«Per i miei progetti burro, uova e farina invece dei mattoni»

Giulia Alessio, architetto-pasticciere: «Così ho portato il Castello di Serralunga a Birmingham»

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Non è solo pasticceria, è arte. E quando un castello in mattoni medievali come quello di Serralunga d’Al­ba prende vita grazie alla pasta frolla, la creatività incontra l’innovazione. Giulia Alessio, con la sua impresa artigianale Mi­scotto ad Alessandria, sta trasformando il concetto di pasticceria decorativa, portando creazioni sorprendenti in giro per il mondo e conquistando i palati e gli occhi di una giuria dopo l’altra: l’ultima quella del Cake In­ternational di Birmingham.

Come è nata la sua avventura nella pasticceria artistica?

«Mi sono formata come architetto e ho lavorato per anni nel settore informatico. Quando ho perso il lavoro, a 48 anni, ho de­ciso di trasformare la pasticceria, che era un hobby, in un’attività professionale. La pasta frolla mi ha sempre affascinato, ma volevo andare oltre le preparazioni tradizionali. Così è nata “Mi­­scotto”, la mia impresa do­mestica ad Alessandria, dove re­alizzo opere personalizzate, com­pletamente fatte a mano, senza mai standardizzarmi. Ogni cliente ha una richiesta diversa, che mi permette di sperimentare e innovare continuamente, mantenendo un approccio artigianale».

Ci racconti dell’ultimo successo.
«Il concorso internazionale di Birmingham è stata un’esperienza molto emozionante. È uno dei più prestigiosi e longevi al mondo. Gli inglesi non usano la frolla per opere decorative, preferiscono lo zucchero. Mo­strare loro qualcosa di tridimensionale e innovativo in frolla è stata una soddisfazione. Ho portato il castello di Ser­ralunga, un’opera complessa che mi ha permesso di ottenere la medaglia d’argento».

Perché lo ha scelto come soggetto?
«Ha caratteristiche perfette per una modellazione complessa. Ci sono la torre rotonda, la torre quadrata, i mattoni e il giardino, tutti elementi che richiedono pre­cisione e attenzione. Lavo­rare con la pasta frolla è come progettare un edificio: bisogna considerare ogni dettaglio, dalla struttura alla cottura. La torre ro­tonda, alta quasi 30 cm, è sta­ta una sfida tecnica per evitare deformazioni durante la cottura. Inoltre, Serralunga rappresenta un pezzo della nostra cultura e storia: portarlo su una piattaforma internazionale è sta­to come far viaggiare un pez­zo di Italia nel mondo».

L’opera è stata esposta la scorsa settimana nel maniero di Serralunga.
«Sono stata ricevuta dal sindaco Sergio Moscone e mi hanno fatto molto piacere le sue parole: “Siamo orgogliosi per questo premio che omaggia non soltanto lo stupendo lavoro dell’autrice, ma l’intero paese di Ser­ralunga d’Alba con il suo incantevole castello”».

Non era la prima volta che portava un soggetto architettonico.

«No, mi sto specializzando in progetti complessi. Ho partecipato anche a un concorso in Su­dafrica, dove ho presentato un’opera dedicata alla villa La Ro­tonda del Palladio. Il Suda­frica è stato un momento significativo: non solo per la competizione, ma per l’attenzione che il mio lavoro ha suscitato, di­mostrando che la pasta frolla può essere utilizzata come ma­teriale artistico globale».

Nel materiale che utilizza, la frolla ha un ruolo centrale.

«È un materiale straordinario perché unisce semplicità e versatilità. Da un semplice impasto possono nascere opere che raccontano storie, luoghi ed emozioni. In passato era vi­sta solo come base per biscotti o crostate, ma ora, con un po’ di tecnica e immaginazione, si pos­sono realizzare opere tridimensionali che stupiscono per la complessità. È un materiale che risponde bene alle sfide, ti permette di la­vorare sui dettagli ma richiede grande precisione. Una piccola variazione nei tempi o nei ma­teriali può comprometterne la stabilità, ed è questo che ren­de il lavoro stimolante e sem­pre diverso».

Parlando di innovazione, ha svolto anche il ruolo di giudice nei concorsi?
«Sono stata giudice per due an­ni al Puglia Cake Festival, valutando opere tridimensionali in pa­sta frolla. È bello vedere co­me questa tecnica, ancora poco conosciuta, stia crescendo. La frolla è un materiale che si sta evolvendo nel mondo della pa­sticceria artistica e sono orgogliosa di contribuire a farla co­noscere. Essere giudice, inoltre, mi ha permesso di vedere quanta passione e quanta creatività ci sia in questo settore, oltre a darmi l’occasione di imparare nuove tecniche osservando il la­voro degli altri».

Ci sono altre opere che hanno richiesto particolari sforzi tecnici?
«Altri lavori che ricordo con grande soddisfazione sono lo spac­cato del Castel del Monte e quello della Boutique Borsalino di Alessandria. Entrambe queste opere mi hanno permesso di unire la mia passione per l’architettura e la precisione tecnica alla creatività della pasticceria decorativa. Realizzare un’o­pe­­ra richiede settimane di progettazione e lavoro, bi­sogna ripetere più volte un passaggio per ottenere la perfezione. È un processo lungo, a volte un me­se, ma la soddisfazione di vedere il risultato finale ripaga ogni sforzo».

Cosa significa per lei lavorare con un materiale così particolare?

«Ogni progetto è unico, ed è per questo che non standardizzo mai il mio lavoro. Per partecipare ai concorsi, inizio con uno studio architettonico vero e proprio: preparo schiz­zi, calcolo le proporzioni e studio i colori. È come essere un architetto, ma al posto dei mattoni uso zucchero, burro, uova e farina».