L’ufficialità è arrivata dopo giorni di indiscrezioni, cominciate con le dimissioni da presidente del Dis, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza presso la presidenza del Consiglio dei Ministri con compiti di coordinamento e vigilanza sui servizi segreti italiani: Elisabetta Belloni, 66 anni, romana con radici in Emilia e nelle Marche, è stata nominata Chief Diplomatic Adviser – consigliere diplomatico – della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nell’ambito del servizio di consulenza di Palazzo Berlaymont denominato Idea: due anni di contratto rinnovabili per un incarico prestigioso nella cui assegnazione il nostro Governo, nonostante contrarie voci, non ha esercitato alcun ruolo, difatti dall’Esecutivo Ue tengono a chiarire che «spetta ai membri del Collegio dei Commissari individuare un consulente speciale che desiderano ingaggiare per un certo periodo di tempo per scopi specifici Ue». È l’ennesimo riconoscimento di una carriera straordinaria che ha visto Belloni diventare la prima donna al vertice dell’Intelligence e, in precedenza, Segretario generale del Ministero degli affari esteri, quasi un segno del destino che la accompagna fin dalle scuole superiori: fu, infatti, una delle prime due studentesse ammesse a iscriversi al liceo Massimiliano Massimo di Roma, quando l’istituto dei Gesuiti, con una svolta epocale, stabilì di non essere più soltanto maschile. Ottenuto il diploma, si iscrisse alla Luiss, laureandosi con lode in Scienze Politiche nel 1982 discutendo una tesi in tecnica del negoziato internazionale, e abbracciando tre anni più tardi la carriera diplomatica: un’ascesa continua ancora più apprezzata dal suo essere “istituzionale”, slegata da qualunque matrice e per questo gratificata dalla stima trasversale di tutto il mondo politico. Anni fa si parlò di una sua investitura come premier neutrale in un governo di transizione.
Descrisse, in una vecchia intervista, dinanzi a una domanda sui ruoli di grande responsabilità, le donne «particolarmente idonee perché hanno quasi per natura una propensione alla decisione senza tentennamenti e all’assunzione di responsabilità anche quando ciò comporta dei rischi personali», ha spiegato in altre circostanze di non aver mai incontrato difficoltà particolari in ambienti professionali per tradizione maschili ma anche ammesso di aver dovuto, talvolta, lavorare più dei suoi colleghi. Rivista, nel tempo, la sua posizione sulle quote rosa, inizialmente osteggiate in nome di una più ampia meritocrazia, poi in qualche modo rivalutate perché «di fronte all’arretratezza italiana nelle statistiche internazionali riguardanti la parità di genere, forse è opportuno introdurre qualche correttivo».
Insignita dalla Francia con la Legion d’onore e nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, parla correntemente cinque lingue – italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco – ed è nota per il carisma, la preparazione e l’amore per il lavoro: decisa e ferrea, è di personalità fortissima, senza tuttavia rinunciare mai alla femminilità, come conferma uno stile elegante e ricercato, attentissimo ai particolari. Dietro la carriera, una vita privata custodita con gelosia e infatti pochissimo conosciuta, protetta da una naturale riservatezza: a lungo ha condiviso i suoi giorni con il marito Giorgio Giacomelli, pure lui ambasciatore, scomparso nel 2017.
Orgoglio e prestigio
Elisabetta Belloni nominata consigliere diplomatica di Ursula von der Leyen: è stata la prima donna Segretario generale del Ministero degli affari esteri e la prima coordinatrice dei Servizi segreti