“Piace! Perché Vestebene!” Negli Anni ‘50 erano centinaia i furgoncini che percorrevano la Penisola per lanciare la divisione di abbigliamento femminile nata ad Alba nel Dopoguerra. Il 1947 segnò l’inizio dell’attività tessile industriale per la produzione di tessuti di seta e fibre artificiali: nell’Italia del miracolo economico, le “Tessiture Miroglio” furono tra le prime dotate di impianti moderni. Nel 1955 il commendator Giuseppe Miroglio creò uno stabilimento per la produzione di confezioni in serie, secondo il modello americano, pionieristico per l’epoca.
L’attività imprenditoriale della famiglia Miroglio iniziò a fine ’800 nel capoluogo delle Langhe: Angela e Carlo Miroglio commerciano tessuti, prima come ambulanti, poi, con l’apertura di un negozio nel centro della città. A inizio ’900 l’attività è conosciuta in tutto il Piemonte.
Oggi il Gruppo Miroglio conta 4.300 collaboratori, di cui 500 nella storica sede di via Santa Barbara e 117 presso la Sublitex. È presente in 41 Paesi con 30 società e 1.100 negozi monomarca e circa 1.500 multimarca. Nel 2024 ha registrato un fatturato, non ancora consolidato, di 612 milioni: 54 in più rispetto all’anno precedente. Si tratta del primo bilancio che comprende il brand Trussardi, acquisito da appena dodici mesi.
Per la prima volta nella storia Miroglio si rivolge alla clientela maschile.
«Trussardi cercava inizialmente un partner logistico: più analizzavamo i documenti, più prendeva vita l’idea di intraprendere questa nuova via. L’azienda aveva accumulato un debito superiore ai 100 milioni: in un solo anno abbiamo raggiunto il break even, segnale della bontà della nostra visione».
Dieci brand complessivi, nove esclusivamente femminili (Elena Mirò, Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Luisa Viola, Diana Gallesi, Ipekyol, Twist e Machka), uno decisamente trasversale: dagli accessori all’abbigliamento e al living. Qual è l’obiettivo?
«Massimizzare il valore del l’heritage: in un mondo della moda in forte ristrutturazione, il made in Italy continua a trainare il comparto. L’operazione Trussardi ci ha consentito di portare qui ad Alba l’intero archivio: un’enorme fonte di ispirazione, decenni di creatività. Un valore intrinseco che va al di là della possibilità di dare visibilità al materiale stesso. A differenza di altri brand milanesi, Nicola Trussardi era stato un po’ custode del marchio, inteso come stile di vita».
Dieci linee verticali e indipendenti, una direzione centralizzata per finanza, risorse umane e servizi: come sta sviluppando l’attività albese del Gruppo?
«Dal 2019, con l’ingresso del ceo Alberto Racca, a oggi numerose percentuali sono variate. Alcuni esempi significativi: i collaboratori Under 35 sono passati dal 9 al 19%; il 96% degli Under resta in azienda dopo un percorso formativo; dal 16% di posizioni manageriali cresciute all’interno del 2020 al 52% di oggi. Dati che evidenziano la volontà di valorizzare i talenti».
Giovani che arrivano da tutta Italia?
«Il Covid ha sdoganato diverse barriere, una di queste è lo smart working. La flessibilità consente di poter avere collaboratori senza tener conto dell’elemento fisico della distanza. Nel corso del Miroglio Graduate Program, un percorso di 18 mesi dedicato a giovani talenti laureati o laureandi, i ragazzi vengono guidati dallo Strategy Director per apprendere un metodo di lavoro ispirato alla consulenza strategica e per sviluppare un mindset analitico e una solida capacità di problem solving. Giunto oggi alla terza edizione, il programma ha ricevuto oltre mille candidature, più di 50 giovani coinvolti negli assessment e 4 giovani che ne hanno preso parte: un’opportunità per entrare nel Gruppo Miroglio e prepararsi da subito a diventare manager».
Cinque e-store proprietari, presenza sui principali marketplace e un focus crescente sul Crm (Customer Relationship Management). Un approccio “Data driven”?
«Sì: siamo “guidati dai dati”. Sosteniamo con convinzione questo approccio decisionale. L’e-commerce è passato dal 3% del 2019 al 9% del 2024. Evidente la volontà di creare un percorso con i giovani, sviluppando la capacità di dialogo con i nostri clienti».
In questo percorso che posto occupa l’Ia?
«Il tema è culturale, non deve rimanere un utilizzo di pochi ma deve essere domestico, diffuso e massivo. Il suo utilizzo stimola l’intelligenza umana. Ciò detto, in Miroglio l’Ia viene applicata in diversi ambiti, a partire dal “tag” dei capi che riducono notevolmente tempi e costi di elaborazione. Risorse “liberate” per altri studi, altre ricerche, altre innovazioni».
Un team trasversale a disposizione di tutte le linee.
«L’approccio all’Ia rappresenta un elemento innovativo non solo nell’abbigliamento ma in tutto il mondo del commercio in cui la famiglia Miroglio ha avviato la sua attività, prima ancora che nel processo industriale. Un processo “one to one”, mirato e focalizzato».
In un mondo che si evolve, il Gruppo Miroglio anticipa i tempi e si prepara a novità anche sul fronte produttivo.
Trussardi Casa: nuovo capitolo di eleganza italiana a Dubai
Trussardi, Luxury Living Group e Mira Developments hanno realizzato a Dubai un gioiello unico del design italiano: Trussardi Residence. La prima fase ha previsto la costruzione di una torre residenziale di undici piani, nel quartiere di Al Furjan, a pochi passi dalla stazione metropolitana Discovery Gardens, che definisce una nuova eleganza dell’abitare, dove lo stile di vita milanese incontra il gusto contemporaneo e internazionale. Tutti gli ambienti sono arredati esclusivamente con arredi Trussardi Casa, ed esprimono la filosofia del brand: una versione inclusiva e contemporanea dell’eleganza italiana, con profonde radici nel suo heritage. La seconda fase del progetto introdurrà appartamenti “chiavi in mano” accanto a stanze singole, doppie e monolocali: un’assoluta novità. Con le Trussardi Residences, la Maison celebra un importante passo nella sua espansione internazionale, portando il lifestyle italiano in una delle città più dinamiche del mondo.