Il presidente Mariano Rabino, assieme all’Ente turismo Langhe Monferrato Roero, è in una fase di passaggio. Se poche settimane fa c’è stata la conferenza stampa di presentazione dei dati relativi al 2024, ora riparte la nuova stagione turistica sul territorio e il mandato triennale avviato il 28 aprile 2022 va a scadenza. I margini per una conferma ci sarebbero, ma solo a fine aprile o al massimo entro i primi di maggio, la decisione sarà ufficializzata.
Intanto come sta andando il 2025?
«Ha ricalcato le annate passate, sono i mesi in cui le strutture di accoglienza, ristorazione e albergazione, tirano un po’ il fiato. Ma se questo da un lato è positivo, dall’altro ci ricorda che abbiamo bisogno di un’offerta turistica all’insegna della destagionalizzazione e della qualità».
Come giudica le prospettive?
«Siamo entrati in un triennio che si annuncia molto interessante a partire dal prossimo Palazzo dei Congressi di Banca d’Alba che vede l’Ente turismo ovviamente molto interessato. Il progetto può portare un contributo per la destagionalizzazione, perché con una struttura fieristica e congressuale, puoi organizzare eventi anche a gennaio o febbraio. Se l’inaugurazione, come sembra, avverrà a inizio 2028, il giorno dopo dovrà già esserci una programmazione. Abbiamo due anni e mezzo per prepararci. Mi risulta inoltre che nei prossimi due o tre anni partirà un’altra iniziativa importante, il campo golf da 18 buche tra Novello e Narzole con resort che ambisce a diventare 5 stelle superior. Anche qui alzerebbe l’asticella nel senso dell’eccellenza».
E le strutture ricettive?
«La sfida parte proprio da Alba. Se consideriamo l’area di Langhe, Monferrato e Roero, abbiamo 4.238 strutture (dati del 2024) per un totale di 34.458 posti letto. Il potenziale di accoglienza è ampio. Ma il tema è quello di non frazionarci e riempire tutte le stagioni dell’anno. Ad Alba sta per aprire l’Hotel Savona e ne siamo felici. Abbiamo stimato che siano necessari almeno altri due nuovi alberghi per circa 150 stanze in città. La nuova sede congressuale potrà richiamare per un evento anche 4mila persone, già con mille potrebbe entrare in un circuito d’eccellenza, da Fiera Milano a Rimini e Verona. E allora è chiaro che servono alberghi».
Fin dall’inizio del suo mandato ha parlato di qualità del turismo. Dopo tre anni qual è il suo bilancio?
«È positivo, sono partite buone pratiche. Per esempio, abbiamo avviato con l’Unione dei Comuni della Langa del Barolo una sperimentazione per un servizio di mobilità sostenibile attraverso navette gratuite a disposizione dei turisti. Sarebbe importante avere risorse per mettere il progetto a sistema».
Il dato più significativo?
«Quello delle esperienze outdoor. Da noi si fa turismo sempre di più all’aria aperta, chi viene qui vuole andare in bicicletta, magari assistita, vuole andare a passeggio. Il Roero è l’area che si annuncia più effervescente. La più piccola perché rappresenta il 15-16% del fatturato turistico del territorio, ma concentrata su questo aspetto».
Come sono i rapporti con l’Atl del Cuneese?
«L’outdoor ci lega moltissimo: anche quest’anno ci sarà una sinergia con cabina di regia e Fondazione Crc in vista della Borsa internazionale del Turismo Outdoor con l’Associazione Wonderful Outdoor World di cui facciamo parte. In questo siamo omogenei, per il resto rappresentiamo aree con caratteristiche diverse, qui c’è un’ enogastronomia molto sviluppata, là si sta sviluppando. C’è già un asse per il tartufo: siamo ancora l’area regina di quello bianco, ma cresce l’attenzione per il nero pregiato. Abbiamo fatto gemellaggi come tra Tartufo Bianco d’Alba e Marrone di Cuneo e lavoriamo a un progetto transnazionale con Costa Azzurra e Imperiese. Perché chi ci sceglie per una settimana-dieci giorni possa fare esperienze diverse».
Discorso da estendere a Torino?
«Abbiamo appena incontrato l’assessore al turismo Carretta, vogliamo riprendere un accordo di collaborazione che era rimasto un po’ nel cassetto».
Capitolo locazioni, quale contesto?
«Siamo arrivati a una saturazione, ci sono comuni di Langa che non hanno un alloggio da affittare o da acquistare per i cittadini. Ma sta già avvenendo una selezione naturale, la nuova normativa che prevede l’esposizione al di fuori dello stabile del codice Cin e il riconoscimento dell’ospite va nella direzione di regolare il settore della ricettività».
Parliamo di sostenibilità ambientale.
«Fino a gennaio ci sono stati pochi tartufi in tutta Italia, quindi un interrogativo deve essere complessivo. Però se in un territorio porti la monocoltura della vite ed elimini il bosco, non si tratta di cambiamento climatico ma di scelta. Bisogna tenerne conto. E il ruolo dell’Ente turismo è di orientare verso buone pratiche, con un messaggio unitario e coerente in un contesto che ha le sue specificità ma anche complementarietà».
Monferrato casalese e zona di Acqui vogliono unirsi a voi?
«Sarà questione del prossimo triennio, così come l’opportunità di avere un’unica governance con il sito Unesco».
Quali tecnologie per un ulteriore salto di qualità?
«Sogno una connessione gratuita su tutta la destinazione. Anche per una questione di sicurezza. Su un territorio come il nostro l’ideale sarebbe un collegamento via satellite, ma oggi su Starlink vanno fatte riflessioni attente… L’innovazione digitale ci interessa molto, una destinazione turistica non può più prescindere da questo aspetto e con il direttore Bruno Bertero abbiamo già dato un impulso fortissimo. Al Ttg di Rimini siamo già saliti due volte sul podio, Almawave che studia milioni di stringhe di commenti social ci ha premiato come destinazione più apprezzata nel connubio enogastronomico. Ma poi tutto deve passare dalle connessioni giuste».