Parte la terza edizione del Fondo nuove competenze (FNC) finalizzato ad accompagnare i processi di transizione digitale ed ecologica. Il Fondo nuove competenze ha come obiettivo principale quello di aumentare l’occupazione e migliorare le competenze dei dipendenti attraverso la formazione svolta in orario di lavoro. L’avviso, pubblicato il 5 dicembre 2024, prevede lo stanziamento in una prima fase di 731 milioni di euro, ma come confermato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, è previsto un aumento delle risorse fino a 1 miliardo di euro. Per capire meglio le implicazioni di questa iniziativa, abbiamo intervistato la dottoressa Rita Pierandrea, Commercialista e Revisore legale dei conti e l’ingegner Gabriele Zanon, amministratore delegato della Be4innovation, importante realtà piemontese operante nel settore della finanza agevolata in tutta Italia, che hanno risposto alle nostre domande sulle opportunità offerte dal fondo e sulle novità di questa edizione.
Immaginiamo che ci sia un forte fermento delle imprese nel voler partecipare al Fnc, in modo da sfruttare i vantaggi di uno strumento di politica attiva così interessante e pensato per sostenere le imprese che desiderano migliorare le competenze dei propri dipendenti, praticamente quasi a costo zero…
«Effettivamente, è così», sottolinea l’ingegner Zanon. «L’azienda non solo non paga la formazione, ma riceve anche un rimborso per coprire il costo delle ore di lavoro destinate alla frequenza dei percorsi di sviluppo delle competenze da parte dei propri dipendenti (inclusi i contributi previdenziali e assistenziali) e allo stesso tempo effettua uno dei suoi più importanti investimenti, quello sulla crescita professionale delle proprie risorse umane».
Quali sono le principali novità della terza edizione del Fondo nuove competenze?
«La terza edizione del Fondo nuove competenze introduce delle novità significative», rimarca la dottoressa Piearndrea. «In primo luogo, amplia la platea dei beneficiari includendo non solo i lavoratori attualmente occupati, ma anche i disoccupati preselezionati dalle aziende per una futura assunzione. Questa misura è particolarmente rilevante nei settori come il turismo e l’agricoltura, dove i contratti stagionali sono frequenti. Inoltre, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo centrale: sono stati introdotti corsi per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e l’adozione di sistemi tecnologici avanzati, che sono essenziali per la transizione digitale».
«Un altro aspetto importante», ribadisce ancora Gabriele Zanon, «riguarda la modalità di erogazione della formazione. Per la prima volta vengono introdotti i “voucher formativi per l’innovazione”, che permettono alle imprese di accedere a percorsi formativi personalizzati per sviluppare competenze tecnologiche specifiche. Questo è un cambiamento fondamentale, in quanto consente una maggiore flessibilità nell’organizzazione dei corsi».
Chi può accedere al Fondo e quali sono i beneficiari principali?
«I principali beneficiari del Fondo sono i datori di lavoro privati, comprese le società a partecipazione pubblica, che hanno sottoscritto accordi collettivi per rimodulare l’orario di lavoro dei dipendenti e orientarlo verso percorsi di formazione. L’obiettivo è incrementare le competenze in ambito digitale, ecologico e tecnologico, settori cruciali per la competitività delle imprese nel contesto attuale», spiega Rita Pierandrea.
«Un altro punto importante è l’intensità dell’agevolazione», puntualizza Zanon. «A seconda della modalità di accesso scelta – se tramite sistemi formativi, filiere o singole aziende – il contributo può coprire fino al 100% del costo orario per la formazione. Questo è particolarmente vantaggioso per le piccole e medie imprese che possono affrontare costi di formazione elevati, ma anche per le grandi aziende che desiderano aggiornare le competenze dei propri dipendenti».
Che tipo di attività formative possono essere finanziate dal Fondo?
«Le attività finanziabili riguardano principalmente la formazione in ambito tecnologico ed ecologico. In particolare, il Fondo supporta progetti legati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ai sistemi tecnologici avanzati, all’efficientamento energetico e alla sostenibilità. Sono inclusi anche percorsi su economia circolare e welfare aziendale, temi che stanno diventando sempre più rilevanti per le imprese moderne», spiega Pierandrea.
«Le attività formative possono variare in durata, da un minimo di 20 ore per i disoccupati con contratti stagionali, fino a 150 ore per i lavoratori già occupati. Al termine dei percorsi formativi, i partecipanti ricevono una certificazione che attesta le competenze acquisite, importante per il loro sviluppo professionale e per l’employability sul mercato del lavoro», ribadisce Zanon.
Come si accede al fondo e quali sono le modalità di presentazione delle domande?
«Per accedere al fondo, i datori di lavoro devono presentare una sola domanda, scegliendo tra tre modalità di intervento: sistemi formativi, filiere formative o singoli datori di lavoro. Ogni modalità ha dei requisiti specifici e un contributo massimo stabilito: 12 milioni di euro per i sistemi formativi, 8 milioni per le filiere, e 2 milioni per i singoli datori di lavoro», ribadisce Rita Pierandrea.
«Le domande devono essere presentate tramite una piattaforma online, seguendo le indicazioni dell’avviso pubblicato dal Ministero del Lavoro. È importante notare che le domande possono essere presentate solo dopo aver siglato un accordo con i lavoratori e stabilito i dettagli del piano formativo», conclude Zanon.
Quali sono gli incentivi previsti per le assunzioni?
«Il Fondo prevede incentivi economici per le aziende che assumono disoccupati. In particolare, è previsto un bonus di 800 euro per ogni disoccupato assunto con contratto a tempo indeterminato o apprendistato, se almeno il 70% dei partecipanti disoccupati è stato assunto. Inoltre, per i disoccupati assunti con contratti stagionali nei settori del turismo e dell’agricoltura, l’azienda riceve un bonus di 300 euro per ciascun lavoratore», sottolinea ancora Rita Pierandrea.
Per Gabriele Zanon: «Questo è un ottimo incentivo per le imprese che vogliono accrescere l’assunzione di lavoratori disoccupati, specialmente in settori stagionali, e allo stesso tempo contribuire alla crescita e qualificazione del personale».
In che modo il Fondo nuove competenze contribuirà alla transizione ecologica e digitale?
Per Rita Pierandrea: «La formazione in ambito digitale ed ecologico è fondamentale per preparare le imprese alle sfide del futuro. L’introduzione di corsi su intelligenza artificiale, sostenibilità ambientale ed economia circolare è un passo importante per rendere le aziende italiane più competitive e pronte ad affrontare le trasformazioni globali in corso».
«Il Fondo nuove competenze rappresenta un’opportunità unica per le imprese di integrare tecnologie innovative nei loro processi produttivi, garantendo così una crescita sostenibile e resiliente. È un investimento che non solo risponde alle necessità del mercato, ma che apre anche nuove opportunità di occupazione, specialmente nei settori green e tecnologici», conclude Gabriele Zanon.
La terza edizione del Fondo nuove competenze si presenta quindi come un’importante opportunità per le imprese italiane di affrontare le sfide della digitalizzazione e della sostenibilità, formando i propri dipendenti e creando nuovi posti di lavoro, contribuendo così a una crescita economica più inclusiva e innovativa.