Sole e speranza hanno accompagnato la celebrazione dell’ 80° Anniversario della Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero che si è svolta sabato 8 marzo 2025, la più partecipata di sempre per ricordare il partigiano Rino Rossino e Maggiore Adrian Alexander Hope.
Partendo dalla Scuola dell’infanzia di Cisterna, un variopinto corteo di adulti e bambini – originari anche di Paesi diversi – ha animato le vie per ricordare che, nonostante tutto, la speranza è ciò che ci fa continuare a vivere, il nutrimento per il futuro. La manifestazione è proseguita nella piazza che ricorda il sacrificio del partigiano Giacomo Rino Rossino. Qui, dopo i saluti del sindaco Peletto, delle varie autorità provinciali, regionali presenti, della sindaca di S. Stefano Roero e la benedizione alla lapide del partigiano Medaglia d’oro da parte di don Mauro Canta, gli alpini della sezione di S. Damiano d’Asti hanno deposto la corona commemorativa.
L’intervento della dott.ssa Fasano, direttrice dell’ Israt, ha voluto ricordare in apertura innanzitutto Teresa Galli – una delle prime vittime del fascismo nel 1919 – perchè il regime fu dall’inizio prevaricazione e violenza di cui le prime vittime furono proprio le donne. Tra loro, la partigiana Anna Cherchi che patì sulla propria pelle la tortura e la deportazione.
Le sue parole hanno ispirato il discorso della dott.ssa Fasano.
Dopo l’ 8 settembre, nonostante quei giovani fossero stati allevati a ideologia e pane, alcuni di loro si schierarono per la democrazia, la libertà, l’uguaglianza. Parole quasi sconosciute nel loro vocabolario ma di cui avevano compreso l’importanza.
Nè santi, nè eroi… i partigiani erano donne e uomini che misero a disposizione tutto quello che avevano: la loro giovinezza e, come ricordava Anna Cherchi, anche i denti. Sfidando la fame, il freddo, la paura, avevano imbracciato un fucile, combattuto sognando sempre la pace.
Senza di loro, un Paese sconfitto come il nostro, non avrebbe potuto contrattare le condizioni della resa o scrivere autonomamente la Costituzione.
Le donne diedero un contributo fondamentale.
Quelle stesse donne pagarono un prezzo altissimo per questo ed è anche grazie a loro, a quelle 21 madri costituenti, che tutti noi siamo garantiti dall’ art. 3 – tutti uguali e tutti diversi – ma anche l’art. 11 in cui si dichiara che l’Italia ripudia la guerra.
Ecco perché ricordare quei giorni, il valore della libertà e di quelle giovani vite – come quella di Rino Rossino – che, come recita la canzone “Oltre il ponte” di Italo Calvino, avevano tutto il male di fronte ma tutto il bene nel cuore. Con gli occhi aperti alla speranza di un mondo più libero e lieto.
Enrico Gambone, presidente dell’ Associazione “Franco Casetta”, nel centenario della sua nascita, ha voluto ricordare il partigiano Paolo Pasquero. Allora era un ragazzo che si trovò di fronte a scegliere non solo da che parte stare ma anche tra vendetta e perdono. Scelse la seconda e non ebbe mai rimpianti per averlo fatto.
Tutto questo dobbiamo ricordare per passare il testimone ai più giovani, a quei bimbi con le guance di pesca e d’aurora che sono stati l’anima della manifestazione.
Oltre il ponte, quelle donne e quegli uomini sognavano noi – che ancora non c’eravamo – e la vita e l’amore sull’altra riva.
Ora e sempre, R- Esistenza!