torino. Passa alla scuola all’inizio del 2024 con l’incarico di dirigente a Vercelli, che mantiene ad interim con il nuovo incarico di Cuneo.
Pelassa gestisce l’ampia realtà della Granda, che si compone di 75mila studenti, 6mila docenti, 2mila insegnanti di sostegno e 2.500 di personale vario. Di questi ultimi 1.700 sono collaboratori scolastici, i vecchi bidelli, 150 assistenti tecnici e 550 amministrativi. In termini numerici, il sistema si articola in 10mila bambini per le scuole dell’infanzia, 25mila al livello della scuola primaria, 15mila nella scuola secondaria e ulteriori 25mila nelle scuole superiori, rappresentando l’1,1% della popolazione scolastica nazionale.
Com’è stato l’inizio del suo nuovo incarico?
«La prima azione è stata quella di prendere contatti con il territorio. Il mondo della scuola dialoga parecchio con le amministrazioni comunali, con i sindaci, con i quali sto mettendo a punto un’agenda di colloqui. Ho già incontrato il presidente della Provincia. Il tirocinio come segretario comunale è stata un’utile palestra: Con gli enti locali la scuola ha problematiche comuni, basti pensare, per esempio, all’edilizia che riguarda i plessi delle primarie. Ma anche altre tematiche come il trasporto scolastico. Vogliamo essere enti che dialogano. Poi il tema scuola non è solo ad appannaggio del Ministero dell’Istruzione, ma di una rete in cui la Regione gioca un ruolo fondamentale insieme agli altri enti locali».
Il lavoro con gli enti locali, in particolare con la Regione e la Provincia di Cuneo, si esprime in particolare sulle scuole di montagna, che la Granda conta in gran numero.
«Le confermo che c’è un’attenzione costante in tal senso. Il mantenimento delle scuole in Comuni montani significa consentire alle famiglie che abitano quei territori di poter progettare la propria vita, rimanendo e senza costringerle a scendere a valle. Ovviamente tutto va studiato e gestito con quelle che sono le risorse di organico. Mantenere aperti plessi scolastici in zone montane significa, spesso, agire in deroga con un numero di alunni inferiore rispetto ai parametri delle zone cittadine, che richiedono un numero minimo per aula. C’è la volontà della politica e si collabora con la stessa volontà anche da parte del Ministero, sapendo che la realtà della Granda è estremamente diversificata nel suo territorio».
Quali criticità ha riscontrato nel nostro sistema scuola locale?
«Cuneo, dopo Torino e la sua enorme area urbana, è il secondo bacino per dimensioni in Piemonte. Sono circa 85 autonomie scolastiche (le vecchie presidenze, ndr) che hanno plessi distribuiti in un alto numero di Comuni. Le problematiche sono diverse a seconda se si è in area montana, collinare, urbana. In queste zone si riscontrano poi tutte le deroghe a cui accennavo prima che si intersecano con altre questioni come, per esempio, il trasporto scolastico. Tutto si può risolvere facendo rete, dialogando tra istituzioni. Questa è la base fondamentale. Devo dire che il primo riscontro è stato ottimo. Ministero, Regione, Provincia, Comuni hanno un rapporto di interlocuzione che permette di affrontare al meglio le tematiche sul tavolo».
Si è posto un obiettivo ottimale?
«Erogare un servizio che abbia gli stessi standard qualitativi tanto nelle aree urbane, quanto in quelle più remote. Mi preme sottolineare che le criticità organizzative che ha una provincia come Cuneo, per via della sua dimensione e diversificazione, sono più affrontabili grazie al nostro ufficio. È molto ben strutturato, ben avviato. Funziona la piena collaborazione dei colleghi, in costante collegamento con i dirigenti delle nostre scuole, per risolvere in modo efficace ogni problematica».