IL FATTO
Luvre commissariato, British Museum sotto attacco mediatico: i troppi visitatori diventano un problema per i più importanti musei d’europa. ma a roma esiste un’eccezione
I tempi cambiano e i musei sono in piena trasformazione. Da questa considerazione, condivisa su “La Repubblica”, è partita nei giorni scorsi Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani per un’analisi sulla questione del sovraffollamento: «Non siamo più ai tempi in cui si chiudeva alle due e il direttore nel pomeriggio andava a studiare in biblioteca. C’erano altri ritmi e altre fruizioni. Dobbiamo essere consapevoli che non è più un’élite a occuparsi di arte, storia e della nostra eredità. E dobbiamo agire di conseguenza». La studiosa arriva a esprimere un concetto che, parametrato ad altre realtà, suona addirittura come temerario: «L’overtourism non è una iattura».
Ecco perché: «La platea si è ampliata potenzialmente al mondo intero e io lo considero un fatto positivo: pianti dei semi nelle persone e non puoi sapere come e dove attecchiranno. Il nostro compito è rendere fruttuosa la visita per un pubblico che è cambiato. C’è stata negli ultimi anni una grande attenzione alla comunicazione, anche sui social e credo che questo contribuisca a portare molti giovani».
I flussi possono essere regolamentati. Ma come? «Innanzitutto – afferma Jatta – allungando gli orari di apertura: siamo aperti 12 ore al giorno, anzi 11 ore i primi quattro giorni a settimana e 12 gli altri due giorni. Siamo chiusi la domenica, tranne l’ultima del mese che è gratuita. Poi incentivando la prenotazione del biglietto. E si immaginano al tempo stesso nuovi percorsi, con gruppi di lavoro che includono gli informatici, i tecnici dell’accoglienza e la direzione».
Ma al Louvre di Parigi il presidente francese Macron ha appena imposto il commissariamento dopo il non più tollerabile sovraffollamento attorno alla “Gioconda” di Leonardo, mentre a Londra il British Museum è finito sotto attacco da parte del “Guardian” dopo i furti al suo interno e le controversie sulle restituzioni delle opere.
Non è un buon momento per i musei in Europa. A Roma, forse, c’è un esempio in controtendenza.
I Musei Vaticani sono secondi al mondo (proprio dopo il Louvre) per numero di visitatori (7 milioni all’anno) e Jatta spiega che c’è spazio per tutti: «Soprattutto per i giovani. E non si tratta solo di far vedere i grandi capolavori, “Apollo del Belvedere” restaurato, o “Anima beata” e “Anima dannata” del Bernini solitamente custodite nell’Ambasciata di Spagna, in mostra alla Pinacoteca Vaticana. Online mostriamo i restauri, i montaggi e gli smontaggi degli allestimenti, creiamo curiosità, e così anche negli incontri con il pubblico. C’è bisogno di un nuovo umanesimo proprio per le giovani generazioni».
Se governato, dunque, neppure il tema dell’overtourism fa paura. Anzi si riduce a risorsa, da utilizzare al meglio. Un concetto che può interessare anche chi il turismo lo gestisce in altra maniera e in altri territori. L’importante è, come sempre, non farsi trovare impreparati.