«Fiera, un successo con 90.000 visitatori da 70 paesi diversi»

Liliana Allena traccia un bilancio della sua presidenza tra sostenibilità e innovazione: «Il risultato di un impegno collettivo. Non dimenticherò mai la consegna del tartufo a Papa Francesco e il taglio del nastro con Mattarella»

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ALBA, ITALY - OCTOBER 30: 'Sostenibilità incrociate' meeting is seen on October 30, 2022 in Alba, Italy. (Photo by Giorgio Perottino/Getty Images)

Alba ha ospitato no­ve settimane stra­­ordinarie, diventando il centro di un evento che celebra il tartufo, il territorio e la sua capacità di adattarsi e innovarsi. La 94ª edizione della Fiera Interna­zionale del Tartufo Bianco d’Alba si è conclusa con risultati importanti e molteplici spunti per il futuro. Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera, ci guida tra i momenti salienti e le sfide di questa edizione, offrendo uno sguardo unico su ciò che rende questo evento così speciale.

Quali sono i punti più rilevanti che emergono da questa edizione?

«È stata un’edizione che ha confermato la forza della Fiera come evento di riferimento in­ternazionale. Abbiamo accolto circa 90mila visitatori, un dato che si mantiene in linea con le precedenti edizioni. Ciò che colpisce maggiormente è la provenienza del nostro pubblico: oltre il 70% dei partecipanti arriva dall’estero, rappresentando ben 70 Paesi, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Corea del Sud al Brasile. Questi nu­meri consolidano Alba e le colline di Langhe, Roero e Mon­ferrato come una destinazione turistica di grande qualità, riconosciuta a livello globale. Tut­tavia, il vero valore di questa edizione è stato l’accento posto sulla sostenibilità e sulla tutela del tartufo. Il cambiamento climatico è una realtà che ci ri­guarda da vicino, e il nostro im­pegno si traduce in azioni concrete per preservare gli am­bienti tartufigeni».

Il tema “Intelligenza Naturale” è stato il filo conduttore di quest’anno. Come è stato sviluppato?

«Abbiamo voluto approfondire il rapporto tra uomo, natura e innovazione, mostrando come queste dimensioni possano convivere e influenzarsi positivamente. Il convegno “Forza e fragilità della filiera del Tuber magnatum Pico” è stato un momento centrale, coinvolgendo esperti nel discutere il futuro del tartufo e le buone pratiche per la sua salvaguardia. L’installazione artistica “From Stone to Spoon” ha affascinato il pubblico, celebrando l’evoluzione del cibo. Anche i laboratori sensoriali e i cooking show hanno integrato il tema, dimostrando che la sostenibilità non è un concetto astratto, ma qualcosa che possiamo rendere tangibile attraverso le scelte quotidiane».

Un programma così ricco e variegato richiede un grande sforzo organizzativo.
«La Fiera è pensata per offrire un’esperienza a tutto tondo. Quest’anno abbiamo organizzato 38 cooking show con chef stellati, laboratori al Mudet per scoprire i segreti del tartufo e cene insolite in location spettacolari, come il Teatro Sociale di Alba e il Forte di Bard. Non è mancato il legame con le tradizioni, celebrato con il Palio degli Asini e il Baccanale dei Borghi, che hanno trasformato il centro storico di Alba in un teatro a cielo aperto. Ogni evento è stato progettato per raccontare il tartufo in molteplici prospettive, tra gastronomia, folklore e innovazione».

Quanto è centrale il legame con il territorio in una manifestazione come la Fiera?
«È il cuore di tutto. Alba con Langhe, Roero e Monferrato non sono solo lo sfondo della Fiera, ma il suo punto di partenza. Quest’anno abbiamo valorizzato il territorio attraverso il Truffle Hub di Roddi, che ha ospitato visite guidate con pranzo nel castello e passeggiate gourmet, e con l’asse “Truffle and Wine”, che ha rafforzato le collaborazioni con i consorzi vinicoli. Abbiamo anche dato spazio alla cultura locale con eventi folkloristici e tradizionali che raccontano la storia e l’identità di queste colline».

Quali risultati si possono evidenziare nell’ambito della so­stenibilità?
«Abbiamo fatto passi significativi, come la manutenzione degli ambienti tartufigeni e la piantumazione di nuovi alberi. Una decisione importante è sta­ta il posticipo dell’inizio della cerca al 1° ottobre, in virtù della legge voluta dalla Re­gione Piemonte, una scelta che rispetta i ritmi della natura. Inoltre, abbiamo adottato pratiche organizzative sostenibili, riducendo l’impatto ambientale della Fiera, che dal 2021 ha ottenuto la certificazione internazionale ISO 20121 per la ge­stione sostenibile degli eventi. La sostenibilità non è solo un tema da affrontare: è una re­sponsabilità che ci assumiamo come organizzatori e cittadini di questo territorio».

Come è cambiata la Fiera du­rante i suoi anni di presidenza?
«La crescita è stata evidente. Il bilancio è più che triplicato, con un impatto economico di oltre 42 milioni di euro per la sola provincia di Cuneo. La du­rata della Fiera è passata da sei a nove settimane, permettendo di ampliare il programma e l’offerta. Ma non sono solo i numeri a contare: abbiamo reso la Fiera un luogo di dialogo globale sui temi legati al cibo, alla so­stenibilità e al territorio. Il riconoscimento della Cerca e cavatura del tartufo come patrimonio immateriale Unesco è uno dei risultati di cui sono più orgogliosa, perché sottolinea il valore culturale del nostro lavoro. E, tra gli altri risultati, citerei anche la grande crescita professionale del team dell’Ente Fiera».

C’è stato un momento particolarmente difficile in questi anni?

«La pandemia è stata senza dubbio il momento più complesso. Decidere di organizzare comunque la Fiera, garantendo la sicurezza di tutti, è stata una scelta coraggiosa ma necessaria. Abbia­mo lavorato con l’Ammini­stra­zione comunale e gli operatori per dare un segnale di speranza e resilienza. Non è stato facile, ma ha dimostrato quanto la Fiera sia importante per il territorio e le persone che lo vivono».

E quali sono i ricordi più belli che porterà con sé?

«Due momenti spiccano su tutti: la consegna del Tartufo a Papa Francesco nel 2017, un omaggio alle sue radici piemontesi, e l’inaugurazione del 2022 con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tagliare il nastro accanto a una figura così importante è stato un onore e un’emozione unica. Ma non pos­so dimenticare il lavoro di squadra: il team dell’Ente Fiera, gli amministratori pubblici e i partner che hanno reso possibile ogni successo. La Fiera è il risultato di un impegno collettivo, e questo è il ricordo più prezioso che porterò con me».

Articolo a cura di Daniele Vaira