Piantumazioni, nuovi invasi e messaggi positivi: il Piano-Ambiente dell’Enoteca del Roero

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L’Enoteca Regionale del Roero “spinge” verso una nuova visione ambientale per l’intero territorio.

Si tratta di un vero “Progetto Ambiente”, avviato nell’estate scorsa, facendo quadrato con le istituzioni e le realtà che hanno a cuore le sorti della Sinistra Tanaro, in termini di evoluzione, mentalità “verde”, tradizione e paesaggio, senza chiaramente perdere di vista la prospettiva vitivinicola che è uno dei reali “motori”  economici e culturali dell’area. Ora, è già giunto il momento di fare il punto della situazione: a partire da una riunione tecnica tenuta presso la sede di Canale, in cui si è tastato il polso di quello che è un piano di ampio respiro: il quale punta ad intervenire in modo concreto su differenti tematiche tra cui piantumazioni, piccoli invasi, lotta ai diserbanti, gestione dei versanti in funzione anti-rischio idrogeologico e divieto di accensione fuochi.

Il presidente Marco Perosino già era stato pragmatico, su tali fronti: con l’offerta ad ogni Comune di un certo di alberi autoctoni, con cadenza annuale e validità pluriennale, in un prospetto operativo capace di proporre integrazioni ai regolamenti civici di polizia rurale, «ma anche norme di autoregolamentazione degli operatori del settore, in forma di educazione didattica a fini di convincimento sulla necessità di adottare buone pratiche ambientali ad efficacia del futuro».

500 essenze sono state già consegnate: e altre ne arriveranno, grazie anche al decisivo supporto di Gal LangheRoero Leader (rappresentato, in sede di assemblea, dal presidente Massimo Gula), oltre che dell’Ordine dei Cavalieri di San Michele del Roero, di Banca d’Alba, del trifolau Andrea Rossano e della Fondazione Crc, con una sovvenzione che in quest’ultimo caso sarà l’asse portante delle scelte progettuali del 2025.

Il progetto, quindi, è già in atto: tanto da meritare, nei mesi scorsi,  il premio “Terre, lavoro e paesaggio” giunto dalle mani di Roberto Cerrato, presidente del Centro Studi sul Paesaggio Culturale di Langhe Roero Monferrato (a sua volta intervenuto al meeting canalese), in una speciale cerimonia tenuta a Castagnole delle Lanze nello scorso autunno.

E ora? Si prosegue, decisamente. Un aspetto fondamentale sarà la collaborazione con le scuole: «L’educazione ambientale -dice Perosino- comincia dalle prime classi ed è già praticata ma può essere potenziata con sicuro effetto sulle famiglie e sulla popolazione in generale, permanendo per altro per sempre nel bagaglio culturale degli studenti».

Il tutto, con un buon budget garantito dai contributi appena menzionati. La proposta dell’Enoteca è in questa visione e finalità, meno parole e più fatti, verso il cosiddetto “Modello Roero”.

Se le piantumazioni di alberi stanno offrendo buone sensazioni («Su tutti questi argomenti c’è un bel fervore», ha puntualizzato il presidente dell’Enoteca roerina), uno dei fronti di intervento è ora appunto quello legato agli invasi.

L’acqua è risorsa, fondamentale, rara più di quanto possa apparire: e si innesta in un quadro più ampio. C’è una legge del 2023 che va a finanziare gli invasi di 50 metri cubi per ettaro: e si può generare un movimento che alimenta una voglia di imitazione. L’invito di Perosino ai numerosi e propositivi presenti (c’è stato anche il sindaco di Canale, Enrico Faccenda, oltre che Massimo Corrado dell’associazione GoWine, e Antonio De Giacomi, in quota al Centro Nazionale per gli studi sul tartufo) è stato anche quello di valutare possibili siti in cui realizzarli, a beneficio del territorio. Se ne potrebbero costituire addirittura due: e i suggerimenti non sono mancati, anche considerando anche le “ragioni di memoria” sui punti in cui i bacini artificiali già esistevano in passato -si pensi a quello sulla piazza di Monteu Roero, o di Sommariva Perno: circolano tuttora cartoline che lo testimoniano- e sulle opportunità in merito.

Così Mario Novarino, in rappresentanza di “Bel Monteu”: «Invasi ce n’erano, soprattutto nella zona oltre le Rocche, verso la piana di Ceresole. Ma ora sono pieni di alberi. Occorrerebbe una buona sensibilizzazione. Ad esempio c’è il lago di Valunga, che è tra Monteu e Santo Stefano Roero, sul sentiero dell’acqua ora bloccato, perché i boschi intorno sono stati “massacrati”. Dispiace, perché è un gran bel vedere: così come le peschiere che sono disseminate lungo tutta la zona».

Interessante anche l’osservazione di Ettore Chiavassa, giunto all’incontro per portare la voce dei Cavalieri del Roero, di Canale Ecologia, ma anche del Cai di Alba che molto sta facendo per la manutenzione e la gestione dei sentieri roerini, così come l’Ecomuseo: «Un invaso, in poco tempo, genera un’evoluzione biosistemica incredibile, dai pesci ai rapaci, dalle rane alla vegetazione. Potrebbe diventare qualcosa di altissima importanza, a livello naturalistico. Chiaramente, bisogna lavorare in sicurezza. Basta vedere l’esempio della Valle delle Rocche, o l’Oasi dei Canapali a Magliano Alfieri, che è peraltro un presidio della Lipu. Il discorso della raccolta dell’acqua potremmo virarlo anche sulle visite e sul turismo, inserirlo in una rete di accoglienza».

Così Valerio Rosa, dell’associazione “Valorizzazione Roero”: «L’ideale “goccia d’acqua del Roero” si spartisce tra Torino e il Tanaro, sarebbe utile sfruttare questa caratteristica legata alle “zone umide”».

Autorevole, poi, il contributo di idee di Roberto Cerrato: «La partecipazione delle scuole è fondamentale, portarle sul posto, ma spendere una piccola cifra per realizzare un video emozionale per condurle qui, e anche per fare capire cosa già è stato fatto, e che altrimenti andrebbe perso. Noi potremmo dare anche una mano, a livello di Distretto del Cibo e di Valorizzazione Roero. Occorre fare anche un campagna sulla salubrità della terra, non sulla “sostenibilità”, per cui questo termine i realtà non significa nulla. Quello degli invasi, in questo senso, è un segnale importante. Nessuno lo ha mai fatto, negli ultimi tempi».

Perosino ha ben ascoltato queste suggestioni, e si è pronunciato con chiarezza: «La fase operativa che riguarda gli invasi e i diserbi comprende anche il discorso legato al coinvolgimento e alla comunicazione, parlandone con le associazioni di coltivatori. Se riuscissimo a realizzare due invasi nel Roero, contribuendo anche a livello di spese progettuali, sarebbe già un successo: perché noi lavoriamo sull’educazione mentale, in questo sistema da 60mila persone, che deve fare ancora un po’ di strada».

Questione-diserbi: argomento spinoso, e su cui l’Enoteca vuole fungere un po’ da punto di riferimento. Anche qui c’è la volontà di confronto con le associazioni di categoria, e con le nuove generazioni, incentivando e premiando i processi virtuosi più che dare gogna a chi ne fa un impiego eccessivo, così come suggerito in corso d’assemblea da Massimo Torchio, direttore del Mercato Ortofrutticolo del Roero.

Perosino ha stabilito che verrà disposto uno studio sull’argomento, anche sotto il profilo comunicativo: e si farà un primo aggiornamento tra un mese con gli “addetti ai lavori”. Confermata anche l’idea di dare conto dell’evolversi del “Progetto Ambiente” durante l’edizione 2025, di Roero Cultura che si terrà a settembre, a Canale.