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«Turismo lento sostenibile e di prossimità»

Giorgio Proglio, fondatore di Tabui, racconta l’evento Evolve, in programma al Cuneo Airport

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Dove va il turismo? Quali a­zio­­ni di sistema si possono scaricare a terra per far sì che la convivenza tra viaggiatore e cittadino residente possa continuare con reciproca soddisfazione? A do­man­de complesse corrisponderanno risposte complesse.
Per scovarle ci affidiamo al fiuto del “tabui”, anzi di Tabui, l’Hub dell’Open­tourism, la piattaforma che rivoluziona il viaggio, un’app nata per valorizzare i territori e connettere i viaggiatori con esperienze autentiche. Tra le 10 app più scaricate (oltre 220 mila) e utilizzate nei week­end, Tabui è anche partner ufficiale del Ministero del Turismo, affermandosi co­me punto di riferimento per chi desidera esplorare il mondo in maniera sostenibile e accessibile.

È un’evoluzione continua quella di Tabui che, dopo gli importanti traguardi e riconoscimenti del 2024, guarda già alle prossime tappe. La piattaforma, partita dal Piemonte, si è estesa includendo nuove regioni quali la Valle d’Aosta, la Lombardia, le Marche e il Lazio. E grazie alla collaborazione con il Tdh del Ministero del Turismo è diventata uno strumento essenziale per valorizzare il patrimonio territoriale italiano, facilitando il turismo digitale e rendendo sempre più accessibili le informazioni a cittadini e visitatori.

Dall’estro del fondatore, Giorgio Proglio, è nato nel 2024 Tabui Evolve, l’evento dedicato all’evoluzione del turismo e delle esperienze sul territorio. Dal Palablack Miroglio all’hangar SmallFly: oggi, giovedì 20 marzo, con una formula più ambiziosa all’interno della pista dell’aeroporto di Cuneo, si alterneranno sul palcoscenico relatori d’eccezione e un format dinamico. Un contesto simbolico, scelto per rappresentare il tema di quest’anno, “Learn to fly”, che invita a superare i confini e le barriere e lancia la novità 2025: l’espansione dell’app oltre i confini italiani con la prima mappatura della Francia.

Sul palco si alterneranno sette speaker di rilievo internazionale, tra cui esponenti di Lonely Planet Italia, Ryanair, Smallfly, The Fork, Arenaways treni, Airbnb e il celebre designer Chris Bangle fondatore del circuito delle Big bench. Ognuno avrà dieci minuti per raccontare la propria visione, senza filtri, offrendo al pubblico un’analisi diretta delle strategie che stanno rivoluzionando il settore. E poi lui, il fondatore di Tabui, pronto a raccontare il bilancio di sostenibilità della piattaforma e i dati aggiornati dell’Oss­ervatorio turistico dei Comuni tabuiati.

Da dove siete partiti?
«Volevamo fare un test: capire qual era il percepito del nostro progetto a casa nostra. Tabui Evolve era il tema, il nome era tutt’altro ma immediatamente di­men­ticato “Tabui next day”. Da lì la volontà di continuare il di­battito, non per presentare qualcosa a livello azien­dale ma per continuare il dibattito».

Sull’evoluzione del turismo.
«Sì, vorremmo capire come sta evolvendo ma dal nostro punto di vista, grazie ai dati del nostro osservatorio costruito grazie ad una survey di dieci domande somministrata ai numerosi comuni “tabuiati”: 350 amministrazioni, in prevalenza sul Piemonte, ma anche in Lombardia, e nel Lazio. Lo sbarco su Roma è arrivato grazie al Giubileo, con la necessità di decongestionare la capitale. Nel nostro piccolo cerchiamo di fare questo: Tabui non ti porta a Roma ma a Fiano Romano, non ti porta a Venezia ma a Mestre».

Cosa avete chiesto ai sindaci?
«Dati ce ne sono molti, noi volevamo un’analisi più pragmatica: “Sindaco qual è l’età media dei tuoi concittadini? Noti una crescita grazie al turismo? Cos’è che attira la gente nel tuo borgo? Un questionario che dura un minuto con sole dieci domande. Ha funzionato: 96% di risposte sui 350 comuni interpellati. Quello che abbiamo notato è che c’è una grande voglia da parte delle piccole realtà, specie dei borghi, di farsi conoscere, notare e per farlo c’è bisogno di qualcuno che veramente si affianchi a loro e li comprenda».

Quindi… dove va il turismo?
«Premessa per contestualizzare: i nostri comuni sono mediamente sotto i 3mila abitanti. Dai dati emerge che l’infrastruttura turistica guida anche le variazioni dell’abitato, spingendo giovani nuclei famigliari a rimanere nei piccoli borghi. Con una grande crescita dei viaggi legati a eventi culturali e festival. I numerosi studi che monitorano la ricaduta degli investimenti in questo settore sull’indotto si rivelano più che veritieri».

Qual è il turismo incentivato da Tabui?
«Un turismo lento, sostenibile e di prossimità. I primi turisti sono gli abitanti degli stessi territori: così i cittadini imparano a vivere in maniera diversa il territorio in cui vivono, guardandolo con occhi diversi. Oggi non siamo fan e sostenitori del nostro territorio, dobbiamo invertire la rotta».

“Learn to fly”: quali sono le principali novità?
«Tra le principali cito l’accessibilità della app: abbiamo fatto una partnership con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che rende la piattaforma 100% accessibile. Il titolo dell’evento svela già in parte l’avvio della mappatura dei comuni d’Oltralpe, con l’arrivo del circuito in Francia, portando così la nostra tecnologia e la filosofia di valorizzazione territoriale oltre i confini italiani. Rimarcheremo alla platea e agli investitori l’importanza dell’European travel award 2024, il premio che celebra le migliori innovazioni e pratiche nel settore turistico a livello europeo».

Come vede la Tabui del futuro?
«Sugli smartphone di tutti. La nostra vision è che diventi proprio un modo di dire. A oggi l’informazione di Tabui arriva dal basso, cioè ci sono contenuti che provengono principalmente dalla nostra community, ma presto lanceremo una nuova funzionalità che permetterà una maggiore interazione tra gli utenti, mantenendo ovviamente la sua autenticità e semplicità».

Per sostenere questi ambiziosi progetti, Tabui ha avviato un nuovo round di investimenti, i cui capitali saranno destinati al potenziamento del team, al rafforzamento della presenza sul mercato e al continuo mi­glioramento dell’offerta tecnologica. Parallela­men­te, continua a investire nel quar­tier generale di Torino, con un’attenzione particolare allo sviluppo della struttura e delle risorse uma­ne, creando nuove op­portunità lavorative e raf­for­­zando la sua presenza sul territorio.

BaNNER
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